Ca' Tiepolo

S. Messa nella chiesa restaurata

Solenne celebrazione per la riapertura della chiesa parrocchiale del S.Cuore di Gesù

prima messa ca tiepolo
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“Una chiesa viva, fatta con pietre vive. Sono le parole che Papa Francesco ci ha donato in una delle sue meditazioni”. Così ha esordito don Yacopo Tugnolo leggendo poi la benedizione che il Papa ha “elargito” alla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in occasione della riapertura della chiesa dopo 10 mesi di lavori di restauro. Il popolo fedele ha risposto alla chiamata della chiesa pur in una serata invernale di pioggia e vento. Era pure curioso di ammirare la semplicità del nuovo altare in presbiterio realizzato con il pregiato marmo di Carrara, oltre ai numerosi lavori di restauri. Gli applausi dell’assemblea   sono esplosi quando l’altare veniva preparato per la celebrazione e quando si sono accese tutte le luci della chiesa.

LE PRESENZE E GLI INTERVENTI

Con il Vescovo Adriano Tessarollo, tutti i sacerdoti del vicariato, il rettore del seminario don Giovanni Vianello con il gruppo vocazioni “Sicomoro”, padre Giancarlo di Villaregia, don Carlo salesiano, il diacono Cesare, il Sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli, il gruppo giovani, i cori parrocchiali di Ca’ Tiepolo e Taglio di Po diretti dai maestri Daniela Corradin e Marco Finotti.

Vescovo e sacerdoti sono entrati passando attraverso la nuova bussola per dirigersi verso il nuovo altare ancora spoglio. Il parroco don Matteo Scarpa ha dato il benvenuto: “E’ un giorno di festa perché dopo dieci mesi ci troviamo a riaprire la nostra chiesa, dopo i molti lavori eseguiti, nel suo splendore originale; grazie ai parroci don Fabrizio e don Stefano, che avevano pensato al progetto. Un cammino lungo e faticoso ci ha permesso di creare nuovi e profondi legami all’interno dell’Unità pastorale. E’ pure un momento di rinnovamento in noi stessi. L’augurio è di imparare dal Sacro Cuore di Gesù a spenderci per il Vangelo, donando noi stessi, insieme, sacerdoti e laici, per costruire la chiesa non di soli mattoni, ma una chiesa in mezzo alla gente, che condivide le gioie e le fatiche di ognuno edificando il corpo mistico di Cristo”.

Il Sindaco Pizzoli oltre al saluto di tutta la comunità portotollese, ha rilevato l’alto significato della riapertura delle porte di una chiesa in un territorio attento e partecipe, garantendo che il Comune collaborerà per le agevolazioni previste dalle leggi vigenti. Monica Berti, del gruppo affari economici della parrocchia ha ringraziato le ditte per il ruolo svolto con solerzia e puntualità “in questo progetto di fede e di cultura”.

LE OPERE REALIZZATE

Il Vicario generale mons. Francesco Zenna ha avuto il compito di snocciolare tutte le opere svolte e previste dal progetto che ha coinvolto numerose aziende e uffici: la Curia, l’arch. Giuliano Stoppa, le aziende Tessarin, Mora, Tumiati, Ballarin e altre. La Cei ha contribuito per il 70% del costo; è stato possibile grazie alla firma sulla dichiarazione dei redditi per l’8×1000 alla Chiesa cattolica. Il costo complessivo dei lavori è stato di 440.000 euro. Una somma di circa 90.000 euro per lavori non previsti nel progetto; lo scoperto è di circa 230.000 euro. Don Zenna ha annunciato che un’altra opera significativa è in atto a Scardovari per la Sala parrocchiale ristrutturata con i fondi dell’otto per mille.

Una novità è la costruzione del nuovo altare al centro del presbiterio, realizzato con marmo di Carrara, opera della ditta locale Franzoso e figli. E’ stato pensato in accordo con la curia diocesana, in linea con la semplicità e la giovinezza della chiesa. Il colore bianco lo fa subito emergere come altare della celebrazione; è impreziosito da una croce opera della ditta veronese Arte Poli.

Prima della celebrazione, il vescovo Adriano ha collocato le reliquie del Beato Carlo Acutis, di S.Maria Margherita Alacoque e S.Teresa d’Avila nel sepolcreto opportunamente predisposto, con la preghiera di dedicazione, l’unzione, l’incensazione, la copertura e illuminazione dell’altare e quindi di tutta la chiesa. Se l’altare costituisce la mensa del pane, l’ambone può essere definito come seconda mensa, quella della parola; è realizzato con lo stesso marmo di Carrara dell’altare e posto leggermente avanti rispetto all’altare.

L’indice delle nuove opere registra: muratura esterna; serramenti; riscaldamento; illuminazione; opere negli altari laterali; pulitura pavimenti; intonacatura; tinteggiatura; rampa di accesso per i portatori di handicap; bussola; cappella invernale; sala riunioni e sagrestia, serramenti; sistemazione del tetto; rifacimento dei gradini di accesso all’abside.

L’OMELIA DEL VESCOVO

“Qual è il messaggio che lancia questa nuova opera restaurata? Che il settimo giorno è dedicato alla festa. Questo giorno ci ricordi che la nostra vita è tempo e spazio che appartiene al Signore. Partecipi alla comunione con Dio, uniti con gli Angeli e i Santi, la festa è partecipazione alla vita. L’altare? E’ il simbolo del Signore che mostra il suo amore per noi, è comunità e unione. Questo tempio ci permette di entrare in rapporto con Dio perché condividiamo lo Spirito di Dio: comunione di famiglia con Lui. Al centro del nostro vivere è l’esperienza del Signore che ci ha promesso la gloria nel cielo”.

Luigino Zanetti