SGUARDO PASTORALE

Famiglia normale cercasi

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È il titolo di una serie di film proposti da una emittente televisiva. Una vera e propria carrellata su famiglie “accidentate” di tipologie tutte diverse tra loro, ognuna caratterizzata da avvenimenti, infortuni, sventure, casualità, scelte di vita e approcci alla realtà del focolare opposte tra loro. La realtà a volte supera l’immaginazione e, a partire da questo dato incontrovertibile, vengono descritte situazioni addirittura paradossali. Il giorno dell’Immacolata ho presieduto in una comunità parrocchiale la celebrazione eucaristica per gli anniversari di matrimonio.

Mi è stato facile far passare il messaggio che, come per Maria, anche per le famiglie Dio ha un progetto di bene che supera di gran lunga le nostre stesse attese. Solo che questo progetto si intreccia con eventi umani difficili da leggere e da accettare. Basta allungare in questi giorni il pensiero alle famiglie che nella discoteca di Corinaldo hanno visto spegnersi in maniera assurda i loro giovanissimi figli.

Ma gli esempi potrebbero essere tanti altri e riguardare anche legami spezzati, fedeltà infrante, violenze subite, inganni ed egoismi, errori commessi, torti e umiliazioni.

Tutto questo sta alle spalle di situazioni familiari complesse e inedite, tanto da farci interrogare: qual è la famiglia normale? Al termine della celebrazione il vicesindaco ha proposto un’analisi molto lucida della realtà familiare. La società si regge sull’istituto familiare.

È al suo interno infatti che si componevano i dissidi, si affrontavano le emergenze, si vivevano eroiche donazioni, si coltivavano progetti e si costruiva il futuro.

Obiettivo fondamentale erano la vita, l’educazione, il calore della tenerezza e la forza della testimonianza. Il soggetto era plurale. L’uso dell’imperfetto si impone, perché oggi purtroppo il soggetto è singolare, anzi individuale. La rivendicazione dei diritti si pone sul piano dell’avere, meno su quello dell’essere, e per niente sul piano del donare. Maria, assieme a tutta la famiglia di Nazareth, ci è modello proprio in questo difficile compito di leggere e accettare.

Ella infatti si apre allo stupore e percorre la via dell’obbedienza. In quel “Com’è possibile” detto all’angelo Maria esprime certamente i suoi dubbi, le sue paure, il suo sconcerto ma nello stesso tempo lo stupore con cui stava di fronte all’imprevisto da cui vedeva difficile se non impossibile prendere le distanze.

Gli evangelisti riferiscono che sempre ella meditava gli eventi conservandone i segreti nel profondo del cuore. Uno stupore che si apriva all’obbedienza della fede perché vedeva in tutto una provocazione all’amore, al dono, al sacrificio: “Si compia in me secondo la tua parola”. Amore, dono, sacrificio.

Che non siano proprio queste le cartine al tornasole della famiglia “normale”?

L’istituzione classica è ormai saltata e si vanno configurando forme di relazioni familiari molto discusse, accettate o rifiutate a seconda della prospettiva da cui vengono valutate.

A livello ecclesiale c’è una ricchezza di magistero sulla famiglia da cui attingere per la formazione e l’accompagnamento. Il segreto penso stia nel proporre soprattutto l’anima dell’istituto familiare che attraversa cultura e religione per attingere alle sorgenti della vita illuminate dal Vangelo. E la vita, ogni vita, è frutto di incontro e donazione.

 don Francesco Zenna