Madonna di Mariazell

Facebooktwitterpinterestmail

Chioggia. Viaggio inter-parrocchiale dell’Unità pastorale

Madonna di Mariazell

“Mater Gentium Slavorum” è il titolo mariano con cui la gente del Centro Europa venera la Madonna di Mariazell, custodita nel celebre santuario che porta questo nome, meta per il 2013 del tradizionale viaggio interparrocchiale di maggio, organizzato ogni anno dalla brava Maria Tesserin di S. Andrea. Imperatori, re e principi delle varie Case regnanti d’Europa con le loro frequenti visite, le loro concessioni di privilegi e i loro preziosi doni al Santuario, ne hanno fatto col tempo un così importante luogo di pellegrinaggio che nella lista dei venditori del mercato dell’anno 1390 figuravano vicino alla chiesa ben 23 baracche, antesignane delle moderne “bancarelle”. Attorno alla prodigiosa immagine della Madonna il Monastero, costruito sulle amene montagne della Stiria, si ingrandì e si abbellì sempre più,

permettendo al Santuario di arricchirsi di opere d’arte, di biblioteche e di attività benefiche. Stando a quanto si è tramandato nel corso dei secoli, Mariazell fu fondata più di 800 anni fa, intorno al 21 dicembre 1157, quando un monaco benedettino di nome Magnus, del Convento di San Lamberto, fu inviato in questa regione dal suo Abate per predicarvi il Vangelo. Il monaco portava con sé una statua della Madonna in legno di tiglio, che la tradizione vuole scolpita da lui stesso, e la poneva alla venerazione dei fedeli entro una piccola cella (zell), che appunto dette a Mariazell il suo nome. La santità di vita del monaco, la presenza dell’immagine e la fama dei miracoli attribuiti a quest’ultima si diffusero ovunque molto presto, attirando pellegrini da diversi Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale tra cui il cardinale Giuseppe Roncalli, il beato Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI. Il giovane padre filippino Tommaso Sochalec dell’oratorio di Chioggia, che ha celebrato la santa messa al Santuario, è stato la guida che ha saputo prontamente risolvere non solo i problemi spirituali dei partecipanti ma anche quelli logistici del gruppo. Prima tappa del viaggio Innsbruck, capitale del Tirolo, con la celebre Maria Teresa Strasse, l’antica cattedrale di San Giacomo, i palazzi Lanhaus e del Golden Dachi (tettuccio d’oro) e il cenotafio di Massimiliano I, splendido capolavoro funerario rinascimentale. Poi Salisburgo e i suoi laghi (“Salckammergut”). Assieme ad una simpatica guida tipica tedesca, piuttosto anzianotta, che non ha esitato a chiamarci più volte e con voce roboante “lumaconi”, abbiamo visitato questa città che sorge sulle rive del Salzach, tanto particolare per il suo impianto urbanistico, dichiarata nel 1997 dall’Unesco patrimonio dell’umanità, dove tutto parla di arcivescovi principi e di Volfang Amadeus Mozart. Sintetizzare in poche righe poi Vienna è davvero impossibile: il Ring, il duomo di Santo Stefano, il ricco viale del Graben, Kohlmarkt, Michaelplatz, il Kaiserappartements con la visita agli appartamenti reali di Francesco Giuseppe e dell’imperatrice Elisabetta (la Sissi per intenderci!). Ancora il Burgtheater, l’Opera, il Musikverein e il castello di Schonbrunn con il suo immenso giardino. Vienna, “l’Austria Felix” parla tutta di Cecco Beppe e della bella Sissi di un impero asburgico durato più di sette secoli, dell’ottocento alla sua massima espansione, per alcuni secoli di gloria, per altri secoli di lotte, di Risorgimento, di guerra. Di tante vite sacrificate dall’oppressione imperialista, dalla vanagloria, dall’avidità che ancora oggi, dopo secoli, stentano ad essere sradicate! (Ruggero Donaggio)

(Foto Donaggio)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 21 del 26 maggio 2013