Religiosi, la responsabilità di svegliare il mondo

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Religiosi, la responsabilità di svegliare il mondo

Don Pasquale Chavez tra le consacrate e i consacrati di Chioggia

Tra le varie iniziative promosse dalla Commissione diocesana per l’Anno della Vita consacrata, una in particolare si è vissuta con gioia sabato 14 marzo nel teatro don Bosco a Chioggia per tutte le consacrate e i consacrati. Dopo un breve momento di preghiera, l’ex Rettor Maggiore don Pasquale Chavez ha intrattenuto l’assemblea presentando in modo dettagliato e concreto gli obiettivi e le attese di Papa Francesco in questo anno di grazia. Il relatore ha evidenziato come il Santo Padre ci incoraggia a contemplare il passato con gratitudine e ciò comporta rivisitare le proprie radici, la storia personale, il rafforzare il senso di chiesa e saper scrutare i segni dei tempi. Inoltre vivere il presente con passione: è l’invito a fare di Cristo il tutto della nostra vita e avere il vangelo come regola di vita. Infine sognare il futuro con speranza, cioè non lasciarci ingannare dai profeti di sventura che proclamano il non senso della vita consacrata.

Con forza e con forte convinzione don Pasquale, continuando il suo percorso, ha fatto risaltare la bellezza di una vita donata a Dio e ai fratelli, in quanto Dio è Colui che dà senso e orientamento in mezzo a questa società malata di amore. Molte sono le aspettative del Papa in questo anno della vita consacrata! Dalla gioia alla fraternità, dalla vita di comunità alla comunione di vita, dalla crescita di collaborazione tra Istituti, al rapporto tra culture differenti. In un mondo in cui prevale la cultura dell’indifferenza e dell’egoismo, noi consacrate siamo chiamate a scuoterlo, offrendo segni di solidarietà, di dignità, di sussidiarietà per far prevalere il bene comune. Gli orizzonti dell’impegno si allargano a tutto il popolo di Dio, alle famiglie, ai laici. Che cosa sarebbe la Chiesa senza questo segno concreto? Dice il Santo Padre. “Un anno, perciò, da vivere non nell’autoreferenzialità o da trascorrere al margine della vita della Chiesa, perché la natura profetica della vita consacrata impone, dinanzi al mondo e nel cuore stesso della Chiesa, una evidente responsabilità: quella di svegliare il mondo”. L’incontro ha suscitato in tutti i presenti grande riconoscenza al relatore don Pasquale e una grande fiducia e speranza. Infatti, quando i religiosi e le religiose sono ben motivati, trovano in se stessi la forza di essere attivi e di andare verso le numerose “periferie esistenziali” che non mancano certo nel nostro territorio.

Sr M. Umberta Salvadori

“da Nuova Scintilla n.12 del 22 marzo 2015”