A servizio del Regno di Dio

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GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA

Domenica 5 febbraio alle 17 nella cattedrale la celebrazione col vescovo  Adriano

A servizio del Regno di Dio

Si celebrerà domenica 5 febbraio la Giornata della Vita Consacrata. Alle ore 17 avrà luogo la solenne celebrazione presieduta in cattedrale dal vescovo Adriano, attorniato dai Religiosi e dalle Religiose della Diocesi, cui si aggiungeranno i ministri straordinari della comunione e i fedeli che sanno apprezzare il dono della consacrazione.

C’è chi ha definito la vita consacrata ‘un frammento di cielo sulla terra’. Questo, per dire che i consacrati sono chiamati a evidenziare con la loro vita la fisionomia di Cristo: il suo distacco dalle cose, la sua castità, la sua obbedienza al Padre. Verrebbe da pensare che un compito così arduo superi le normali capacità umane, se non fosse che al nostro limite sopperisce la grazia di Chi ha detto: ”Io vi ho scelti; io vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”. Quale frutto? Quello di discernere i segni dei tempi, ponendo in primo piano i segni dell’eterno: la bellezza della liturgia cantata nei chiostri, la passione per i dimenticati e gli oppressi fuori del chiostro; la capacità di collaborare in armonia tra ordini e congregazioni diverse in una società per tanti aspetti disarmonica; la spinta inventiva di fronte alle sfide delle nuove povertà.

Una volta i monaci ospitavano i pellegrini che si recavano ai luoghi santi, poi sorsero gli ordini religiosi, quindi pullularono le congregazioni con finalità specifiche: i malati, gli orfani, i giovani, l’introduzione ai mestieri, l’educazione dell’infanzia: in definitiva, quello che chiamiamo ‘carisma’ specifico di ogni congregazione religiosa. Oggi bussano alle porte della società e al cuore della Chiesa e dei conventi i profughi, gli esodati, i senza tetto e senza speranza. Sono i nuovi vettori che stimolano creatività anche nella vita comunitaria. D’altronde uno spiritualismo sordo alla realtà ha fatto la sua stagione, come del resto un umanesimo solo orizzontale in diversi casi appare sbiadito: non può essere smentita la Parola che invita a divenire segno dell’amore misericordioso di Dio, il quale fa sorgere il sole ‘sui buoni e sui cattivi’.   

In questa prospettiva sono all’opera anche nella Chiesa che è a Chioggia circa 140 consacrati: quasi cento Religiose (una quindicina di loro vengono da paesi extraeuropei), venti Religiosi e una ventina di Consacrate/i  residenti nella Comunità di Villaregia. A questi si aggiungono i consacrati negli istituti secolari, un monaco di città e una consacrata nell’Ordo virginum.

Le Religiose operano nel settore della scuola dell’Infanzia, nella pastorale delle parrocchie, con attenzione specifica ai malati e agli anziani; si affiancano alla ‘Caritas diocesana’ nell’aiuto ai senza tetto, e seminano germi di speranza nel cuore delle nuove generazioni attraverso i canali della catechesi; mentre le claustrali portano nel loro slancio orante gli orizzonti vasti delle necessità del mondo.

I religiosi del ramo maschile sono impegnati praticamente tutti nell’opera di animazione pastorale. Tentano di affiancarsi al mondo giovanile, offrono supporti alle famiglie, esercitano il ministero della consolazione.

Un drappello di coraggiosi impegnati nel campo della Chiesa con l’intento di sintonizzare la parola del Signore con il respiro dell’umano che anela più o meno consapevolmente a una vita superiore.

È vero che di anno in anno anche il ‘numero’ dei religiosi va calando e sarebbe magra consolazione appellarsi alla ‘qualità’. Un sano realismo ci impegna a studiare come declinare l’essenza della vita consacrata con la modernità, come far emergere dai consacrati testimonianze di gioia, come favorire un orientamento corale alla pastorale diocesana. Ovviamente con le mani alzate verso Colui che ‘anche dalle pietre può far sorgere figli di Abramo’.

G. Marangon

Da Nuova Scintilla n.4 – 29 gennaio 2017