Quella delle scuole paritarie non è una questione “cattolica”

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Quella delle scuole paritarie non è una questione “cattolica”

Positivo incontro a Zelarino tra Regione Veneto e aggregazioni scolastiche cattoliche

Si è svolto il 10 luglio scorso, presso la sede della Conferenza Episcopale Triveneto a Zelarino (Venezia), un incontro tra gli assessori regionali Elena Donazzan (istruzione, formazione e lavoro) e Remo Sernagiotto (politiche sociali), accompagnati da alcuni consiglieri e dirigenti della Regione Veneto, con i rappresentanti delle aggregazioni delle scuole cattoliche paritarie e della formazione professionale e il coordinatore della Commissione scuola educazione università della Cet don Edmondo Lanciarotta.

È stata l’occasione per fare il punto della situazione alla luce delle conclusioni della seconda Conferenza sulla scuola libera e paritaria e sui centri di formazione professionale tenutasi a Ca’ Tron (Treviso) nel novembre scorso, tenendo conto dell’attuale realtà e delle prospettive del sistema educativo di istruzione e formazione nel Veneto.

 

I presidenti regionali delle aggregazioni delle scuole cattoliche hanno messo in evidenza gli aspetti critici tuttora presenti: nonostante numerosi “appelli”, realizzati unitariamente negli ultimi anni, la situazione per le scuole paritarie si fa sempre più drammatica per i tagli economico-finanziari, la triste vicenda del “buono scuola”, i tagli riguardanti anche la formazione professionale, il reale rischio di sopravvivenza delle scuole stesse, l’aumento delle famiglie che tengono a casa i figli, la difficoltà di dialogo con l’Anci e gli Enti locali ecc.

È stato, ancora una volta, rinnovato l’invito a continuare il dialogo con il “tavolo tecnico” per studiare assieme il progetto del sistema di istruzione e formazione professionale (in vista anche di una prossima legge regionale) e puntando nella Regione Veneto come alleato autorevole nel dialogo con il governo centrale.

Nei loro interventi di risposta gli assessori e i rappresentanti della Regione hanno sottolineato che, pur nell’attuale mancanza di risorse finanziarie, sono stati compiuti sforzi notevoli eppure ancora insufficienti a garantire la sopravvivenza del cosiddetto “modello veneto” che, a livello nazionale e nel dialogo con il Ministero, non appare né conosciuto né considerato.

Hanno convenuto che tale situazione complessa e drammatica – in una crisi che penalizza in maniera particolare ed ingiusta, per il cosiddetto “patto di stabilità”, le regioni ‘virtuose’ come la nostra – chiede che si faccia realmente “un gioco di squadra” per operare in maniera congiunta e porre politicamente la questione in sede centrale. Questa situazione – è stato osservato – rischia di far arretrare economicamente il Veneto, con gravi conseguenze anche nel tessuto sociale e produttivo.

È stato inoltre riconosciuto che la questione delle scuole libere e paritarie non è una questione “cattolica”, né salvaguarda privilegi “confessionali”, ma rappresenta un tema prettamente sociale e di equità, senza contare poi che tali realtà rappresentano, di fatto, un aiuto alla lotta contro la dispersione scolastica, un grosso risparmio per le casse dello Stato e una reale possibilità di immissione dei giovani usciti dai centri di formazione professionale nel mondo del lavoro, contribuendo così al benessere sociale, economico e spirituale delle popolazioni del Veneto.

In conclusione e in prospettiva, i partecipanti all’incontro hanno evidenziato la necessità di continuare a “resistere” nel breve periodo (nonostante i continui tagli) e di dare alla questione un approccio non solo politico ma anche e sempre più culturale; l’urgenza di trovare tra tutte le forze del Veneto una coesione politica per una strategia condivisa coinvolgendo l’Anci, le forze sindacali ed imprenditoriali, oltreché politiche ed ecclesiali; la volontà di dare un “messaggio forte” al governo centrale chiedendo una differenziazione per il Veneto circa il patto di stabilità e facendo comprendere la positività del nostro sistema regionale.

Si punta, inoltre, all’elaborazione di una proposta di legge regionale – all’interno di un quadro di riferimento generale condiviso – che garantisca e rilanci il modello veneto, nonché all’organizzazione di una manifestazione pubblica, corale e unitaria, nel prossimo autunno.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 29 del 22 luglio 2012