Comprendere la Bibbia - 99

Il canone del Nuovo Testamento (I)

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Gli scritti del Nuovo Testamento sorsero in gran parte per motivi occasionali; erano destinati a singole comunità e non alla chiesa universale. Ogni comunità viveva della predicazione orale dell’apostolo da cui era stata fondata, integrata da eventuali suoi scritti. Dal NT appare che solo alcuni scritti erano destinati a più comunità: Giacomo 1,1: Alle dodici tribù disperse nel mondo; 2 Corinti 1,1: A tutti i santi dell’intera Accana; 1 Pietro 1,1: Ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, nell’Asia e nella Bitinia; o giravano come circolari dirette a più comunità.

Il canone del NT venne fissato in epoca post-apostolica: nelle singole chiese si passò lentamente da una raccolta incompleta a una sempre più completa fino agli elenchi e alle decisioni magisteriali del IV e V secolo. I criteri per la conservazione e accettazione furono: a) L’origine apostolica reale o presunta dello scritto; b) L’importanza della comunità per la quale lo scritto fu composto; c) La conformità con la regola della fede; d) Talvolta anche il caso (come per la lettera a Filemone in rapporto ad altre lettere di Paolo andate perdute).

I quattro vangeli, che riferiscono i fatti e detti di Gesù, anche se non sono gli scritti più antichi del NT, furono i primi a essere collocati sullo stesso piano dell’AT e a essere riconosciuti come normativi per la comunità cristiana [canonici]. I padri apostolici forniscono la prova che all’inizio del II secolo le grandi chiese possedevano una collezione di libri designati con il termine “vangeli”. Verso il 140 il vescovo di Gerapoli, Papia, conosceva i vangeli di Marco e Matteo. Giustino (†165 ca.) pone i vangeli sullo stesso piano delle Scritture ebraiche: Nel giorno chiamato del sole ci raccogliamo in uno stesso luogo, dalla città e campagna, e si fa la lettura delle Memorie degli apostoli [Vangeli] e degli scritti dei Profeti, sin che il tempo lo permette (PG 6,429). Ireneo di Lione († 202 ca.) parla di vangelo quadriforme: un unico vangelo da quattro prospettive diverse, quella di Matteo, Marco, Luca e Giovanni

Tra la fine del I secolo e gli inizi del II, anche tredici Lettere di Paolo (corpus paulinum) erano conosciute in Grecia, in Asia minore e in Italia. Una conferma viene dalla seconda lettera di Pietro 3,15-16, che pone le lettere di Paolo sullo stesso piano delle altre Scritture. Quindi quando viene scritta la 2 Pietro (non oltre il 125 d.C.), almeno alcune lettere di Paolo godevano assieme ai vangeli di garanzia e autorità apostolica. Nel corso della prima metà del II secolo abbiamo poche testimonianze riguardanti gli altri scritti apostolici; nella seconda metà del II sec. invece gli Atti degli Apostoli, l’Apocalisse e almeno la 1 Giovanni e 1 Pietro erano considerate canoniche.

Nel II secolo due fattori contribuirono alla fissazione del canone del NT: l’eresia di Marcione e lo gnosticismo. Marcionenon rifiutò solo l’AT nella sua totalità, ma negò anche parte del NT. Accettò come testi sacri dieci lettere di Paolo (escludeva Ebrei, 1 e 2 Timoteo, Tito e Filemone) e una versione del vangelo di Luca depurata da tutti gli accenni al Dio dell’AT. Lo gnosticismo si mosse in direzione opposta, vantando rivelazioni particolari ottenute in incontri segreti con Cristo risorto, produsse nuovi vangeli e lettere che asseriva essere di origine apostolica. Il fatto che Marcione († 160 ca.) abbia decurtato il canone prova indirettamente che al suo tempo esisteva un canone più ampio, infatti, Ireneo di Lione lo accusa di averlo mutilato. Tertulliano († 230 ca.), dopo aver affermato che i Testamenti sono due, afferma che il NT è composto dai quattro vangeli, da tredici lettere di Paolo, dalla lettera agli Ebrei, dalla prima lettera di Giovanni e dagli Atti degli Apostoli.

Gastone Boscolo