Chioggia. Organizzata dalla “Fondazione della Pesca”

Tradizionale Festa del pescatore a San Domenico con il vescovo

La santa messa, le gradite premiazioni e la benedizione del mare

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Grande partecipazione domenica 31 luglio nella chiesa-santuario del Cristo di S. Domenico a Chioggia alla “Festa del pescatore”, organizzata dalla Fondazione della Pesca, di cui, per statuto, è presidente il sindaco della città, Mauro Armelao, e da diversi anni direttore proprio l’organista della chiesa di S. Domenico, il dr. Walter Salvagno. Erano presenti al rito, insieme a molti pescatori e ai loro familiari, oltre al sindaco, con la bandiera della città portata da agenti della Polizia municipale in alta uniforme, molte autorità civili e militari, assessori, consiglieri, comandanti delle varie armi presenti nel territorio, in particolare la Marina Militare-Guardia Costiera. All’omelia il vescovo Giampaolo, che era accompagnato nella celebrazione dal parroco don Massimo Ballarin, oltre a commentare il vangelo domenicale – rilevando, tra l’altro, la fugacità dei beni terreni e il valore di ciò che è essenziale – ha evidenziato l’importanza economica e sociale del settore della pesca, un lavoro già in sé faticoso e oggi in grandi difficoltà per le varie contingenze ben note. Il rito era animato dai canti del “Coro Popolare Chioggiotto” diretto dal M.° Loris Tiozzo e accompagnato appunto dall’organista Salvagno.

Dopo la celebrazione eucaristica la “Festa” è continuata con la tradizionale premiazione di alcuni pescatori anziani (Denis Bacci, Dino Bertotto, Fabio Chiereghin, Denis Padoan, Domenico Vigno e, alla memoria, Davide Scarpa e Luciano Tiozzo Compini, presenti le rispettive mogli): a ciascuno una medaglia d’oro, una pergamena e una grande icona del Cristo di S. Domenico, consegnate dalle varie autorità presenti, compreso il vescovo che si è voluto intrattenere anche in questa fase più civica. 

Il sindaco Armelao, dal canto suo, dopo aver ringraziato il vescovo e tutti i presenti e sottolineato anch’egli l’importanza del settore peschereccio e dell’indotto per tutta la città, ha voluto rivolgere anche un esplicito ringraziamento alle associazioni Assodarma e all’Avis, i cui membri, alternandosi, da diversi mesi si rendono disponibili per una “presenza attiva” nel Santuario, spesso in precedenza oggetto di furti e danneggiamenti. 

La terza fase della “Festa”, dopo il trasferimento a piedi in piazza Vigo, è stata aperta dalle esecuzioni della Banda cittadina prima che l’autorità e gli invitati salissero sul motopeschereccio “Superbo” per avviarsi alla benedizione del mare. 

Com’è noto, da tempo, diventa impossibile la partecipazione di altri pescherecci che non possono muoversi dal porto in periodo di fermo pesca e abbisognano comunque di permessi speciali per il trasporto di persone: il che rende meno suggestiva l’uscita in laguna e in mare, compensata però da un discreto numero di imbarcazioni da diporto che hanno liberamente e festosamente seguito l’“ammiraglia”. La cerimonia è consistita, come sempre nei due momenti caratterizzanti: un mazzo di fiori recato alla statua della “Madonnina della laguna” col saluto dell’ “alzaremo”, preparato da un breve momento di preghiera da parte del vescovo con accanto il sindaco; quindi, più al largo, anche qui dopo un momento di preghiera e la benedizione del vescovo Giampaolo, il lancio in mare di una corona d’alloro in memoria delle persone perite in mare. 

Nel corso della celebrazione il vescovo ha preannunciato anche che la “Festa dell’Apostolato del mare” – sulla celebrazione della quale aveva avuto una richiesta da Roma appena arrivato in città – il prossimo anno 2023 sarà celebrata senz’altro a Chioggia, avendo dato già il suo assenso. E’ giusto rilevare come la chiesa-santuario sia stata preparata ottimamente dalle persone volontarie che si dedicano alla sua custodia e alla cura del servizio liturgico; qualche giorno prima, a cura dell’organista Walter Salvagno, un tecnico organaro è intervenuto per sistemare al meglio il prezioso e duplice (meccanico ed elettrico) strumento musicale, le cui canne sono state trovate purtroppo danneggiate non si sa da chi, ma pienamente ripristinate. (foto G. Albertini)  

Vito