Nuovi ministri per la Chiesa

Accolitato-conferimento
Facebooktwitterpinterestmail

CONFERITI IL LETTORATO E L’ACCOLITATO A SETTE PERSONE DELLA DIOCESI

Nuovi ministri per la Chiesa

Do­menica 26 aprile il vescovo Adriano ha conferito i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a sette persone che, sotto la guida del delegato diocesano, don Danilo Marin, già da alcuni anni si stanno preparando in vista del diaconato permanente.

Un’ora prima della celebrazione eucaristica la Cattedrale è gremita di fedeli, la maggior parte proveniente dalle parrocchie d’origine dei candidati. Si nota tra questi la presenza delle mogli e dei figli dei candidati sposati. In sacrestia fervono i preparativi per l’evento celebrativo: diversi sacerdoti indossano i paramenti sacri; tra questi i parroci di S. Mauro di Cavarzere, Taglio di Po, Volto di Rosolina, Tolle e S. Maria Ausiliatrice. Anche il vescovo e il vicario generale sono in attesa di prendere l’ultima posizione nella fila che si va componendo per la processione iniziale: la croce in testa, il diacono Agostino con il lezionario alto sulle braccia, e dietro i sette candidati con la loro tunica. I loro volti rivelano una certa tensione, normale per chi sta per ricevere un incarico impegnativo per tutta la vita.

I fedeli, intanto, cantano l’inno d’ingresso, mentre passa la processione, metafora del popolo santo che cammina incontro al Signore, guidato dal suo pastore; le sette persone in veste bianca sono espressione della Chiesa che continua a preparare persone pronte ad assumere l’incarico dei ministeri, preziosi per la sua vita e la sua crescita. Anche salire i gradini dell’altare ha un suo significato particolare: ci fa comprendere che l’andare verso il Signore è un cammino in salita, che domanda coraggio, pazienza e forza, virtù da domandare con la preghiera.

All’inizio della celebrazione il delegato diocesano presenta al popolo coloro che si sono preparati a ricevere i ministeri e li chiama per nome, uno ad uno: “Cesare, Cristiano, Giuseppe, Paride, Tomas, Giuliano, Attilio”. Essi prendono posto vicino all’altare pronti ad ascoltare la Parola di Dio.

Cristina, consorte di Cesare, legge la prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli. Per lei non è facile nascondere l’emozione, tuttavia la sua voce si diffonde tra le navate chiara e sicura. Nel testo degli Atti si racconta di Pietro e degli altri discepoli, arrestati e processati. Vengono in mente le parole di Gesù dette ai suoi apostoli: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Dopo il salmo responsoriale e la bella antifona cantata: “La pietra scartata dai costruttori è diventata pietra d’angolo”, la lettera di S. Giovanni ci porta a contemplare quello che già siamo e quello che saremo, cioè figli di Dio, una notizia sconvolgente per cui vale la pena di vivere, soffrire e anche morire.

Siamo nella domenica del “Buon Pastore”, e il vescovo nella sua omelia parla di Gesù che, nel suo grande amore verso gli uomini, non si limita a servirli con premura e dedizione, ma arriva al punto di dare la vita per salvarli, chiara allusione al sacrificio della croce.

Essere pastore del gregge di Dio non è un ministero che riguarda soltanto Gesù, ma tutti coloro che, chiamati, accettano di mettersi a servizio dei fratelli, siano essi lettori, accoliti o diaconi. La fase più attesa della celebrazione si svolge davanti all’altare dove il vescovo consegna a Cesare, per primo, il lezionario esortandolo a leggere e spiegare la Parola con fede e competenza, conferendogli il ministero del Lettorato. Subito dopo, a due a due, gli altri candidati si presentano al Vescovo, che, porgendo il calice e la pisside, conferisce loro il ministero dell’Accolitato.

Il silenzio e l’attenzione dei presenti sono molto intensi, mentre si svolgono queste azioni dense di significato. Anche lo scambio della pace tra i nuovi ministri e i loro cari si svolge in un clima di grande commozione mista a gioia. Al momento della distribuzione dell’Eucaristia, i sei accoliti si dispongono davanti alle navate per porgere Gesù, dando così inizio al loro servizio ministeriale.

Un lungo applauso parte spontaneo alla fine della celebrazione, mentre il coro, diretto magistralmente, accompagna la processione verso la sacrestia con il canto finale.

Franco Laurenti

diacono permanente

(Foto Donaggio)