SGUARDO PASTORALE

Primi passi

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Se la direzione è segnata, come affermavamo lo scorso numero, ora si tratta di mantenere alcuni impegni, di sensibilizzare le nostre comunità su alcuni aspetti e di avviare alcuni percorsi formativi. Vale la pena provare ad esemplificare indicando alcuni primi passi, non che finora si sia rimasti fermi, per dare concretezza ad un cammino. Riteniamo importante che ogni comunità parrocchiale o unità pastorale crei l’occasione, o la mantenga se già la offre, per un incontro sulla Parola di Dio della domenica per far crescere il rapporto vitale con la Fonte della nostra speranza, restituendole un posto centrale nel cammino spirituale e nel discernimento personale e comunitario. Questa occasione permetterà al gruppo partecipante la preparazione della liturgia domenicale, approfondendo anche aspetti della struttura o simbologia della messa. L’obiettivo più ambizioso è quello di ravvivare la fede coltivando un rapporto più intenso con la Parola e rendere più partecipi i fedeli alla preparazione della liturgia. Ci sono poi alcune attenzioni da porre in atto in modo continuativo nei confronti di alcune figure ministeriali all’interno delle nostre parrocchie, in primis quella ad una formazione ordinaria dei catechisti: è necessario elaborare un percorso per ogni comunità, unità pastorale o vicariato che incontri le esigenze formative dei nostri catechisti su qualche tema. L’obiettivo è quello di poter offrire in loco alcuni incontri che garantiscano una formazione permanente e graduale dei catechisti.

Un altro passo da fare sarà quello di lavorare con i consigli pastorali parrocchiali per individuare una modalità che inneschi dinamiche di condivisione e ascolto delle situazioni più dolorose: in che modo ai ministri della comunione, che già visitano le nostre famiglie e gli anziani impossibilitati, si possono affiancare dei ministri dell’ascolto per poter offrire un sostegno e un accompagnamento nel tempo del lutto? L’obiettivo intermedio è quello di cominciare ad interrogarsi su chi all’interno della comunità parrocchiale abbia le qualità umane e spirituali per assumere questo compito e quale tipo di formazione debba essere offerta (individuando un iniziale percorso di quattro/cinque incontri). Sarà utile un confronto con l’ufficio della pastorale della salute e con il coordinamento della pastorale. Infine, a livello diocesano o vicariale, sarà necessario programmare un percorso che formi catechisti adulti in grado di preparare i genitori al battesimo dei loro figli. Anche la preparazione al battesimo non può più essere relegata ad un semplice incontro sbrigativo a ridosso della celebrazione del sacramento. L’obiettivo non è quello di porre un ulteriore filtro per accedere ad un sacramento, che non verrà mai negato di fronte ad una richiesta autentica e sincera, ma è quello di contribuire a porre le migliori condizioni per l’accoglienza del dono che apre le porte alla vita cristiana. Quindi, in linea anche con quanto emerso nella due giorni della CET al Cavallino, è importante coltivare l’ordinario della vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità parrocchiali perché è nella ordinarietà e quotidianità che dobbiamo avere gli strumenti e i doni dello Spirito per vivere la gioia e la bellezza della nostra fede

don Simone Zocca