3° Assemblea Sinodale delle chiese che sono in Italia

Un cuore che batte all’unisono: la Chiesa italiana dice “sì” al cammino sinodale di 4 anni

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Il 25 ottobre scorso, a Roma, in concomitanza con il Giubileo delle équipe sinodali di tutto il mondo, si è celebrata anche la terza Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia, chiamata ad approvare il Documento di sintesi, dal titolo “Lievito di pace e di speranza”, frutto di un lavoro di quattro anni di ascolto e di partecipazione della Chiesa italiana.

L’Assemblea ha avuto luogo presso l’Hotel Ergife alla presenza di molti vescovi, dei delegati di tutte delle diocesi italiane e di numerosi invitati. Dalla nostra diocesi, oltre al vescovo Giampaolo, hanno partecipato il vicario generale don Simone Zocca, il rettore del Seminario don Giovanni Vianello, il presidente dell’Azione Cattolica diocesana Pierangelo Bagatella e il sottoscritto don Danilo Marin come invitato dalla CEI.

L’Assemblea si è aperta con l’invocazione allo Spirito Santo e con l’ascolto di una meditazione biblica di P. Sabino Chialà, priore di Bose che ci ha aiutato a capire, alla luce della Parola di Atti 15, 22-31, il momento importante che la Chiesa si apprestava a vivere. P. Sabino ha esordito affermando: “L’autore degli Atti, qui, non ci consegna una semplice pagina di storia della Chiesa, ma una visione … un sogno di Chiesa”.

Subito dopo si è passati alla votazione del Documento: un testo, questo, preparato sulla base degli emendamenti emersi nel corso della prima Assemblea che si era tenuta a San Paolo fuori le mura (15 – 17 novembre 2024, con oltre mille Delegati), nel corso, poi, della seconda Assemblea celebrata, in Vaticano, nell’Aula Paolo VI  (31 marzo – 3 aprile 2025), e con un intenso e proficuo lavoro della presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, del Comitato del Cammino sinodale, del Consiglio Permanente, degli Organismi della CEI (Commissioni Episcopali, Uffici e Servizi della Segreteria Generale) e del grande lavoro delle delegazioni ecclesiastiche regionali e diocesane.

In questa terza Assemblea i delegati hanno espresso il loro voto sull’intero Documento di sintesi, contenente una Introduzione, e tre Parti: la prima, “Il rinnovamento sinodale e missionario della mentalità e delle prassi ecclesiali” con le 55 proposte in essa contenute; la seconda, “La formazione sinodale e missionaria dei battezzati”, con le relative proposte, 37 e, infine, la terza parte “La corresponsabilità nella missione e nella guida della Comunità”, con le sue 32 proposizioni.

Le preferenze di voto sono state espresse in modalità elettronica, a scrutinio segreto: “favorevole” (placet) o “non favorevole” (non placet).

L’esito finale della votazione di tutto il Documento, ha dato questo risultato: 809 votanti, 781 favorevoli e 28 non favorevoli.

Ora il Documento sarà al centro dei lavori della prossima Assemblea Generale della CEI (17-20 novembre) che avrà luogo ad Assisi. Ai Vescovi spetterà il compito di analizzarlo e di proporlo alle singole Chiese locali, avviando un processo da realizzare attraverso gli organi di partecipazione diocesani che porti ad un risveglio sempre più consapevole della corresponsabilità di tutti nella Chiesa.

La Chiesa italiana ha un Documento di 75 punti e di 124 proposte concrete (che sono state votate singolarmente),

Le 124 proposte manifestano il reale protagonismo dei laici e dicono il modo di essere Chiesa oggi. Esse suggeriscono il modo per incarnare la missione e la testimonianza del vangelo agli uomini del nostro tempo per riscoprire e far vivere una fede che sa ancora raccontare la bellezza dell’incontro con Cristo.

Il Santo Padre Leone XIV, nell’ omelia della celebrazione eucaristica in S. Pietro di domenica 26 ottobre, ci diceva che “La regola suprema, nella Chiesa, è l’amore: nessuno è chiamato a comandare, tutti sono chiamati a servire; nessuno deve imporre le proprie idee, tutti dobbiamo reciprocamente ascoltarci; nessuno è escluso, tutti siamo chiamati a partecipare; nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme”.

Le espressioni di Papa Leone, a mio parere, possono essere considerate una stupenda sintesi di tutto il cammino sinodale vissuto in questi ultimi quattro anni e una forte sollecitazione per tradurle e viverle nel nostro essere Chiesa.

                                                                                         Don Danilo Marin