COMPRENDERE LA BIBBIA - 5

Dio

Dio creazione di Adamo
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Dio si è rivelato progressivamente agli uomini, e la Bibbia non è altro che la storia della sollecitudine, dell’amore e della misericordia di Dio verso gli uomini. Di fronte al brulichio delle mitologie pagane, la Bibbia afferma: Dio è unico, verità che non è affatto contraddetta dalla rivelazione della Trinità, che costituisce l’apporto del Nuovo Testamento. Di fronte ai falsi idoli «di legno, argento e oro» (Sal 115,4-7; Ger 10,3-5) il Dio biblico è il Dio Vivente, fonte di ogni vita. Mentre nel ciclo terrestre retto dal tempo tutto comincia e finisce, Dio è il solo eterno nella sua immutabile perfezione: non risiede solo nelle alture o nel Tempio di Gerusalemme, ma è presente ovunque (Sal 139,7-10; Ger 23,24; Am 9,2-4). Non è però un’entità panteistica: è un Essere personale, come dimostrano i suoi dialoghi con gli uomini (Gen 15,1-16), gli ordini che dà (Es 20,1-17), le alleanze che stipula (Gen 15,17-21), l’amore «geloso» che esige (Es 20,5; Dt 4,24), le preghiere che ascolta (Es 2,24; 22,22; Sal 10,17). Il suo potere è senza limiti, tutto esiste solo grazie a lui. Invisibile perché immateriale, Dio si manifesta talvolta attraverso segni e visioni (Gen 12,7; 17,17; Es 3,2; Is 6,1-3); «abita» in mezzo al suo popolo nel tempo e fuori dal tempo (Es 25,8; Ez 37,27; Ap 21,3); si è calato tra noi tangibilmente con l’incarnazione del Figlio in Gesù Cristo (Gv 1,14; Rm 1,3; 8,3; Gal 4,4) divenuto. E’ il Dio «santo» che invita il suo popolo a partecipare alla sua stessa santità (Gs 24,19).

Non c’è dubbio che inizialmente i patriarchi abbiano usato, per indicare Dio, il termine più antico comune a tutte le lingue semite: El. Per i Cananei pre-israeliti, El era il «padre degli dei», la divinità suprema. Il termine sopravvive nelle denominazioni bibliche Eloah o Elohim e anche in altre formule quali El Shaddai (= Dio onnipotente»), El Elyon (= Dio altissimo), El Berith (= Dio dell’alleanza), El Olam (= Dio eterno). A partire dalla rivelazione a Mosè, JHWH resterà il solo vero «nome» del Dio biblico (Es 3,14), considerato parte della sua natura divina e sacro come Dio stesso. In ragione dell’infinito rispetto di cui questo nome deve essere circondato, gli autori ispirati esitano o si astengono completamente di scriverlo e/o pronunciarlo. Nel Deuteronomio, proprio per evitare di pronunciare il nome di Dio, l’espressione «il Nome» (ha Shēm) diviene sinonimo di JHWH, altre volte è sostituito da Adonai (= Signore). Nel Nuovo Testamento l’equivalente greco di Adonai è Kyrios (= Signore), usato nella Bibbia dei Settanta per tradurre il tetragramma sacro (JHWH); altro termine normalmente utilizzato per indicare Dio nella Bibbia greca e nel Nuovo Testamento è Theós (= Dio). Nei vangeli ricorrono anche termini invalsi nell’uso e nella tradizione giudaica di quei tempi: «la Potenza» (Mt 26,64), «l’Onnipotente» (Lc 1,49), «il Benedetto» (Mt 14,61). 

La Bibbia afferma che esiste un solo Dio, ma talvolta si incontra l’espressione «Dio degli dei» o «Signore dei Signori» (Dt 10,17; Sal 136,2; Dn 11,36). Questa espressione non indica affatto l’esistenza di altre divinità, si tratta invece di un superlativo ebraico che troviamo anche in altre formule: «Santo dei santi» (= santissimo) o «Canto dei canti» (= canticissimo), quindi l’espressione significa «Dio perfetto». Questa formula assume un altro significato quando viene pronunciata da pagani che, anche se riconoscevano la supremazia del Dio d’Israele, non negavano però l’esistenza delle loro divinità; il re Nabucodonosor, nel libro di Daniele, parla di «Dio degli dei» in quest’ultimo senso (Dn 2,47). (5. segue)

Gastone Boscolo