COMPRENDERE LA BIBBIA - 40

La vita con i Romani

Centurione e soldato romano 2
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I Romani assunsero il controllo della Palestina nel 63 a.C., e dopo la morte di Erode il Grande divisero il paese tra alcuni dei suoi discendenti (Archelao, Erode Antipa ed Erode Filippo), che avevano il potere della gestione degli affari interni, ma politicamente erano sottomessi a Roma, con il rischio di venire destituiti se la loro politica non si accordava con le linee di Roma. I soldati romani erano dappertutto. La maggior parte di essi erano individui esigenti, ma corretti, come il centurione che aveva fatto ricostruire la sinagoga di Cafarnao e come Cornelio, che cercava di vivere da uomo retto. Allo stesso tempo però i Romani erano intransigenti e non tolleravano sfide. Naturalmente erano molti i soldati romani che approfittavano della loro posizione. Alcuni soldati costringevano la popolazione locale a lavorare per loro, pretendendo tutto ciò che faceva loro comodo, e ricorrendo a intimidazioni in caso di rifiuto. Probabilmente Gesù si riferisce a queste situazioni quando diceva di camminare per un altro miglio, o porgere l’altra guancia o dare il mantello in aggiunta alla tunica, e quando parlava di amare i propri nemici e persecutori (Mt 5,38-48). Anche Giovanni il Battista doveva avere in mente queste situazioni quando diceva ai soldati: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; contentatevi delle vostre paghe» (Lc 3,14).

I Romani nominavano ebrei locali per l’ufficio di riscossione delle tasse, i pubblicani. Era accettabile che dal loro lavoro ricavassero qualche utile economico, ma in realtà cercavano di trarne il maggior profitto possibile. Proprio per questo, a causa dei guadagni colossali che realizzavano, la gente comune li considerava collaboratori, traditori e ladri. Giovanni il Battista metteva in guardia gli esattori delle tasse che venivano a farsi battezzare, dicendo loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato» (Lc 3,13). Zaccheo aveva fatto molto bene i suoi interessi nella sua lunga carriera di esattore delle tasse. Egli offrì di ripagare il quadruplo a quelli che aveva defraudato, il che costituiva il massimo previsto dalla Torah per quanto riguardava la restituzione (Es 22,3). Decise anche di dare metà dei suoi beni ai poveri (Lc 19,8). Gli esattori delle tasse erano persone abili, istruite e ricche. Dal punto di vista economico, sia Matteo che Zaccheo fecero grandi rinunce per seguire Gesù.

Nei confronti dei Romani è possibile riconoscere tre diversi tipi di atteggiamento. 1) Gli zeloti erano nazionalisti, estremisti e propugnavano il ricorso alla violenza contro le forze di occupazione romane. La loro opposizione armata a Roma in diverse occasioni costò la vita a molti di loro che subirono la condanna alla crocifissione. 2) Diametralmente opposta era la posizione dei sadducei, appartenendo alla ricca aristocrazia e alle famiglie sacerdotali, facevano tutto il possibile per trovare un modus vivendi con i Romani ed evitare scontri con loro. 3) Nel mezzo c’erano la gente comune e i farisei. Nonostante il loro atteggiamento di intimo rifiuto per i dominatori stranieri, la cosa più importante per loro era praticare liberamente la fede giudaica. La grande speranza però che caratterizzava tutti gli ebrei era l’arrivo di un capo (il Messia) che li avrebbe liberati dalla dominazione straniera e avrebbe ristabilito la sovranità e libertà della nazione. Gesù visse in questo clima di attesa spirituale e politica.

(40. segue)

Gastone Boscolo

Nella foto: un centurione (in primo piano a destra) e un soldato romano.