Sguardo Pastorale

DAI SANTI PATRONI AL BEATO MARELLA

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Venerdì 11 giugno, vivremo l’annuale ricorrenza della Festa liturgica dei Santi Patroni della diocesi, Felice e Fortunato, anche se quest’anno coinciderà con la Solennità del Sacro Cuore di Gesù nel venerdì successivo la domenica del Corpus Domini.

I nostri due santi sono testimoni di una fede giovane e fresca, furono martirizzati, all’epoca delle persecuzioni di Diocleziano (303-305 d.C.), ancora molto giovani. In questi ultimi anni la festa religiosa è stata improntata a far riscoprire l’essenziale di questo ricordo importante, cambiando anche le tradizionali forme della manifestazione; dall’anno scorso, poi, le processioni sono ancora vietate, per evitare occasione di assembramento, per cui tutto si concentra attorno alla solenne celebrazione eucaristica.

Questi due giovani martiri, ancora oggi, ci interrogano proponendoci uno stile di vita orientato dalla fede in Cristo, impegnato nel lavoro, animato da un senso di responsabilità anche verso la comunità civile. Posti come patroni della città di Chioggia e della diocesi diventano un modello che ispira ognuno di noi a vivere il proprio tempo con impegno e fedeltà ai valori del vangelo. Per sottolineare con maggiore forza proprio che la connessione tra la vita e i valori spirituali interessa l’esistenza di ognuno, quest’anno, su proposta della dirigenza della squadra di calcio dell’Union Clodiense, che intende porre la società sportiva sotto la protezione dei due giovani santi, sarà sottoscritta una dichiarazione di intenti con la Diocesi con il fine di collaborare nella promozione della funzione educativa dello sport.

La celebrazione eucaristica sarà presieduta dal card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, invitato a vivere una giornata in visita ai luoghi della vita del beato Padre Olinto Marella, sacerdote diocesano originario di Pellestrina, la cui opera di carità ha segnato la vita dei bolognesi.

Il ricordo di questo beato si intreccia con quello dei nostri martiri e la sua vita per gli ultimi, soprattutto per i ragazzi e i giovani più poveri, rilancia l’ideale di una testimonianza di Cristo alla portata di tutti. Marella è sì un sacerdote ma anche un uomo che ha saputo rimanere fedele alla Chiesa pur nella sofferenza di non poter esercitare il ministero di prete per un lungo periodo, fino poi alla sua piena reintegrazione. La sua vicenda a Bologna inizia a partire dalla sospensione a divinis, comminatagli per sospette correlazioni con il modernismo. Saprà trasformare questo dolore nella forza che lo rese un grande educatore, un uomo dalla intelligenza fine e della carità sapiente.

La sua testimonianza ci obbliga a guardare alla vita con occhi di speranza che vedono nella prova non un ostacolo ma un’occasione, che considerano l’uomo, e in particolare gli ultimi, la priorità che orienta le proprie scelte, e che sanno perseguire l’ideale del vangelo nella concretezza delle situazioni.

Possa la memoria di questi santi ravvivare la nostra città e la diocesi con il dono di sante vocazioni alla vita cristiana e al sacerdozio.

 

Don Simone Zocca