COMPRENDERE LA BIBBIA - 20

Il lavoro (II)

Mestieri
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Il pastore

Le pecore e le capre avevano un grande valore ai tempi biblici, fornivano lana, carne e latte, perfino le corna degli ovini erano utilizzate per realizzare speciali trombe o come contenitori per l’olio. Il pastore teneva pecore e capre nello stesso gregge. Le capre davano molto latte e il loro pelo veniva utilizzato per produrre un tessuto grezzo, impiegato per le tende e per ricavare ruvidi abiti, la pelle invece era utilizzata per fabbricare recipienti per l’acqua e il vino. Il pastore in genere badava a tutte le pecore e capre del villaggio. Dopo le piogge invernali cresceva una gran quantità di erba nei campi vicini al villaggio dove il bestiame e le greggi pascolavano, e quando il grano era stato tagliato pecore e capre mangiavano le stoppie lasciate. Quando il caldo sole estivo seccava l’erba, il pastore doveva cercare pascoli (1Cr 4,39-40) e pozzi per abbeverare il gregge. Il pastore doveva inoltre tenere il gregge al riparo dalle bestie feroci (1Sam 17,34-36) e proprio per questo aveva con sé un pesante randello munito di pietre appuntite e una fionda per mettere in fuga i predatori (Sal 23,4). Usava anche un bastone o vincastro – talvolta ricurvo a un’estremità – che utilizzava per controllare le pecore e camminare nei luoghi impervi (Ez 20,37-38). Alcuni pastori mentre sorvegliavano il gregge suonavano un piccolo flauto. Di notte il pastore doveva trovare un posto sicuro per custodire le pecore, spesso le portava in una grotta (Lc 2,8) e si sdraiava all’ingresso per impedire che entrassero animali selvatici, diventando così la “porta delle pecore” (Gv 10,7); in caso di assenza di grotte costruiva un rozzo steccato di pietre o frasche. Il pastore trascorreva molto tempo con le pecore, imparava a conoscerle e a ciascuna assegnava un nome (Gv 10,14). Alla fine dell’estate pecore e capre venivano tosate, e una volta terminata la tosatura si celebrava una festa (1Sam 25).

L’artigiano

Il falegname costruiva case, fabbricava porte e intelaiature, serrature di legno, tavoli, sgabelli e cassepanche per la casa, costruiva anche aratri, gioghi, e pale per i contadini. Non disponeva però di molto legname perché la vegetazione arborea in Palestina scarseggiava. Per svolgere queste attività il falegname usava attrezzi quali la sega e la scure; la lama della scure era di pietra o bronzo ed era assicurata a un manico di legno. Il vasaio fabbricava con l’argilla recipienti per contenere cibi e bevande e conservare gli alimenti. I primi vasai fabbricavano ciotole e brocche arrotolando lunghe strisce di argilla e poi avvolgendole una sull’altra, levigavano poi la superficie irregolare e facevano essiccare il vaso. Successivamente i vasai scoprirono che avrebbero potuto fabbricare recipienti levigati e sferici utilizzando una speciale ruota, azionata dapprima a mano e in seguito con il piede. Quando i vasi erano asciutti, venivano spesso decorati con argilla di colore rosso o nero, oppure l’argilla veniva levigata per rendere la superficie lucida. Se voleva realizzare forme complicate, il vasaio non poteva usare la ruota. Le lampade a olio, che avevano un’apertura su un lato, erano fabbricate inserendo l’argilla in uno stampo di legno per darle la forma desiderata. Una volta che la argilla era essiccata, il vasaio la metteva in un forno speciale per cuocerla. Anche il conciatore di pelli era importante, di solito lavorava vicino a un corso d’acqua fuori del villaggio, il suo laboratorio infatti emanava un odore poco gradevole. La pelle degli animali era utilizzata per fabbricare diversi oggetti: otri, cinture, elmetti per i soldati, scudi e fionde. Talvolta il conciatore tingeva la pelle prima di iniziare a fabbricare sandali, cinture o altri articoli da vendere. (20. segue)

Gastone Boscolo