SPUNTI OMILETICI - I DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

“E il tentatore si avvicinò e gli disse…”

LETTURE: Gn 2, 7-9; 3, 1-7; Sal 50;  Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11

prima-croce-con-stola-viola
Facebooktwitterpinterestmail

Tentato è il giusto a cui è stata affidata una missione, colui che vive la fede e l’obbedienza a Dio, colui che ha scelto Dio. Il racconto delle tentazioni avviene infatti dopo il battesimo e prima dell’inizio della missione di Gesù che Egli vive in obbedienza e fedeltà al Padre. La tentazione si presenta come seduzione diretta a portare il giusto a staccarsi da Dio e dalla fiducia in Lui. Essa viene dall’esterno, ed è influenzata da ciò che cade sotto i sensi e li sollecita e trova un alleato interno nella nostra fragilità. Il digiuno, per contro, è una condizione che comporta rinuncia, dominio di sé e preghiera. Nella prima tentazione entra in scena la fame, simbolo di ogni insaziabile desiderio di possedere, in alternativa a Dio e a quanto egli può donare. A questa insaziabile fame di possedere, che diventa idolatria, Gesù propone, oltre il pane, un altro alimento per l’uomo: la parola di Dio e l’obbedienza a Lui. Nella seconda tentazione il diavolo fa riferimento in maniera distorta alle Scritture per provocare in Gesù l’idea che Dio non verrà a salvarlo, sfidandolo nel farglielo constatare. Gesù non si lascia sedurre dalla pretesa di esigere da Dio la dimostrazione della sua potenza, segno di sfiducia e incredulità in Lui. Gesù risponde con la fermezza della fede nella sua presenza salvifica. La terza tentazione richiede a Gesù di rinnegare la signoria di Dio come se fosse satana a disporre del potere sul mondo, potere che egli dà a chi lo adora e lo serve. La gloria del mondo indica l’apparenza seducente e instabile del potere mondano. La risposta finale di Gesù è risolutiva: “Vattene, Satana”, esattamente come in Mt 16,23 quando Gesù dice lo stesso a Pietro che lo vorrebbe distogliere dall’obbedienza al Padre, perché questa comporta la lotta e la croce. Gesù si è schierato dalla parte di Dio e gli rimane fedele. La tentazione non lo distacca da Lui e dalla sua volontà. Alla fine il tentatore se ne va e giungono invece gli angeli che servono Gesù, manifestazione della presenza consolante del Signore in chi vince la seduzione del male. Nelle tentazioni di Gesù si rispecchia ogni tentazione umana che tende a separare l’uomo da Dio, a renderlo schiavo dello smodato avere, a insinuare sfiducia in Dio che salva sottomettendolo invece al potere di satana stesso che schiavizza e disumanizza l’uomo assetato di potere e di falsa gloria. Gesù vince la sfida delle varie seduzioni con l’esercizio della rinuncia che diventa ‘virtù’, cioè attitudine a resistere a ogni seduzione, tenendosi saldamente ancorato a Dio e alla sua parola. Così commenta il teologo Barth: “Non si tratta di indurre ad un crimine morale o giuridico, ma solo del ‘consiglio’ di non restare fedeli alla via già intrapresa dell’obbedienza a Dio”.

E noi siamo fedeli alla nostra via intrapresa con il battesimo e con ogni altro impegno assunto attraverso i sacramenti della cresima, matrimonio, sacerdozio, sacramento della penitenza?

 + Adriano Tessarollo