Due passi del cuore

Facebooktwitterpinterestmail

I GIORNI

Due passi del cuore

Uno: Balconear. Questo verbo introdotto da Papa Francesco è perfetto, dice chiaramente quel che deve dire: stare al balcone. Si sta al balcone per vedere la gente che cammina in strada o che si sporge ai balconi delle case. Accade molto meno che in passato, e più di sfuggita, perché il tempo in casa è preso da tanti lavori e il mondo vi è entrato con la televisione e tutti gli strumenti della comunicazione. Il verbo balconear serve ora ad altri scopi. In campo ecclesiale, si sta al balcone quando si osservano le cose che non vanno e ci si lamenta. Inutile fare elenchi, che vanno dai vuoti dell’azione pastorale agli ambienti parrocchiali mal utilizzati, dai canti mal fatti al disordine o alla sciattezza delle celebrazioni. A chi si sporge a ‘balconear’ si può replicare: “E tu, dove sei? Dove sei stato, d’estate o d’inverno? Muoviti a collaborare con le persone che tu, guardando dal balcone, vedi muoversi”. Chi sta al balcone è il primo ad annoiarsi e diventa inutile. Gesù, come il padrone della parabola, ad ogni ora chiama nuovi operai a lavorare nella sua vigna. Come dice il grande poeta inglese Eliot: “C’è un posto per tutti e un lavoro per ciascuno”.

Due: Mansionario. È parola magica. Indica i compiti che a un lavoratore vengono assegnati all’interno di una struttura, sia un ospedale o a qualsiasi altra azienda. Stabilisce e regolarizza le competenze e gli ambiti di ciascuno. Il ‘mansionario’ è entrato inconsapevolmente anche nella mentalità ecclesiale, camuffato da una forma di rispetto per non invadere le competenze altrui. Si applica a vari aspetti dell’azione pastorale, dalla liturgia alla catechesi, dalle pulizie degli ambienti ai compiti della carità. Si lascia volentieri che venga rispettato un immaginario mansionario, per cui ‘non tocca a me’. Non tocca a me spendere un minuto o un’ora; non tocca a me affannarmi a cambiare un mio programma per aiutare un fratello in difficoltà; non ho competenze per un lavoro che pure potrei imparare in poche battute; non voglio invadere il posto di nessuno, e via di seguito. Per grazia di Dio esistono persone che saltano ogni mansionario. Sono le persone del sì. Appena si accorgono di un ‘buco’ nello svolgimento di una celebrazione o di un incontro, subito con discrezione intervengono; cambiano corsa per soccorrere a una emergenza improvvisa; modificano il programma personale per non perdere una occasione comune. L’elenco non finisce mai. Il risultato è la gioia del cuore e la festa della comunità.

don Angelo

Da Nuova Scintilla n.38 – 8 ottobre 2017