Il vescovo Giampaolo ha presieduto nella tarda serata del 24 dicembre, iniziando alle 22, la solenne celebrazione nella Notte di Natale nella cattedrale di Chioggia, rivivendo e facendo rivivere a tutti i fedeli presenti il mistero dell’amore di Dio che si fa uomo nel Bambino Gesù. Nell’omelia, che riportiamo integralmente più sotto, prendendo spunto dal “censimento” di Cesare Augusto, il vescovo ha sottolineato che Gesù viene anche oggi, umile e misericordioso, in un mondo in cui sembrano prevalere la potenza e l’orgoglio dei numeri. Riferendosi poi alla “mangiatoia di Betlemme”, predisposta per il cibo degli animali, ne ha ricordato le caratteristiche applicandole all’esperienza quotidiana: “vicinanza”, come Gesù si fa vicino all’umanità donandosi addirittura in cibo nell’Eucaristia; essenzialità, come nel Natale emergono le relazioni e le persone al di là di ogni altra cosa superflua; “concretezza”, come Gesù ci ama di un amore tangibile e reale e ci invita ad una fede operosa fatta di servizio e di perdono.
Il vescovo ha presieduto poi nel giorno di Natale il pontificale alle 10.15 con una folta assemblea di fedeli. Otre alla bandiera cittadina, recata da agenti della Polizia Locale in alta uniforme, erano presenti il sindaco Armelao, l’assessore al sociale Marangon, l’assessore ai lavori pubblici Mancin e il consigliere regionale Marco Dolfin, presenti anche i decorati pontifici. Il vescovo all’omelia ha proposto ancora riflessioni molto concrete ed esortazioni forti, aperte ad una speranza che deve farsi impegno: non possiamo certo nasconderci le sfide drammatiche del nostro tempo, ci rendiamo sempre più conto che abbiamo bisogno di una salvezza che ci può venire solo dall’alto, solo da Dio. Ma tutti e ciascuno dobbiamo assumerci le nostre responsabilità di cristiani dentro la storia. Se non torniamo veramente a Dio continueremo sempre e solo a farci del male, come constatiamo ogni giorno: dobbiamo tornare a Dio! Sappiamo che in ogni cuore di uomo – ha ricordato il vescovo – c’è il seme del bene donato da Dio, anche nel più perverso e peccatore e “noi” dunque dobbiamo fare leva proprio lì. Questa è l’unica speranza che abbiamo per cambiare la nostra condotta e per cambiare la storia. Senza Dio e se non ci radichiamo in Dio – ha concluso – il Natale rimane solo una “fiaba”, un momento vuoto che non porta a nulla!
Vito