sguardo pastorale

IL MINISTERO LAICALE DI CATECHISTA

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Il motu proprio di Papa Francesco, Antiquum Ministerium, con il quale istituisce il ministero laicale di catechista si fonda sulla convinzione comune che di esso si trovino già i primi rimandi nel Nuovo Testamento, lì dove per riferirsi al servizio dell’insegnamento l’Apostolo Paolo parla dei “maestri” nella prima lettera ai Corinti: «Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri». In un altro passaggio, questa volta nella lettera ai Galati, l’Apostolo dice: «Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce». Qui già ci si riferisce ai frutti degli insegnamenti sulla Parola e cioè la comunione dei beni.

All’istruzione catechistica è dedicato il capitolo secondo del titolo primo del terzo libro del CIC sulla “Funzione di insegnare della Chiesa”. Sono otto i canoni che regolano la catechesi, quale forma di insegnamento della fede cristiana, seconda solo alla predicazione: essa è ritenuta come uno dei doveri propri e gravi dei pastori affinché la fede diventi viva, esplicita ed operosa nei fedeli (can. 773). Come la predicazione neanche la catechesi è esclusiva dei ministri ordinati, anzi la sollecitudine per essa riguarda tutti i membri della Chiesa (cf. can. 774). Tra questi, i primi sono i genitori che sono tenuti all’obbligo di formare i figli con la parola e l’esempio ma è il parroco che è tenuto a curare e organizzare la formazione catechistica nella sua parrocchia ricorrendo all’aiuto dei catechisti, che devono essere debitamente preparati a svolgere il loro incarico (cf. cann. 776 e 780).

Quello che finora era considerato un incarico che, pur rispondendo ad un’azione fondamentale della missione della Chiesa, è rimasto – nella realtà dei fatti – affidato alla buona volontà di alcuni ora diventa un vero e proprio ministero, cioè un servizio stabile all’interno della Chiesa per garantire il quale è previsto un discernimento e un incarico ufficiale da parte del vescovo attraverso un rito proprio.

Già Paolo VI, istituendo i ministeri del Lettore e Accolito, aveva dato la possibilità che le varie Conferenze episcopali si facessero promotrici della ministerialità nella Chiesa: per necessità o utilità rispetto alla propria regione esse potevano richiedere alla Santa Sede l’istituzione di altri ministeri, tra i quali veniva citato proprio quello del Catechista.

La decisione di Papa Francesco, dunque, sospinge la Chiesa tutta a compiere un altro passo in avanti nel recuperare quel volto ministeriale che caratterizzava, nei suoi inizi, la comunità cristiana. Nel suo scritto il Papa ripercorre dunque l’ampia diffusione della ministerialità nella Chiesa e la lunga tradizione che riguarda la figura del catechista, dal momento che «lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana».

L’istituzione del ministero è, quindi, dovuta, perché esso possiede una forte valenza vocazionale che richiede il discernimento e il conferimento da parte della Chiesa.

Don Simone Zocca