Araldica

Lo Stemma del nuovo vescovo Dianin in bianco e nero

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Dopo la sintetica presentazione della settimana scorsa, ci soffermiamo sullo stemma in bianco e nero, da utilizzare per timbri e sigilli. Quando lo stemma risulta riprodotto nei sigilli e nelle stampe in bianco e nero è necessario creare dei segni convenzionali per comprendere ed individuare gli “smalti” dello scudo. Gli araldisti, nel tempo, usarono vari sistemi; ad esempio, scrissero nei vari campi occupati dagli smalti, l’iniziale della prima lettera corrispondente al colore dello smalto, oppure individuarono i colori con l’iscrivere le prime sette lettere dell’alfabeto o riprodussero, sempre nei campi dello smalto, i primi sette numeri cardinali.

Nel XVII secolo, l’araldista francese Vulson de la Colombière propose, invece, dei particolari segni convenzionali per riconoscere il colore degli smalti negli scudi riprodotti in bianco e nero. L’araldista padre Silvestro di Pietrasanta della Compagnia di Gesù, per primo, ne fece uso nella sua opera Tesserae gentilitiae ex legibus fecialium descriptae, diffondendone la conoscenza e l’uso.

Tale sistema di classificazione, tuttora usato, identifica il rosso con fitte linee perpendicolari, l’azzurro con orizzontali, il verdecon diagonali da sinistra a destra, il porpora con diagonali da destra a sinistra, il nero con orizzontali e verticali incrociate, mentre l’oro si rende punteggiato e l’argento senza tratteggio.

Per rappresentare il colore “al naturale” alcuni araldisti prevedono altri segni convenzionali, ma intendiamo sposare la tesi dell’araldista Goffredo di Crollalanza dove, per il colore “al naturale”, chiarisce che si esprime nei disegni lasciando in bianco il pezzo e ombreggiando la figura nei luoghi acconci. Dello stesso avviso è anche l’insigne araldista arcivescovo mons. Bruno Bernard Heim, che per gli stemmi pontificali dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I da lui ideati, riprodotti in bianco e nero, nel capo patriarcale di Venezia raffigura il leone marciano senza alcun segno convenzionale, alla presenza di un capo tra i più famosi e belli.

Aldrighetti

Foto: Stemma del vescovo eletto di Chioggia, mons. Giampaolo Dianin a colori e in bianco e nero, ideato, su indicazioni del vescovo stesso, dall’araldista chioggiotto Giorgio Aldrighetti e disegnato dall’esperto romano Enzo Parrino.