don Gastone Boscolo

Genesi, i due racconti della Creazione

Accompagnamento nella comprensione di questo genere letterario

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La Genesi presenta due racconti della creazione. Il più recente sigla l’inizio del libro (Gen 1,1-2,4a), viene indicato come racconto sacerdotale (VI sec. a.C.) ed è stato redatto durante l’esilio. Il racconto più antico (IX sec. a.C.) sta al secondo posto (Gen 2,4b-8) e viene indicato con il termine jahwista, perché designa Dio con il termine JHWH. Questi due racconti presentano evidenti diversità: a) differiscono nella successione cronologica degli avvenimenti; b) la prima cosmogonia è dall’acqua mentre la seconda è arida; c) nel primo racconto l’uomo viene creato per ultimo, nel secondo invece viene creato per primo. Il redattore biblico finale ha trovato queste due diverse tradizioni e le ha cucite insieme, mostrando così che per lui nessuna delle due redazioni presentava una superiorità di contenuto rispetto all’altra. 

Nell’Antico Testamento abbiamo vari generi letterari (poesia, racconto storico, racconto didattico, cronaca, lettera …). Il racconto della creazione a che genere letterario appartiene? Alcune formule aiutano a individuare il genere letterario: Dio disse … Dio vide che era buono … così avvenne … fu sera e fu mattina: primo … secondo … terzo … giorno… Queste formule sono ripetute con ritmo litanico, e questo fa pensare che il testo risalga a una celebrazione nella sinagoga o nel Tempio. Sembra udire la voce di un solista che intona un inno a Dio creatore e l’assemblea che interviene con il medesimo ritornello! Questo significa che il racconto della creazione non è mai stato un semplice racconto, ma un racconto e allo stesso tempo un inno di lode a Dio. La stessa insistenza sul numero sette (= perfezione, completezza, bellezza) è un invito a scoprire la bellezza del creato e a lodare JHWH creatore. Sono infatti 7 le formule usate dallo scrittore sacro per descrivere la litania della creazione: Dio disse, sia …, e così avvenne, Dio vide che era cosa buona, Dio separò …, Dio chiamò …, fu sera e fu mattina. 7 volte risuona il verbo creare, il nome di Dio è scandito 35 volte (7×5), la terra e il cielo appaiono 21 volte (7×3). Il primo versetto nel testo ebraico ha 7 parole, il secondo 14 (7×2) … Il racconto è un continuo invito a scoprire la perfezione, l’armonia e la bellezza del creato. Inoltre, per inculcare l’osservanza del sabato, il redattore sacerdotale presenta Dio stesso come esempio e fondatore del ritmo settimanale 6 + 1. Il racconto della creazione, quindi, non è un notiziario sulle origini dell’universo, ma un invito a lodare Dio creatore di tutte le cose e ha uno scopo pedagogico, esortare l’israelita alla santificazione del sabato.

Mediante questo inno a Dio creatore, Israele difende la sua idea di Dio dalle concezioni idolatriche presenti tra i popoli con i quali venne a contatto nel corso della sua storia (egizi, babilonesi, assiri…). Che pensare delle divinità zoomorfe degli egizi? Cosa si nasconde dietro le divinità astrali dei babilonesi? La risposta: non ci sono né divinità astrali né divinità zoomorfe, i popoli pagani hanno divinizzato creature inferiori all’uomo. 

Il messaggio che il racconto della creazione intende trasmettere è il seguente: Dio ha creato tutte le cose; tutto ciò che è creato è buono; tutta la creazione è ordinata all’uomo, al quale è stata consegnata per la sua felicità e la sua conservazione. Questa verità religiosa su Dio Creatore rimane incrollabile anche se – secondo l’opinione della scienza moderna – si ammette che in principio non c’è stata una creazione particolareggiata, ma la creazione di un unico atomo, carico di energia, nel quale Dio ha immesso tutte le future possibilità evolutive. La sapienza e onnipotenza di Dio non è forse ancora più grande nell’ipotesi che all’inizio ci sia stato un solo atomo primordiale? La Bibbia non può essere contrapposta alle scienze naturali perché il suo scopo non è impartire insegnamenti di natura scientifica.

Gastone Boscolo