Santissima Trinità

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Santissima Trinità

LOREO. Ricorre il 400° anniversario dall’inizio dell’edificazione dell’Oratorio della Confraternita 

È festa grande a Loreo per la celebrazione della ricorrenza della Santissima Trinità. Quest’anno ricorre l’occasione specialissima del 400° anniversario dall’inizio dell’edificazione dell’Oratorio della Confraternita ed i confratelli, in accordo con la Parrocchia, hanno predisposto un programma iniziato sabato scorso con un prestigioso concerto di clavicembalo svoltosi nell’atmosfera secentesca dell’oratorio, il tutto con il patrocinio della Diocesi di Chioggia, della Fondazione santi Felice e Fortunato, del Comune di Loreo e della Pro Loco di Loreo.

Mercoledì 22 alle ore 21, sempre nell’oratorio viene proposto a tutti un momento di preghiera con il Santo Rosario ed una riflessione sull’attualità ancora viva della confraternita in preparazione

 

Serata pensata per la cultura ed i territorio venerdì 24 alle ore 21 al Teatro del centro Sociale di Loreo con la presentazione del volume “La Confraternita della Santissima Trinità di Loreo” opera tratta dalla tesi di laurea di Enrico Bonafè che in questo suo lavoro di ricerca ed analisi sociologica ha saputo delineare il percorso storico della confraternita non trascurando gli aspetti legati alla storia del territorio e delle sue comunità.

Un’analisi a tutto campo che parte dall’indiscussa venezianità di Loreo, alla sua appartenenza nella diocesi clodiense ed alla sua espressione che, seppur fortemente sensibile alla Serenissima, ha saputo mantenere forti tinte di autonomia.

Enrico Bonafè nel suo piacevole lavoro tratteggia le tappe fondamentali dei legami veneziani passando con agilità a descrivere gli aspetti legati alla diocesi di Chioggia soffermandosi poi sui trascorsi storici del Polesine “tra Chiesa e Stato”. Temi delicati che necessitano non solo dell’occhio attento dello storico ma anche della sensibilità di chi è nato e vissuto sul territorio innamorandosene perdutamente tanto da volerne ricercare il vero significato del “privilegium” di Loreo, geograficamente inteso come intero territorio bassopolesano, per portarsi poi ad una analisi precisa sugli aspetti dell’esperienza confraternale e sulla Confraternita dei Flagellanti della Santissima Trinità di Loreo. L’autore, che è fra l’altro un “fradèo”, ha arricchito il suo lavoro anche con un’attenta ricerca sul patrimonio artistico della Confraternita (illustrandolo con dovizia di foto) sottolineando in più punti come la provenienza veneziana di molte opere denoti l’attenzione particolare di Venezia verso il territorio e la comunità loredana.

Sulla Confraternita dei Battuti di Loreo molto è stato scritto nel tempo, spesso anche a sproposito.

Solo il compianto maestro Piergiorgio Bassan, appassionato storico e scrittore loredano, seppe ricollocare la reale fondatezza della Confraternita nei suoi ormai introvabili e preziosissimi libri. Erano gli anni settanta e da allora era sentita l’esigenza di riavere la disponibilità di un testo che potesse raccogliere una storia antica che meritava di ritornare agli antichi fasti. Ce n’era bisogno e l’opera di Enrico Banafè cade a proposito e ben incorona la celebrazione del 400° anniversario dell’oratorio. (A. Bel.)

Nella foto: Enrico Bonafè.

 

 

Antichi riti, sempre nuovi

Nella notte di sabato 25 maggio, vigilia della solennità della Santissima Trinità, Loreo rivivrà antichi riti che si ripetono pressoché immutati da oltre quattro secoli.

Nell’oratorio, attiguo al duomo del Longhena, chiesa matrice del basso Polesine, risuonerà a mezzanotte precisa la vecchia campana. Chiama a raccolta i “fradèi”, gli iscritti alla Confraternita che già nel pomeriggio avranno visitato il duomo e l’oratorio per la santa confessione e per le preghiere che procedono la veglia confraternale.

I “fradei” vestono il caratteristico saio rosso e si pongono di fronte all’altare per la celebrazione del rito di accoglienza e di vestizione dei “novissi”. Accompagnati da un padrino che ne attesti le caratteristiche per poter far parte della confraternita, i nuovi iscritti si pongono di fronte all’altare marmoreo dedicato alla santissima Trinità. Il Padre Guardiano dà inizio alla cerimonia con il canto e con le preghiere d’introduzione, poi il priore chiama per nome i nuovi aderenti ai quali pone alcune domande secondo un formulario mai immutato. I novissi vengono quindi aiutati dai propri padrini nell’indossare per la prima volta il camice rosso. Il priore dà spiegazione del significato di appartenenza alla confraternita e spiega il significato del camice rosso che sarà anche l’ultima veste dei confratelli sul letto di morte. Lentamente i padrini cingeranno con il cordiglio i fianchi dei novissi, poi indosseranno il cappuccio per ascoltare per la prima volta la “mariègola” ossia le regole che ogni confratello è chiamati ad osservare nel corso della sua vita.

Al termine di questa suggestiva cerimonia pubblica i confratelli si recano nell’attiguo Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, qui, a porte sprangate ed a luci spente, ha inizio quella parte di rito rigorosamente riservata ai Fradèi, rito che la regola prescrive segreto e che nessun Fradèo rivela a chicchessia.

Dopo poco meno di due ore le porte del duomo si aprono ed i Confratelli incappucciati si predispongono in processione seguendo il Cristo Crocefisso. Una processione illuminata nella notte solo dalle candele accese tenute in mano dai fradei. Si recano alla chiesa della Madonna del Pilastro vicino al camposanto di Loreo e nel percorso continuano le loro preghiere con un pensiero particolare ai defunti. Sostano all’interno dell’antica chiesa per alcune riflessioni proposte dal padre Guardiano, poi prendono, sempre pregando, la strada del ritorno, sempre in processione orante.

Nel loro Oratorio risuona la campana, è l’aurora ed inizia la santa Messa festiva della Festa della santissima Trinità. Al termine della messa il priore Oscar Fanton (un confratello eletto a vita) ed il padre Guardiano don Roberto Boscolo (l’arciprete pro tempore della parrocchia di Loreo) rivolgono il loro saluto ai confratelli esortandoli ad una vita consona alla loro appartenenza ed ad una spiritualità da vivere sempre con fede ed umiltà.

I fradei, che provengono da svariate parti d’Italia, tornano alle loro parrocchie, stanchi ma felici di avere partecipato ancora una volta ad una cerimonia che mantiene intatto tutto il suo vigore, una festa che ha cavalcato immutata i secoli suscitando ancora entusiasmo e voglia di partecipare.

La confraternita dei Flagellanti o Battuti o Incappucciati della Santissima Trinità fu fondata a Loreo dal 1608 dal vescovo di Chioggia Lorenzo Prezzato, ottenne da subito la soddisfazione di avere un gran numero di aderenti tanto che si rese necessario dare inizio nel 1613 alla costruzione di un proprio oratorio. I Confratelli sono iscritti a vita, tra di loro si chiamano semplicemente “fradèi” e nel segreto si dedicano ad opere di carità e di preghiera. Osservano ancora la tradizione di vestire il camice rosso sul letto di morte con una pietra nuova posta sotto la testa al posto del cuscino in segno di umiltà. Alla confraternita sono iscritte anche numerose “consorelle” che però non vestono il camice né possono partecipare alla cerimonia segreta.

Nonostante alcune caratteristiche che sembrano porre l’esperienza della Confraternita al di fuori dei tempi moderni è ancora vivo l’interesse di molti fedeli. I Confratelli in alcune occasioni hanno anche avuto la gioia di celebrare la veglia notturna con il Vescovo di Chioggia Sennen Corrà negli anni ‘80 e con il Vescovo Adriano Tessarollo un paio d’anni fa. (Abel)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 20 del 19 maggio 2013