I GIORNI

A mani nude

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È andato a vivere in Algeria, nella nazione dei sette monaci di Tibhirine e di un’altra dozzina tra vescovi, preti, laici uccisi dal 1991 al 2001. Abita con un altro sacerdote in un’oasi di 150.000 abitanti, nel Sahara orientale.

Padre Marco Pagani e padre Davide, insieme con le tre Suore delle Piccole Sorelle di Gesù, sono gli unici cristiani della città. “Ho iniziato a studiare l’arabo, perché il francese non è sufficiente a entrare in dialogo con la gente…” dice P. Marco. Le sue giornate trascorrono tra la messa, lo studio, la spesa e qualche lavoro per sistemare l’ambiente in cui vive. Avevo conosciuto Padre Marco come brillante e inventivo direttore di una rivista missionaria per ragazzi. Invitato in parrocchia per una giornata missionaria, mi avevano colpito la sua giovialità e intelligenza, ma anche vederlo in chiesa lungamente a pregare.

Ora la sua unica missione è “esserci”.

Questa vicenda mi suggerisce l’immagine dello scalatore a mani nude; senza corda, senza appigli, senza piccone. Un missionario senza strutture, senza programmi che non siano la vicinanza alla gente, senza imprese che non siano uno sguardo di carità verso tutti. Senza bastone, senza bisaccia, con una sola tunica e senza nemmeno il bastone suggerito dal Vangelo. Mi viene in mente il piccolo prete anziano che da bambino vedevo in parrocchia dire appena il Rosario e celebrare la Messa senza omelia.

Che se ne fa lì Padre Marco? Verrebbe voglia di istigarlo a muoversi, a esprimere le sue energie e capacità, a incontrare tutti i bisogni che gli arrivano alla soglia della porta e quelli che potrebbe andare a cercare in giro. Ma poi? Come se la caverebbe con la lingua? Come potrebbe sottrarsi all’accusa di proselitismo?

Quali equivoci provocherebbe e quali pasticci procurerebbe anche a più ampio raggio? Cosa avviene in un uomo, in un missionario, che vede ridotto e quasi espropriato il suo attivismo pastorale? “Qui non si può fare come nelle altre missioni: non ci sono scuole o opere da costruire”, scrive Padre Marco. Viene da paragonarlo a Gesù nei quaranta giorni di deserto, o quando di sera o di notte si ritirava in luoghi deserti a pregare.

O forse nei lunghi anonimi trent’anni a Nazaret, dove non faceva altro che tagliare assi e piantare chiodi. Padre Marco si domanda: “Cristo mi basta per vivere?”.

Un giorno sente suonare il campanello mentre sta usando il martello pneumatico. Si trova davanti due ragazzine con il volto velato. “Cosa cercate?”. “Siamo curiose – rispondono – Vorremmo vedere la Chiesa”. È così che comincia la missione?

 don Angelo