Il Consiglio pastorale diocesano, riunitosi sotto la presidenza del vescovo sabato 18 gennaio alla Navicella, dopo il momento di preghiera e di riflessione guidato dal vicario generale mons. Simone Zocca, è stato introdotto dall’intervento del vicepresidente Pierangelo Bagatella, che ha ripercorso brevemente il cammino sinodale a livello nazionale e locale, informando che a metà dicembre è giunto alle diocesi uno “Strumento di lavoro”, frutto della prima Assemblea sinodale italiana (Roma 15-17 novembre 2024), da cui scegliere, in questa fase “profetica” (dopo quelle narrativa e sapienziale), alcuni temi attorno ai quali ogni Chiesa locale darà il suo contributo per una successiva sintesi, che porterà all’elaborazione di un documento programmatico da elaborare nella seconda Assemblea, prevista dal 31 marzo al 4 aprile 2025, e da consegnare al discernimento dei vescovi nella loro Assemblea generale del 26-29 maggio 2025 per essere poi riconsegnato al popolo di Dio, in modo che le Chiese in Italia possano camminare sempre più insieme. Il vescovo ha ricordato che noi stiamo già lavorando su questi temi della terza fase, in particolare sull’identità di una “comunità cristiana”, sulla corresponsabilità ministeriale e sulla formazione; per quest’ultima, in particolare, è già stato chiesto a don Antonio Chiereghin di coordinare, coadiuvato da un’équipe, la creazione degli annunciati moduli formativi che potrebbero partire dal prossimo anno pastorale; ancora aperto il tema dell’iniziazione cristiana sul quale si attendono indicazioni a vari livelli. L’ordine del giorno della riunione prevedeva una rassegna e un confronto sul cammino delle Comunità cristiane sinodali avviate in diocesi e sull’esistenza e funzionamento dei Consigli pastorali.
Dagli interventi dei rappresentanti dei vari vicariati, che hanno preso tutti la parola, è emersa una situazione positiva e incoraggiante dal momento che le Comunità cristiane sinodali, pur in misura diversa e con qualche difficoltà in alcuni casi, stanno muovendo i primi passi con decisione in tutte le realtà, creando percorsi comuni tra le varie parrocchie, promuovendo consigli pastorali unitari, anche se provvisori, e momenti condivisi di formazione. Il cammino è appena iniziato però c’è il desiderio da parte di tutti di intraprendere questo nuovo percorso: segni eloquenti sono la edizione di un Foglietto settimanale comune tra le varie parrocchie pressoché in tutte le nuova Comunità cristiane sinodali, anche in Centro storico a Chioggia e a Porto Viro, dove il cammino può essere ritenuto più complesso rispetto ad altre sostanzialmente già abbastanza aggregate anche in precedenza; l’accordo per nuovi orari delle messe che privilegino sul numero l’efficacia e la dignità della celebrazione; la collaborazione nei percorsi catechistici. Di fronte ad alcune esitazioni e timori, espressi nel corso del dialogo, è stato ribadito che vanno salvaguardate anche le piccole comunità, aiutandole ad unirsi al cammino comune ma sempre nell’ottica della sussidiarietà.
In merito al secondo punto si è discusso su come sono organizzati i consigli pastorali e ci si è chiesto se essi sono davvero l’anima della vita parrocchiale: qui sono emerse esperienze positive, ma anche difficoltà di organizzazione e talvolta di comunicazione. In genere c’è un momento di preghiera e riflessione iniziale, a volte si affrontano temi portanti sulla traccia delle Lettere pastorali del vescovo ma spesso il discorso si sviluppa a livello di programmi e iniziative pastorali dei vari periodi dell’anno liturgico. Si è constatato che pressoché in nessun caso ci sono state elezioni vere e proprie; a volte si tratta di persone scelte dal parroco o di rappresentanti di gruppi o ruoli o anche di qualche comitato che collabora con la parrocchia; di solito non c’è un vicepresidente laico (il presidente è ovviamente sempre il parroco), mentre in alcuni casi c’è un segretario che redige i verbali. Il vescovo ha comunque ricordato che verrà aggiornato uno Statuto dei Consigli pastorali, indicandone meglio le caratteristiche e la funzione, in vista di un rinnovamento di tali organismi. Ci si è chiesto, poi, se la costituzione di Consigli pastorali delle Comunità cristiane sinodali possa in qualche modo ovviare a quelli vicariali che potrebbero avere solo una funzione di coordinamento per alcune attività comuni. Buona prassi sarà quella di proporre in precedenza al livello inferiore anche i temi previsti nel Consiglio pastorale diocesano in modo che ci sia un flusso organico di riflessioni e proposte su temi concordati. Il vescovo ha suggerito di dare sempre spazio ad un momento di meditazione sulla parola come orientamento delle riunioni.
Si è poi concluso ribadendo che il cammino sinodale continua in Diocesi in collegamento con la Chiesa italiana, alla quale si potrà far pervenire il contributo della nostra Chiesa locale anche, come richiesto, in quest’ultima fase, accennando alle nostre esperienze in corso. La prossima riunione del Consiglio pastorale diocesano è stata concordata per sabato 8 marzo alle 15.30 nella stessa sede.