Sguardo pastorale

Vergine dell’ascolto

Peire_Serra_Annunciazione
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L’immagine scelta come icona alla lettera pastorale che il vescovo Adriano ci ha consegnato domenica scorsa, all’apertura del nuovo anno pastorale, rappresenta l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria che è in atteggiamento di lettura e ascolto della Parola di Dio. L’opera artistica è una tempera su tavola del 1400/1405 di Pere Serra, artista spagnolo, ed è conservata ora nella Pinacoteca di Brera. In essa cogliamo una particolarità: in alto a sinistra un’immagine simbolica che rappresenta il bambino Gesù, il Cristo, già formato nel grembo della Vergine; si tratta di una iconografia che venne abolita con il Concilio di Trento (1545-1563) probabilmente per evitare qualche errore nella cristologia che potesse indurre a pensare che Maria aspettasse già il figlio nel momento dell’annuncio dell’angelo (è solo una supposizione, non uno studio, che si basa sull’osservazione della scena raffigurata). Ma al di là di questo è significativo notare come la Vergine sia, con la sua postura, tutta protesa verso la parola di Dio (il libro posto su un leggio) e contemporaneamente attenta a tenere sul grembo un altro libro che, a ragion veduta, si può pensare sia ancora il libro della Parola, quella Parola di Dio che comincia a prendere forma nel suo grembo di madre. Ancora, non possiamo non notare lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, che discende sulla Vergine e sembra puntare direttamente all’orecchio di Maria: a dire che la Parola di Dio può essere accolta nella sua verità solo sotto l’ispirazione dello Spirito che ce ne offre l’intelligenza e ce ne suggerisce la comprensione. È sempre lo Spirito che rende la Parola feconda nella nostra vita e ci permette, come Chiesa, di generare il Cristo nella storia. La scena, così composta, mi fa sempre più pensare di essere davanti a ciò che rappresenta il cuore dell’esperienza cristiana: il Cristo nasce lì dove trova dei cuori umili che continuano ad allenarsi all’ascolto della Parola e alla ricerca della volontà di Dio; la Chiesa è questo grembo di cuori umili che trovano la loro ricchezza in Colui che da ricco che era si è fatto povero per noi, perché diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà (cf. 2 Cor 8,9). “La sapienza non sta in quello che crediamo di sapere ma in quello che sappiamo ascoltare”, afferma il vescovo Adriano nel penultimo capoverso della sua lettera pastorale ricordando la preghiera del giovane re Salomone: è vero, bisogna ripartire sempre dall’ascolto della Parola! È proprio per questo che la Vergine Maria diventa icona di tutta la Chiesa. Molte volte partiamo in quarta con i nostri progetti perché siamo innamorati più dell’idea che abbiamo in testa e di come ci vediamo coinvolti nella loro ideazione, che di quello che possiamo veramente esprimere con la fatica della realizzazione. E allora capita che ci fermiamo a metà dell’opera dimostrando tutta la nostra avventatezza e insipienza. È necessario un maggior ascolto della Parola e della realtà, direi anche di un vero e sincero ascolto, affinché illuminati nell’intelligenza e affrancati nel cuore possiamo realizzare pezzi di Cielo in terra. Un vero ascolto ci rende umili, quindi capaci di accorgerci che per valere non occorre essere “i padroni ricchi” di noi stessi ma “i poveri” di Cristo, che come Lui si arricchiscono di quello che ricevono dal Padre e che come la Vergine Maria si fanno pellegrini della fede. Buon cammino!

don Simone Zocca