Catechisti: chiamati a formarsi per formare

L'importanza della formazione, illuminata dallo Spirito Santo e integrata dall'esperienza di vita

catechismo chiesa
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Il Capitolo quarto del Direttorio tratta sulla formazione dei Catechisti è suddiviso in 6 punti: Natura e finalità della formazione; La comunità cristiana luogo privilegiato della formazione; Criteri per la formazione; Le dimensioni della formazione; La formazione catechistica dei candidati all’Ordine; Centri per la formazione.

La formazione è un processo illuminato dall’azione dello Spirito Santo, intrisa di missionarietà ed evangelizzazione. La formazione dei catechisti, come tutti i tipi di formazione alla evangelizzazione, richiede un certo stile per l’accompagnamento, una coerenza tra gli stili formativi e la prospettiva di quello che il testo citato chiama: docibilitas e autoformazione. La formazione del catechista in genere diventa una doppia ricchezza perché non solo offre una riflessione su di sé, ma dà anche la possibilità di condividerla e arricchirla con l’esperienza, negli incontri con i ragazzi. Il catechista non può limitarsi a leggere e presentare il testo del catechismo; grazie alla formazione e alla vita religiosa egli è un “pedagogo”. La vita di fede, la preghiera personale e comunitaria, la lettura dei testi sacri, o quello che San Francesco d’Assisi chiama lo spirito di orazione e devozione, dovrebbe essere l’ossatura per un formatore cristiano. La docibilitas è l’imparare ad imparare, e per questo ci si deve aggiornare. Anche all’uso dei media, per evitare messaggi sfalsati o troppo personali. Si legge nel Direttorio: La formazione dei Catechisti è attenta a rivelare e far crescere la capacità relazionale per un fraterno e sereno vivere nella Chiesa e per la Chiesa. L’assimilazione del contenuto della fede come sapienza della fede avviene innanzitutto attraverso la familiarità con la sacra Scrittura e con lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica, dei Catechismi della Chiesa particolare, dei documenti magisteriali.

Occorre integrare la lettura e spiegazione del catechismo con l’esperienza di vita. In una società che cambia in continuazione e dove la cultura sembra sfociare sul ‘tutto è lecito’, non possiamo passare oltre. Abbiamo bisogno di una cultura religiosa che aiuti a capire i temi sociali e i problemi connessi. Se c’è un contenuto da ripetere, questo è la vita stessa di Gesù Cristo, sono le tappe della storia della salvezza. In questo ci aiuta il Magistero della Chiesa che si fa garante di una interpretazione cristiana.

Oggi in tutte le occasioni ci si chiede: come annunciare il vangelo; come far venire i ragazzi in chiesa. Il catechista partecipa della ministerialità della Chiesa, la quale ha il solo fine di proclamare il Kerigma, ossia l’annuncio della fede in Gesù, l’inviato del Padre. Senza dubbio la formazione dovrà indirizzarsi su temi incrociati tra fede e società, tra le filosofie prive di Dio e il Dio di Gesù Cristo. Per esempio sulla parità di genere in seno alla Chiesa e alle comunità parrocchiali non se ne sta parlando, quasi sia un tema estraneo o di scarso interesse. Il ruolo e l’impegno dei catechisti diventa importante per la formazione dei ragazzi, perché li aiuta a crescere nei valori che hanno un fondamento divino. I presbiteri, i diaconi e i catechisti sono chiamati a collaborare con le famiglie e queste a collaborare con presbiteri, diaconi e catechisti. La missione di evangelizzare nasce dal dono del battesimo e non finisce mai. La formazione dei catechisti avviene nella collaborazione fra tutte queste persone. Forse, per dirlo sotto voce, alcuni cambiamenti nella Chiesa potrebbero accadere a partire dalla comunità parrocchiali.

Fra Adriano Busatto