Speciale presepi

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CATTEDRALE. Un “artista” del “simbolico”. Il presepe di G. Tonello

Nella chiesa dei Salesiani

…a S. Andrea 

S.Giacomo

 

 

 

 

CATTEDRALE. Un “artista” del “simbolico”

Il presepe di G. Tonello

Merita una presentazione a sé Gilberto Tonello tra i vari “allestitori” di presepi (detti “presepisti”) presenti in varie chiese di Chioggia. Oltre un centinaio al suo attivo (il primo lo allestì nella chiesa cittadina di S. Giacomo in un Natale degli anni ’60 quand’era parroco il compianto mons. Luigi Frizziero), un premio speciale alla rassegna annuale e internazionale dei presepi all’Arena di Verona, socio dell’Associazione nazionale presepisti presepio_cattedrale2d’Italia: questo è Gilberto Tonello, il conosciutissimo presepista, ex dipendente comunale ora in pensione, indimenticato compagno di giochi di chi scrive in campo Muneghette tanti anni fa, già scenografo del “Piccolo Teatro Città di Chioggia”: anche in questo Natale 2013 ha voluto segnalare la sua presenza nella sua veste preferita in cattedrale (e anche con un piccolo presepe accolto nella chiesa dei Filippini). Tonello non appartiene alla categoria dei presepisti “tradizionalisti”, non ama cioè i presepi “vecchia maniera”, non ama ripetersi, ogni presepio ha una sua “storia”, un suo preciso significato, una sua specifica caratterizzazione. Non sono, i suoi, per così dire, presepi semplicemente “decorativi”, sono presepi che, se li osservi bene, esprimono il valore dei simboli, quasi ti “parlano”. Prendete quello allestito quest’anno nella chiesa cattedrale: “Questo presepio – mi spiega Tonello – è ispirato alle quattro serie di Misteri della vita di Cristo”. Si tratta dei misteri gaudiosi (Annunciazione e Nascita), i misteri dolorosi (Passione e Morte), i misteri gloriosi (Risurrezione e Ascensione), i misteri della luce (rappresentati simbolicamente dalle canne festose di un organo). L’annuncio è simboleggiato da due statuine senza volto, perché (mi dice l’autore) “ciascuno così può dare ai due personaggi, Maria e l’arcangelo Gabriele, la “fisionomia” che più li identifica”) racchiusi dentro una “stanzina” ricca di luce, mentre la Nascita è raffigurata dalle statue “tradizionali” (il Bambin Gesù, Giuseppe e Maria) sottostanti a una sorta di spoglia tettoia di legno dipinta di bianco. Il dolore si traduce in una grande croce, pure bianca, fissata alla “capanna”, che domina il tutto e che rappresenta allo stesso tempo la Morte e la gloria della Risurrezione. L’ultimo, come detto, è raffigurato dalle canne di un organo, simbolo luminoso di gloria e di esultanza. All’intorno alcuni personaggi di contorno: i Re Magi, i pastori, le pecorelle, oltre a due angioletti scolpiti in legno dallo stesso Tonello. Come sempre anche quest’anno Tonello non si è smentito: “Il presepio – mi dice – deve avere un significato, deve ispirarsi ad un tema che sia in relazione con la vita di Gesù. Ha scritto giustamente il parroco don Angelo nel foglietto parrocchiale: ‘Cristo è nato per morire e risorgere’. E’ proprio quello che ho cercato di raffigurare nel mio presepio”. Aggiungiamo noi: “Questo presepio è la classica e plastica rappresentazione simbolica di una fede vissuta da chi lo ha allestito”. (A. P.)

 

 

 

Nella chiesa dei Salesianipresepe salesiani 013 (1)

Singolare e di grande effetto la natività realizzata dal Gruppo “Amici del presepe Ildebrando Sartori” dell’Oratorio Salesiano San Giusto di Chioggia composto dalle sorelle Serena e Monica Fontanot, Roberto Bellemo, Renzo Lombardo “Poci”, Giorgio Pavanello, Marco Salvagno e don Marco Favero, che si può ammirare nella chiesa parrocchiale di Maria Ss.ma Ausiliatrice. L’ambientazione prende lo spunto dal racconto di San Francesco che nel 1205, pregando dinnanzi al Crocifisso presente all’interno della chiesetta di San Damiano, nelle vicinanze di Assisi, lo sente parlare e chiedergli di riparare la sua chiesa, perché tutta in rovina. Con varie vendite, offre il ricavato per il conseguente restauro del sacro edificio. Si mise poi a restaurare la chiesa della “Porziuncola”, nella piana di Santa Maria degli Angeli, perché divenisse la chiesa madre dell’Ordine francescano. E nella chiesa ancora diroccata della Porziuncola – con il Cristo di San Damiano nello sfondo – figura la natività ideata e realizzata ora dal Gruppo “Amici del presepe I. Sartori”. Oltre ai personaggi tradizionali che si portano verso il Bambino Gesù, si nota, con meraviglia, anche la presenza del poverello d’Assisi, di san Giovanni Bosco, della beata madre Teresa di Calcutta e di papa Francesco, statue queste costruite sempre – con rara perfezione e somiglianza – dai componenti il Gruppo. Per don Bosco ricordiamo che nel 2015 si commemorerà il secondo centenario della nascita e con l’occasione un’urna con un’immagine contenente una insigne reliquia del santo di Valdocco, nello scorso mese di novembre, è stata anche a Chioggia, con grande concorso di fedeli venuti a venerarlo. Attraverso il suo metodo educativo, lasciato in eredità ai suoi Salesiani, ha saputo avvicinare a Gesù milioni di ragazzi di tutti i continenti. Per la beata madre Teresa di Calcutta ricordiamo, invece, il suo immenso amore verso i fratelli più poveri, istituendo le congregazioni delle Missionarie e dei Missionari della Carità al diuturno servizio dei malati e dei diseredati. Papa Francesco, infine, ha stupito tutti, anche con gesti fortemente simbolici, riavvicinando alla chiesa cattolica tanti che la guardavano con diffidenza. Sono quattro personaggi amati dalla gente semplice, che ben ci presentano la rivoluzione di carità che l’Emanuele è venuto a portare: l’amore per i poveri, i piccoli, gli emarginati e i migranti. Dio si è fatto uomo per far arrivare a tutti, ma soprattutto a quelli posti nelle periferie della società, accoglienza, sostegno e dignità.

(Foto di Marco Salvagno)                                                                     G. A.

 

 

 

 

 

 

 

…a S. Andrea Presepe Sa

Suggestivo e particolarmente curato l’artistico presepe ideato da Esperino (Nino) Boscolo, Gino Tiozzo, Diego Bellemo, Mario Chiereghin, Illana Erminia Vianelli, Erika Chiereghin, Paola Pagan e Denise Perini, nella chiesa di Sant’Andrea ap.lo, Unità Pastorale Centro Storico Nord di Chioggia. La natività, con la tradizionale ambientazione storica ai tempi di Gesù, ripropone il mistero di Cristo e la sua opera di salvezza. Nel presepe, infatti, si celebra l’alleanza tra Dio e l’uomo, tra la terra e il cielo. Betlemme, luogo della gioia, diventa anche scuola di bontà, perché lì si manifestano la misericordia e l’amore che legano Dio ai suoi figli. Ricordiamo a tal punto che nel 1220 San Francesco era riuscito a realizzare un grande desiderio, andare a visitare i luoghi della vita terrena di Gesù. Fu anche a Betlemme e si fermò a lungo a pregare e meditare sul luogo dove il Salvatore nacque. Tornato in Italia, continuava a ripensare a quel viaggio. E la sua mente era affascinata soprattutto dall’evento della nascita di Gesù. Dio che si fa uomo, divenendo bambino, umile, fragile, indigente. Francesco si commuoveva fino a piangere facendo queste considerazioni. E nel Natale del 1223, decise di allestire una “rappresentazione viva” della nascita di Gesù, convinto che, potendo vedere con i suoi occhi, avrebbe avuto modo di comprendere ancora più a fondo l’amore di Dio per l’umanità. (Foto di Renzo Marchesan)                   g. a.

 

 

 

S.GiacomoPRESEPE S

L’associazione “Amici del presepe” della parrocchia di San Giacomo ap.lo – Unità Pastorale Centro Storico Nord – ha realizzato la bella natività che si può ammirare nella predetta chiesa e dedicata al presepista Vittorio Callegaro, recentemente ritornato alla casa del Padre. Renzo Lombardo “Poci” – assieme agli amici Sergio Camuffo e Leonardo Pavanato, che da anni collaborano con lui – ha ideato una sacra rappresentazione tradizionale, restaurando e ridipingendo, tra l’altro, le antiche statue del primitivo presepe dalla basilica di San Giacomo. La natività, con paziente lavoro manuale, dispone, come sempre, di diverse creazioni dotate di interessanti movimenti meccanici che attirano l’attenzione dei fedeli e dei numerosi visitatori. Infatti, il simbolo più popolare del Natale è il presepe, cioè quella rappresentazione visiva di quanto si legge nel Vangelo di San Luca al capitolo secondo: la nascita di Gesù che “viene adagiato in una mangiatoia perché non vi era posto per loro nell’albergo”, ma gli angeli trasformano la notte in una festa meravigliosa, invitando i pastori a rendere omaggio a quel bambino. Fu San Francesco d’Assisi, a dar vita per la prima volta a un presepe, e lo fece, com’è noto, a Greccio in Umbria, il 25 dicembre 1223. (Foto di Marco Salvagno) (G. Aldrighetti)

 

 

Concludiamo questa prima serie di presepi con le foto pervenute in redazione dalle chiese di Ca’ Briani e S. Gaetano e da Villaggio Norge (opera di Angelo Giolo e Giovanni Pagan).

 

 

 

Ca’ Briani  
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San Gaetano  
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Villaggio Norge  
Presepe Norge 01B  

 

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da NUOVA SCINTILLA 1 del 5 gennaio 2014