COMMENTANDO...

“Cose di casa nostra”: sbirciando nei lavori del Sinodo dei Giovani

vescovo-incontro-porto-tolle
Facebooktwitterpinterestmail

Hanno attirato la mia attenzione alcune sottolineature dei vari gruppi sinodali di discussione, come proposte per favorire la partecipazione dei giovani alla vita della Chiesa e alla pratica della fede. Ne elenco alcune tra le molte.

  1. La necessità di ripensare la parrocchia come luogo di incontro, di ascolto, di comunione e di missione. Questo rinnovamento esige una conversione all’ascolto, all’uscita, al discernimento e all’accompagnamento, presentando Cristo come Colui che rende attraente la Chiesa.
  2. La stessa liturgia deve trovare il modo di essere maggiormente partecipata, per attrarre i giovani a parteciparvi, perché “se i giovani lasciano la celebrazione dell’Eucaristia è il primo sintomo della perdita della fede”.
  3. E’ pure stato sottolineato il tema della testimonianza, prendendo come esempio la figura di San Paolo VI, poiché gli uomini oggi hanno maggior bisogno di testimoni che di semplici insegnamenti. Qualcuno spiegava che gli insegnamenti attraggono di più quando vi è testimonianza.
  4. C’è bisogno di rendersi maggiormente disponili nella Chiesa a riconoscere che i “giovani sono chiamati ad essere protagonisti nella missione della Chiesa: evangelizzare, comunicare la buona notizia del Signore”.
  5. Altro elemento posto all’attenzione del Sinodo è la necessità di apprezzare “il ruolo delle donne nella Chiesa” proponendo “una maggiore partecipazione delle donne al discernimento pastorale”.
  6. Viene suggerita poi anche una più stretta continuità tra pastorale giovanile e quella familiare.
  7. Camminare insieme significa anche ripristinare una sinodalità effettiva, intesa “come modo di essere Chiesa, promuovendo la partecipazione di tutti i battezzati, ciascuno secondo la propria età e la propria vocazione, rendendo effettiva e reale la partecipazione attiva dei giovani in ogni diocesi, nelle Conferenze episcopali e nell’ambito della Chiesa universale”.
  8. Va promossa, nel tempo della globalizzazione, una società e una Chiesa inclusiva “in modo che nessuno venga escluso”.
  9. Mi piace evidenziare l’invito perché nel mondo digitale i giovani siano protagonisti nella evangelizzazione, visto che sono quelli che possono trasmettere meglio il Vangelo in quell’ambiente.
  10. Infine, riguardo alla pastorale giovanile, è stata sottolineata “la necessità di fare scelte coraggiose per il rinnovamento della pastorale giovanile, investendo in essa risorse umane e materiali”, augurandosi l’istituzione di una struttura o di un osservatorio dedicato alla pastorale giovanile della Chiesa universale, spingendo anche gli organismi della Curia romana a dialogare di più proprio su temi che toccano, interessano e coinvolgono maggiormente i giovani.

Dieci punti che potrebbero invogliare a fare qualche osservazione e proposta qualche giovane della nostra stessa diocesi, magari anche attraverso queste stesse pagine.

+ Adriano Tessarollo