Le CCS, la Parola, i coordinatori

Note dal Consiglio pastorale diocesano

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Pubblichiamo, come proposto nella prima riunione del Consiglio pastorale diocesano del nuovo anno 2024-25, una sintesi dei lavori.
L’incontro dei consiglieri, convenuti da tutta la diocesi nel pomeriggio di domenica scorsa 3 novembre presso le opere parrocchiali del santuario Madonna della Navicella, era presieduto dal vescovo Giampaolo e guidato dal vicepresidente Pierangelo Bagatella, che, dopo il momento di preghiera, ha introdotto i lavori accennando all’esperienza vissuta nella piccola comunità di Dolfina mettendo in risalto la bella partecipazione e allo stesso tempo la necessità d una formazione cristiana per un giudizio equilibrato sugli eventi contemporanei.

Intervento del vescovo

Il vescovo, prendendo la parola, ha paragonato la nostra Chiesa locale ad una casa che necessita di essere ristrutturata, obiettivo che propone appunto la sua Lettera pastorale delineando due percorsi: quello strutturale, creando 17 Comunità cristiane sinodali (CCS) come evoluzione delle precedenti Unità pastorali (UP), e quello contenutistico che sarà sviluppato in un percorso che ci vedrà coinvolti nei prossimi anni.
Quest’anno – come già indicato – rifletteremo sulla Parola perché a partire dalla Parola possiamo definire se siamo davvero cristiani; il prossimo anno si rifletterà sui sacramenti, in particolare sull’Eucaristia interrogandoci sulle nostre celebrazioni; il terzo anno sulla fraternità: infatti, se la Parola ci mette in discussione e se celebriamo meglio, forse scopriamo di più anche di essere concretamente fratelli e sorelle; il passaggio successivo sarà la missione.
Ci sono alcuni cantieri già aperti da quest’anno: l’iniziazione cristiana, ragionando insieme senza stravolgerne l’attuale percorso ma applicando dei correttivi; la stesura di uno statuto per omologare i consigli pastorali; la continuazione del percorso di rinnovamento della Caritas che ha già compiuto dei passi in avanti; inoltre si cercherà di fare chiarezza sui rapporti con le comunità da parte dei vari comitati presenti nelle parrocchie.
Quanto alla questione dei ministeri laicali, in attesa di una loro più precisa definizione, si punterà piuttosto sui dei coordinatori di ambiti nelle varie CCS, figure di laici ai quali viene data una certa responsabilità nel cammino di maturazione verso la comunità sinodale. Non ci deve essere l’ansia di raggiungere subito i risultati, ma, convinti fermamente che il Signore ci sta aiutando, continuiamo nel processo di riflessione e coinvolgimento di tutte le realtà delle nostre CCS.

Lavori di gruppo

Nella seconda parte dell’incontro si è proceduto a lavori di gruppo interrogandosi su quali domande, dubbi o proposte emergano dalla prospettiva sulle CCS; su quali punti di irradiazione della Parola esistano nelle varie comunità e su quali suggerimenti dare in riferimento alle figure degli operatori pastorali e dei coordinatori pastorali.
Nelle relazioni dei gruppi è stata evidenziata la necessità di un maggior coordinamento tra le varie realtà parrocchiali, associazioni e movimenti, in modo da non avere sovrapposizioni di incontri e proposte.
Qualcuno si è chiesto cosa significhi essere comunità sinodale se ogni comunità mantiene il suo parroco. In ogni caso, più che costituire Comunità cristiane sinodali occorre “essere” Comunità cristiane sinodali, superando i campanilismi e maturando la consapevolezza che le CCS permettono di valorizzare anche le piccole comunità.
E’ necessario, tra l’altro, che anche eventuali proposte e decisioni (ad esempio sulla distribuzione e gli orari delle messe) siano condivise con i laici e non stabilite direttamente solo dai sacerdoti.
Per raggiungere gli obiettivi che ci stiamo ponendo sono comunque necessari tempi lunghi. In alcune comunità si registrano già delle realtà positive (ad es. a Ca’ Tiepolo o al Buon Pastore), in altre, specialmente nella fascia degli anziani, si fatica ad accettare questa nuova proposta; a volte pesano anche le distanze tra le località.
Il taglio di alcune messe domenicali è più facile da comprendere per quanti sono più dentro alla vita ecclesiale, mentre è più difficile per coloro che partecipano solo alla messa.
Si potrebbe partire dalle giovani famiglie proponendo magari delle domeniche a tema con pranzo comunitario.
Quanto ai punti di irradiazione della Parola si è constatato che in molte comunità – o sempre in un posto o a volte in forma itinerante nelle varie chiese e in alcuni casi anche in punti di ascolto in famiglia con un’attenzione missionaria; ma talora in forma separata in alcune associazioni – esiste già l’incontro settimanale sul Vangelo della domenica (a questo riguardo si è suggerito di non trascurare le altre letture), mentre solo raramente c’è un incontro specifico periodico di formazione sulla Scrittura.
Sugli operatori e i coordinatori pastorali, infine, si è precisata la distinzione di ruolo, sottolineando il compito più ufficiale affidato a questi ultimi e il loro rapporto di referenti anche con gli uffici diocesani; in ambito catechistico ci sono già anche dei coordinatori.

Conclusioni

A conclusione il vescovo ha ricordato che questo dev’essere anche il momento delle scelte, poiché la fede deve diventare appunto una “scelta”; allo stesso tempo occorre essere capaci di iniziativa e creatività. Quanto alle associazioni e ai movimenti, e anche alle stesse congregazioni religiose che operano in diocesi, tutti rappresentano carismi diversi e tutti sono dei grandi doni, ma è necessario lavorare insieme sentendosi parte di una stessa Chiesa locale.

Verso il Giubileo 2025

Il vicario generale mons. Simone Zocca ha infine illustrato le iniziative riguardanti il Giubileo, come sarà vissuto in diocesi: l’apertura avverrà il 29 dicembre 2024 con un pellegrinaggio dalla chiesa di san Giacomo alla Cattedrale e durante tutto l’anno ogni CCS (o come vicariato) è invitata a compiere il pellegrinaggio alla Cattedrale nei tempi e nelle modalità da concordare, prevedendo prima due momenti di catechesi e una celebrazione penitenziale. In tutta la diocesi, e in modo speciale in alcune chiese, vi sarà la disponibilità di sacerdoti per le confessioni.