Comprendere la Bibbia - 75

Dalla Toráh alla Mishnáh

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La Toráh (= la Legge) era stata consegnata da Dio a Mosè sul Sinai ed è contenuta nei primi cinque libri della Bibbia (il nostro Pentateuco). Risultò subito evidente che alcuni punti avevano bisogno di essere spiegati. Per esempio: la Toráhpermetteva che fosse emesso un libello di divorzio, ma quale doveva essere la sua forma e come doveva essere utilizzato? La Legge ordinava di gioire in occasione della festa delle Capanne con palme, salici, frutti e rami frondosi, ma quali erano esattamente questi frutti e rami frondosi di cui si parlava e in che modo si doveva fare festa con essi? Per rispondere a queste domande si giunse alla compilazione di un insieme di tradizioni orali esplicative che si accompagnavano alla Legge scritta. Presto quindi queste tradizioni orali, chiamate Toráh orale, divennero vincolanti tanto quanto la Toráh scritta.

Il popolo di Israele nel corso della sua storia è passato lentamente da un tipo di vita nomade a uno sedentario dedito all’agricoltura, da una confederazione di tribù a uno stato unitario. Poi venne l’esilio e il ritorno nella terra di Canaan, fu costruito il secondo Tempio (518 a.C.) e la sinagoga divenne una istituzione ufficiale. In virtù di questi cambiamenti anche la Toráh orale venne adattata per tenere il passo con la storia della nazione. Individui dotati di una memoria eccezionale dedicarono la loro vita a studiarla, memorizzarla e insegnarla. Erano chiamati Tannaím, e molti tra i capi religiosi ai tempi di Gesù appartenevano a questa categoria di studiosi.

Fu solo dopo la distruzione del secondo Tempio (70 d.C.) e la seconda rivolta contro Roma (132-135 d.C.) che due gravi problemi cominciarono a minacciare la Toráh orale. In primo luogo era divenuta un insieme di materiale incontrollabile anche da parte di individui dotati di memoria eccezionale. In secondo luogo, il popolo ebraico era stato talmente decimato che molti degli studiosi o erano morti o erano dispersi nella diaspora. Il pericolo era che questo materiale orale potesse andare irrimediabilmente perduto.

Un rabbi chiamato Jehudáh Ha-Nazi (= Giuda il Principe) prese la decisione di porre queste tradizioni orali in scritto. Lui e i suoi seguaci dedicarono tutta la vita al compito di classificare e registrare le tradizioni orali che nel corso del tempo avevano affiancato la Toráh scritta. Il loro lavoro, chiamato Mishnáh, fu completato verso il 220 d.C. La Mishnáhpresenta un contenuto abbastanza complicato per il modo di pensare occidentale, tratta infatti argomenti di cui si parla per lo più nel libro del Levitico: sacrifici, sacerdozio, leggi riguardanti i cibi, purità legale, celebrazioni, agricoltura, decime, offerte, matrimonio, divorzio, adulterio, diritti civili, voti e molte altre cose. Presenta le antiche tradizioni, le pratiche e procedure che regolavano la vita della comunità ebraica nel periodo del secondo Tempio (dal V sec. a.C. al I sec. d.C.).

Anche se queste tradizioni furono poste per iscritto in epoca molto posteriore rispetto ai tempi a cui fanno riferimento, questo non toglie valore alla loro utilità. Le tradizioni rabbiniche testimoniano come funzionava la religione ebraica durante il periodo del secondo Tempio. Naturalmente bisogna essere attenti e un po’ critici, ma possiamo essere ragionevolmente certi che i contenuti della Mishnáh riflettono fedelmente il modo di vita ai tempi del Nuovo Testamento.

Gastone Boscolo