Il dono della vocazione

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ANNO DELLA  vita consacrata – Conclusione in cattedrale il 2 febbraio varcando la Porta giubilare della Misericordia

Il dono della vocazione

Il 2 febbraio 2016, a conclusione dell’Anno della Vita Consacrata, Religiose e Religiosi presenti in Diocesi hanno vissuto il loro giubileo diocesano della Misericordia nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Mons. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, ha dato inizio alla cerimonia con il rito della benedizione delle candele nel cortile della curia vescovile.

È seguito poi il pellegrinaggio verso la Cattedrale, varcando la Porta della Misericordia e cantando il ritornello dell’inno: “Misericordes sicut Pater”. “Questo tempo di grazia – ha ricordato il vescovo all’inizio della sua omelia – ha offerto molti stimoli per prendere più profonda coscienza del dono della consacrazione e per favorire la conoscenza della vocazione e della missione della vita consacrata nella Chiesa e nel mondo”.

In verità è stato un’opportunità per confessare con umiltà, e insieme con grande confidenza in Dio Amore (cfr 1 Gv 4,8), la propria fragilità per viverla come esperienza dell’amore misericordioso del Signore; un’occasione per gridare al mondo con forza e per testimoniare la gioia “che proviene dal sapersi amati da Dio e inviati a portare ad ogni fratello e sorella questo annuncio”. L’Anno della Vita Consacrata ci ha interrogato davvero sulla fedeltà alla missione che ci è stata affidata: i nostri ministeri, le nostre opere, le nostre presenze, e sul carisma donato dallo Spirito ai nostri Fondatori.

In una società dello scontro, della difficile convivenza tra culture diverse, della sopraffazione sui più deboli, delle disuguaglianze, siamo chiamate ad offrire un modello concreto di comunità che, attraverso il riconoscimento della dignità di ogni persona e della condivisione del dono di cui ognuno è portatore, permetta di vivere rapporti fraterni. “Il giubileo della misericordia ora ci impegna – come ci ha invitato il nostro vescovo – a un continuo passaggio dal buio alla luce, dalla morte alla vita, attraverso la purificazione e la rinnovata conversione”.

E papa Francesco ci ha invitati “ad essere in stato permanente di missione, condividendo le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono”. E ancora “Gesù non ci ha salvati dall’esterno, non è rimasto fuori dal nostro dramma, ma ha voluto condividere la nostra vita”, ha spiegato Francesco. “I consacrati e le consacrate sono chiamati ad essere segno concreto e profetico di questa vicinanza di Dio, di questa condivisione con la condizione di fragilità, di peccato e di ferite dell’uomo del nostro tempo”.

Sr M. Umberta Salvadori

Nella foto: insieme al vescovo i consacrati e le consacrate che hanno ricordato il 2 febbraio importanti anniversari di vita religiosa.