Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera

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Celebriamo in questa domenica la solennità della Pentecoste. E’ la festa del dono dello Spirito Santo alla Chiesa che, guidata proprio dallo Spirito Santo, inizia il suo cammino come Chiesa missionaria. È una delle solennità più importanti e centrali della nostra fede. Insieme alla Pasqua, con la quale forma un unico mistero, perché ne è il compimento diventa la festa centrale, focale, del nostro essere cristiani, rappresenta il cuore del mistero della nostra fede, quello che dà significato al nostro credere, ossia la testimonianza.

Nel racconto del giorno di Pentecoste, che gli Atti degli Apostoli (At 2,1-11) ci forniscono, si descrive il percorso dei primi tempi della Chiesa. Gli Apostoli, rinchiusi, impauriti, orfani del loro Maestro, salito al cielo, rinunciatari e rassegnati, si ritrovano improvvisamente pieni dello Spirito del loro Signore che dona loro e la forza  di fidarsi, come figli, ad un Padre che li ama.

La Solennità della Pentecoste chiude il tempo di Pasqua. Il nome deriva dalla festa ebraica della Pentecoste: il 50° giorno dopo la Pasqua gli ebrei celebravano la festa di ringraziamento per la mietitura del grano e commemoravano solennemente la consegna delle Tavole della Legge data da Dio a Mosè sul monte Sinai.

Dopo l’Ascensione del Signore, i discepoli aspettavano a Gerusalemme la venuta dello Spirito Santo che Gesù aveva loro promesso. Proprio il giorno di Pentecoste, mentre essi si trovavano riuniti insieme con Maria in un medesimo luogo (secondo la tradizione, nel Cenacolo, lo stesso luogo dove Gesù aveva istituito l’Eucaristia) lo Spirito discese su di loro e trasformò radicalmente la loro esistenza. Oggi la Chiesa celebra proprio l’evento nel quale si è pienamente compiuta la promessa di Dio, prima predetta dai profeti e poi annunciata da Gesù stesso.

Gesù non è venuto sulla terra per donarci un’altra legge scritta, ma una presenza viva: quella dello Spirito Santo. Con questo dono Gesù risorto è veramente con noi, come presenza nuova, come forza interiore, come chiarezza nuova e misteriosa che ci guida nelle scelte decisive della vita.

Noi incapaci di rispondere all’amore di Dio, incapaci di comprenderlo e seguirlo nei suoi progetti, dopo esser stati salvati, veniamo raggiunti dalla forza dello Spirito, e veniamo abilitati a compiere coerentemente la nostra vocazione.

Nel Vangelo di oggi Gesù elenca, in modo particolare, una caratteristica del dono dello Spirito. Lo Spirito Santo è chiamato Paraclito: “Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre …” (Gv 15,26). Paraclito era il termine usato per gli avvocati di quel tempo; l’imputato che poteva permetterselo, quando era chiamato in giudizio, assumeva un avvocato che però non rispondeva al suo posto, ma gli si faceva vicino suggerendogli all’orecchio cosa dire. Ecco, lo Spirito Santo è colui che ci sta vicino, anzi, è nel nostro cuore, e ci suggerisce la verità, ci orienta verso il vero bene. Lui è lo Spirito di Verità che rende testimonianza a Gesù, convertendo i cuori e confermando gli uomini nella fede, facendoci comprendere meglio le Parole del Signore e aprendoci gli occhi a riconoscere il peccato.

San Paolo nella lettura che ascoltiamo nella Messa di oggi, tratta dalla lettera ai Galati (5, 16-25), ci illustra il cammino spirituale che il cristiano è chiamato a percorrere in ascolto dello Spirito Santo. L’Apostolo raccomanda di camminare secondo lo Spirito per non tendere a soddisfare il desiderio della carne. Questi desideri sono contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda. Se, invece, il cristiano si lascia guidare dallo Spirito, non sarà sotto la Legge.

Lo Spirito Santo noi lo abbiamo ricevuto nel Battesimo e nella Cresima e oggi immersi, mediante la grazia santificante, nel mistero trinitario del Padre, Figlio e Spirito santo, noi camminiamo in santità di vita. Una santità che passa attraverso l’invocazione continua dello Spirito, come canteremo nella Sequenza, perché mandi a noi dal cielo un raggio della sua luce, sia nostro dolcissimo sollievo e nella fatica sia il sicuro riposo, nel caldo il refrigerante riparo, nel pianto il vero conforto.

Don Danilo Marin