COMPRENDERE LA BIBBIA - 17

La casa

Casa-palestinese-esterno
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La vita familiare era incentrata sulla casa, che veniva costruita sia tenendo conto delle condizioni climatiche sia delle disponibilità limitate di denaro e di materiali da costruzione. Le persone povere abitavano in case molto piccole, costituite da una sola stanza. La casa in genere era costruita con mattoni di fango o con rozze pietre e pietrisco. Nei muri screpolati potevano annidarsi insetti e serpenti (Am 5,19). I muri erano molto spessi, per mantenere la casa fresca nelle calde giornate estive, e calda durante le fredde notti invernali.

La casa aveva, molto in alto sulla parete, una piccola finestra senza vetri che riparassero dal vento e dalla pioggia, ma talvolta d’inverno veniva coperta con una pelle di animale. La casa aveva un’unica porta, che di notte veniva chiusa con una sbarra collocata di traverso, era illuminata da una lampada a olio che si collocava su una mensola (Mt 5,15). Le lampade più economiche erano di terracotta, le più costose di bronzo o altri metalli. Queste lampade erano alimentate con olio di oliva, pece o cera, ed erano provviste di stoppini di lino. Erano lasciate accese per tutta la notte. La luce indicava a tutti quelli che erano fuori che in casa si trovavano persone che dormivano.

All’interno della casa di solito si trovavano due piani. Il piano inferiore, vicino alla porta, aveva un pavimento in terra battuta. Spesso di notte vi si tenevano gli animali, come l’asino, una pecora e il cane da guardia. La famiglia accendeva il fuoco in questa parte della casa, per riscaldare la stanza e per cucinare i pasti. La maggioranza delle case era sprovvista di camino, per cui le pareti e il soffitto diventavano neri di fuliggine. Il piano superiore – quello più lontano dalla porta – aveva il pavimento di pietra, qui la famiglia consumava i pasti, si sedeva a parlare e dormiva di notte. Normalmente le famiglie avevano pochissimi mobili. Il più importante era il cassettone, in cui si conservavano i vestiti. Spesso le famiglie povere lo usavano anche come tavolo. Il cibo e le stoviglie venivano conservati su mensole o in piccoli armadi a muro. Alcune famiglie per sedersi avevano semplici sgabelli o sedie di legno, ma molti si sedevano sul pavimento. I poveri dormivano su pelli di animali, le persone più ricche avevano materassi ruvidi. Come cuscini si usavano pelli di pecora riempite di lana o di piume.

La casa era provvista di un tetto piatto costruito con rami sistemati su grosse travi di legno. Quando pioveva, il tetto non era molto impermeabile. In primavera, i semi che si erano posati sul tetto iniziavano a germogliare e gli conferivano un colore verde. La famiglia si serviva molto del tetto, su cui si saliva con scale che correvano lungo il muro esterno della casa (2Re 19,26; Mt 10,27; At 10,9). Spesso sul tetto si facevano essiccare cereali e frutta, e veniva conservata parte del raccolto. Nelle calde notti d’estate, la famiglia si portava sul tetto per dormire. Spesso gli uomini salivano sul tetto per pregare, e vi deponevano anche i loro attrezzi. Una legge speciale prevedeva che ai bordi del tetto ci fosse un basso parapetto per evitare che le persone cadessero (Dt 22,8). Durante il giorno la famiglia non trascorreva molto tempo all’interno della casa. Erano tutti impegnati a lavorare nei campi, o a svolgere attività in cortile o nel giardino.

(17.segue)

Gastone Boscolo

(Foto: casa palestinese, esterno)