Non temete… io sono con voi!

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Non temete… io sono con voi!

A proposito della “nuova” Iniziazione Cristiana. Confronto costruttivo con i catechisti del vicariato di Ca’ Venier, ispirato dalla fiducia nella Parola di Cristo

Più volte in questi primi mesi di Pontificato, Francesco ha esortato consacrati e laici ad uscire da sé stessi per recarsi a frequentare le periferie dell’esistenza. Per due venerdì consecutivi abbiamo accolto l’invito del Papa e siamo andati nelle periferie (in questo caso …geografiche) della nostra diocesi. È stata un’esperienza arricchente. Lì abbiamo potuto incontrare un nutrito numero di catechisti “accompagnati” dai loro sacerdoti che ci hanno accolto fraternamente e si sono dimostrati disponibili al confronto (schietto e costruttivo) su un tema, come quello della “nuova” Iniziazione Cristiana, che si spera decolli, dopo alcune sperimentazioni, anche nel nostro territorio diocesano. Parafrasando l’introduzione della Costituzione

pastorale Gaudium et spes, ci è stata data l’opportunità di condividere dubbi, preoccupazioni, perplessità, paure (legittime e comprensibili), ma anche e soprattutto umiltà e desiderio di rimettersi in gioco, di metterci la faccia, di sporcarsi le mani, di rispondere “I care” (mi interessa) nel tentativo, non di modernizzare la Chiesa, quanto piuttosto di farla amare e dare la possibilità a tante persone che vivono di tradizione (con l’iniziale minuscola), di vivere la Tradizione (con l’iniziale maiuscola) incontrando Cristo attraverso gli itinerari di Iniziazione Cristiana che i Vescovi ci suggeriscono. C’è stata tanta passione negli interventi, com’era ovvio. Tutti i dubbi non sono stati fugati. Alcune paure non sono state superate, così come il senso di inadeguatezza. È maturata però la convinzione che si può e si deve iniziare ripartendo da Cristo e non da noi stessi, confidando in Lui e non nei nostri metodi o nelle nostre tecniche, seppur importanti e necessarie. La “novità-non novità” della proposta infatti non consiste nel format (per usare un linguaggio televisivo), ma nel riconoscere che oggi più di ieri c’è bisogno di un annuncio-testimonianza capace di comunicare non solo una dottrina ma prima di tutto e soprattutto l’incontro con un Dio incarnato che cambia e migliora la vita, come è stato per gli apostoli, per Zaccheo, per la Maddalena, per San Francesco, per don Bosco, per Madre Teresa e per tante persone ancor oggi. Il rinnovamento e il cambiamento, e su questo siamo tutti d’accordo, scomoda perché ci fa uscire dai nostri schemi, dalle nostre certezze, dalle nostre abitudini; ma se ci lasciamo guidare dal Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe (il Dio delle persone che entra nelle loro esistenze), quello che a noi sembra difficile e a volte impossibile da realizzare, non lo è per Colui che tutto può e conosce. I nostri contemporanei ci chiedono di dare ragione della nostra fede. Ringraziamo di cuore “la periferia” diocesana, perché ci ha dato modo di riflettere assieme sulla necessità di un nostro rinnovamento, prima ancora di quello che esigiamo dagli altri. Non lasciamoci contagiare dalla sindrome da Cenacolo “post mortem”, che in un primo momento aveva intimorito e frenato gli apostoli. La paura, lo smarrimento si superano se il nostro annuncio-testimonianza, così come è successo agli stessi apostoli, è ancorato alla Parola di Cristo: “Non temete… come il Padre ha mandato Me, anch’Io mando voi”… E se l’ha detto Lui c’è da fidarsi. (Ada e Lucio)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 39 del 20 ottobre 2013