Guardando a San Filippo Neri

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Guardando a San Filippo Neri

VITA CONSACRATAL’Oratorio dei Padri Filippini di Chioggia

La figura di Filippo Neri, vissuto nella fervida e impegnativa età che seguì il Concilio di Trento, presenta caratteristiche che meritano – nella panoramica della vita consacrata – di essere adeguatamente conosciute.

Fiorentino di nascita (21 luglio 1515), romano di adozione (per 60 anni) “Pippo Buono” come lo chiamarono subito per il suo carattere ottimista e allegro, seppur vivace, si impegnò presto nella via della santità. Maturò la sua vocazione al sacerdozio, che raggiunge a 36 anni su comando del suo confessore, vivendo liberamente nella preghiera alternata all’assistenza ai pellegrini e ai malati. Cominciò a riunire intorno a sé, in una atmosfera molto serena, un gruppo di giovani che aspirava a una vita cristiana più intensa. Così ha inizio l’Oratorio – la vera intuizione di Filippo – che trova la sua prima sede in una soffitta della Chiesa di S. Gerolamo della Carità in Roma. Ascolto della Parola di Dio, impegno concreto in opere di carità, canto, ricreazione sana e in luoghi aperti, vita sacramentale crearono presto un ambiente che riesce simpatico e attraente, divenendo quasi una palestra dello spirito, aperta ed efficace. Attorno alla sua persona si formò una nuova famiglia, la Congregazione dell’Oratorio, costituita da Preti (chiamati oratoriani o filippini) non vincolati da alcun voto, ma dalla libera scelta dei consigli evangelici: l’amore è l’unico legame del gruppo, sul modello della Chiesa dei primi secoli. Egli rinnovava la Chiesa non con la veemenza di un Savonarola, né con la prepotenza di un Lutero, ma con la forza dolce di un Santo! Morì il 26 maggio 1595. Da Roma la devozione al “Santo della gioia” si irradiò in tutto il mondo cattolico, tenuta viva dai Padri dell’Oratorio, continuatori della sua opera di educatore dei giovani.

A Chioggia i seguaci di san Filippo Neri scrivono da oltre due secoli e mezzo pagine memorabili di vita religiosa e popolare, di educazione e di arte, coi carismi dell’umiltà e della letizia ereditati dal loro fondatore. Nascono ufficialmente il 2 ottobre 1752 con il Breve di Benedetto XIV, ma le loro origini vanno ricercate in un nucleo di sacerdoti e di laici che fin dal 1726 si ritrovava nella chiesa di San Martino e, poi, di San Pieretto per svolgere con edificante devozione pie pratiche di orazione mentale e vocale e opere di carità sull’esempio “filippino” di Roma. Fondatori dell’Oratorio chioggiotto furono i padri Tommaso Gastaldelli (1689-1769) e Vincenzo Modonese (1708-1781). Un grande benefattore va ricordato: il conte Lodovico Manin (1694-1776).

Un devoto del Santo offrì in donazione in una parte centralissima della Riva Vena un terreno, su cui vennero edificati la Chiesa (oggi Sala S. Filippo, rivelatasi subito insufficiente) ed il Convento (già Scuola Media S. Pellico), perché la Congregazione potesse esercitare il suo apostolato. Fra le vicende storico-politiche, i periodi di crisi e di decadenza che minacciavano la stessa sopravvivenza (si pensi alle dominazioni francesi seguite alla caduta della Serenissima, alla soppressione austriaca, alla confisca dei beni da parte dello Stato italiano, alle distruzioni e ai lutti delle due guerre mondiali), l’Oratorio filippino riuscì sempre ad essere un punto di riferimento di confratelli meno fortunati, di cittadini bisognosi, di ragazzi giovani ed ex allievi, luogo d’incontro gioioso, palestra di formazione con l’insegnamento della dottrina cristiana, il ministero delle confessioni, l’educazione della gioventù, l’apostolato tipico dell’Oratorio Secolare, gli oratori in musica, il servizio di carità verso i più poveri ed abbandonati…

Troviamo Preti filippini che emergono nella pietà e nella fede, nella musica, nelle scienze, nelle arti figurative, nel campo sociale, nel campo caritativo, nell’educazione della gioventù, nella lotta di liberazione…; fra le migliaia di “Fratelli” figurano il sacerdote p. Mario Venturini, lo scrittore don Giovanni Lombardo e il musicista mons. Vittore Bellemo, mentre nella santità meritano di essere ricordati, oltre a don Domenico Zennaro, padre Domenico Rubile e padre Luigi Ranzato, il Servo di Dio Padre Emilio Venturini (1842-1905) e il Venerabile Padre Raimondo Calcagno (1888-1964).

La Comunità dei Filippini (la parrocchia è del 1° agosto 1965) può fare attualmente riferimento a mons. Vincenzo Tosello (parroco dell’Unità pastorale Chioggia-Nord), a P. Tommaso Sochalec, a P. Ermanno Caccia e a P. Gontrano Tesserin.

L’Oratorio filippino di Chioggia

“da Nuova Scintilla n.12 del 22 marzo 2015”