I SACERDOTI DELLA DIOCESI ALLA “DUE GIORNI” DI CONVEGNO CON IL VESCOVO A CRESPANO DEL GRAPPA

Spiritualità, riflessioni pastorali, Assemblea

L’intervento dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi

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Occorre subito dire che la prima giornata del convegno autunnale dei sacerdoti della diocesi di Chioggia, ospiti insieme con il vescovo Giampaolo nella bella e ampia struttura intitolata a don Paolo Chiavacci a Crespano, sulle pendici del monte Grappa, si presenta particolarmente interessante e coinvolgente per l’intervento dell’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi. La comunione tra i due vescovi va a riflettersi nell’assemblea dei presbiteri. Nell’incontro del mattino di lunedì 20 ottobre il vescovo Giampaolo ‘intervista’ il vescovo Lauro rivolgendogli una serie di domande pertinenti. Prima di tutto lo presenta: un sacerdote eletto a 54 anni come vescovo della sua stessa diocesi, la seconda d’Italia per estensione, tra monti e valli, paesi e città, rinnovata e ricomposta nei limiti della provincia nel 1964. Il vescovo Lauro descrive la diocesi di Trento nella sua ricca storia e nella diversificata geografia. Interessantissima l’esposizione della riorganizzazione della diocesi nel contesto della situazione creatasi negli ultimi decenni a causa di varie crisi e per l’emergenza del ‘dio denaro’ che sostituisce il vero Dio. La rapida discesa del numero dei preti e il rinnovato cammino della Chiesa universale aprono due prospettive nella diocesi di Trento: il punto di origine è la fede in Gesù Cristo, dichiarata e vissuta; la mossa viene dalle persone risvegliate a un rapporto di comunione. Il vescovo passa in rassegna la ricomposizione della diocesi nella quale ogni singolo parroco ha la cura di un numero anche grande di parrocchie, mentre i fedeli laici corrispondono a vari livelli di responsabilità vissuta in comunione. Il vescovo trentino si compiace di rilevare che la diocesi di Chioggia ha intrapreso un buon cammino sui solchi della parola di Dio e della ‘memoria’ eucaristica, non considerate in successione, ma nel loro reciproco rapporto: questo apre anche per noi uno sguardo nuovo sulle ultime due lettere pastorali del vescovo Giampaolo, dedicate appunto alla Parola e all’Eucaristia.

Il pomeriggio del lunedì il vescovo Lauro introduce il ritiro spirituale dei sacerdoti con una riflessione sulla eucaristia che sorprende per l’originalità di impostazione, sviluppandosi attorno a due espressioni evangeliche: “Nella notte in cui veniva tradito” e “Prese il pane”. Avremo modo di riprendere in seguito una sintesi di questa meditazione, stimolante per un ripensamento della vita cristiana in rapporto all’Eucaristia. Si entra nel cuore della vita del singolo sacerdote, dell’intero presbiterio e della vita della comunità cristiana. E’ dal silenzio, dalla preghiera, dalla meditazione che tutto può risorgere e rinnovarsi.
Nei due giorni del nostro convegno lo sperimentiamo anche attraverso i momenti di preghiera comune con le lodi, l’ora media, il vespero. La Santa Messa offre al nostro vescovo Giampaolo l’opportunità di sottolineare due aspetti delle letture bibliche. Il primo è la promessa di Dio, fatta ad Abramo, compiuta in Gesù e trasmessa alla nostra vita fino a diventare nostra personale esperienza. Il secondo è la vigilanza che ci fa guardare a quello che siamo ‘per grazia’: amati e cercati per accogliere il dono più grande per la nostra vita, che ci apre a una vigilanza verso il gregge che ci è affidato, fino a ‘perdere’ noi stessi per ritrovarci, in un progressivo passaggio dall’io, al tu, al noi. Viene saldata l’unità tra la persona del sacerdote e la sua missione pastorale. La prima giornata rappresenta un buon fondamento per la vita personale, la dimensione comunionale, l’impegno pastorale dei sacerdoti.

La seconda giornata è introdotta dall’intervento del vescovo Giampaolo che aggiorna sulle condizioni dei sacerdoti anziani o malati, e sulla ridefinizione delle responsabilità in ambito pastorale, in cui torna a emergere la figura del vicario foraneo, cioè del sacerdote punto di riferimento di ciascuna zona pastorale.
Il lavoro procede con la presa in considerazione delle indicazioni per le Comunità cristiane sinodali indicate nell’ultima lettera pastorale. Ci si divide in gruppetti di cinque-sei sacerdoti che riprendono ciascuno un punto: la cura delle celebrazioni eucaristiche; ripensare il numero delle messe; l’adorazione eucaristica: i ministri straordinari della comunione; la carità e la Caritas; il coraggio di osare con i giovani; il rinnovo degli organismi di partecipazione. La sintesi di ciascun gruppo viene proposta nell’assemblea comune rivelando un vivo e vivace rapporto con tutta la realtà diocesana.

Il pomeriggio è dedicato in una prima parte alla istituzionalizzazione della Assembrala del presbiterio, che sostituisce il precedente Consiglio presbiterale; non più solo alcuni, ma tutti i sacerdoti della diocesi vengono convocati e interpellati per le questioni messe a tema. Si svolgono varie ‘elezioni’: quella del moderatore e del segretario dell’Assemblea; quella dei tre consultori del vescovo, ai quali il vescovo aggregherà altri tre sacerdoti; quella di due parroci per ‘la rimozione di un parroco’, e di altri due sacerdoti per le questioni economiche.
Buon ultimo, il vescovo Giampaolo parla a cuore aperto ai sacerdoti raccontando la gioia e la fatica della sua missione episcopale, con uno sguardo ampio sulla diocesi, sulle sue problematiche e opportunità e tracciando la mappa di alcuni percorsi e di alcuni aspetti della vita della diocesi, con particolare attenzione alla iniziazione cristiana, agli strumenti di comunicazione, alla situazione economica della diocesi, alle prospettive per il futuro. Il cammino si apre davanti a noi nel contesto di una Chiesa dentro il mondo, con nuovi problemi e nuove opportunità, nella speranza dell’azione dello Spirito Santo che sempre rilancia la missione della Chiesa. Viviamo in un mondo sempre più grande e complesso, aperto all’infinito non solo delle stelle e delle galassie che abbiamo scoperto attraverso il ‘planetario’ visitato nella casa, ma nella larghezza, ampiezza e profondità del cuore di Dio che ci ama.

Angelo Busetto