Parrocchia Beate Vergine di Lourdes

Approda stabilmente dopo 20 anni lì dove doveva nascere all’inizio…

L’ “eremo della pace” alla beata vergine di lourdes a sottomarina. La benedizione il 6 luglio

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Un cammino lungo quello dell’Eremo della Pace, partito da Foresto di Cona con le credenziali del vescovo Alfredo Magarotto in partenza per Vittorio Veneto, passato per la Casa del Divino Amore con l’Amministratore diocesano mons. Dino de’ Antoni, voluto e motivato dal vescovo Angelo Daniel nel collocarlo a Sottomarina nell’appartamento piccolo di Madonna di Lourdes, dove, trattata la cosa al mattino con il parroco di allora, egli alla sera alla visione del luogo, presente mons. Alfredo Mozzato vicario generale, non era più d’accordo davanti ad un vescovo improvvisamente imbiancato in volto davanti a noi. Il mio ritorno in Seminario e poi l’apertura improvvisa e sorprendente della possibilità di iniziare la vita monastica solitaria nell’appartamentino del sopra sacrestia della chiesa di San Francesco. La disponibilità piena dell’arciprete mons. Vincenzo Tosello e per 5 giorni la ricerca di una chiave tra le mille che potesse aprire la grande porta a vetri sopra la scala per entrare nell’appartamento. Ricordo “il furegare” con don Angelo Vianello passando al setaccio tutte le chiavi … fuorché quella del Paradiso e alla fine un sospiro con “eccola, questa apre” quando ormai già si pensava ad un buco sul vetro fatto dalla mano esperta di un pompiere amico. Un luogo per me speciale ma in stato di abbandono, passato da sede gloriosa dell’Azione Cattolica con don Galileo ad abitazione di qualche canonico, a residenza di chi viveva il servizio civile in Caritas a ricovero per qualche famiglia di rifugiati o migranti. Quanta roba rotta e sporca da buttare, quante cose ancora buone da aggiustare e da igienizzare a 150 gradi! Io, entrando, già vedevo pieno di gioia … il nulla che c’era, come se, abbattuto un muro, tutto fosse già presente. Gridavo: “Qui la cappella!” Nel corridoio per andare alla cantoria… raggiungibile solo dopo aver riempito un camion grande della Veritas di rifiuti di tutti i generi. Era appena accaduta la tragedia americana delle Torri gemelle e subito compresi che si sarebbe chiamato Eremo della Pace. “Qui si pregherà per la pace. Si offrirà e si soffrirà per la pace. Si costruirà e sarà luogo di pace”. Gli amici giovani di San Martino si improvvisarono impresa di pulizie dal cuore grande e gratuito e in pochi giorni il sogno divenne realtà e il 15 di ottobre del 2001 memoria della grande Teresa (d’Avila) cominciai a risiedere iniziando la vita regolare. Nel 2007-2008, con il restauro della chiesa di S. Francesco, sostenuto dalla diocesi, la parrocchia, con la consulenza di Luca Mancin, provvide anche al restauro radicale di quell’appartamento che divenne perfettamente accogliente. Dal cercare il primo luogo con don Fabrizio Fornaro continuai il percorso con don Francesco Zenna che divenne il mio priore e che tuttora lo è. Cominciai con lui a scrivere la Regola di Vita avendo come Padri e Maestri San Benedetto e San Francesco, cominciai il cammino a tappe della vita consacrata: il Postulandato, il Noviziato, l’approvazione provvisoria della Regola da parte del vescovo Angelo come mio vescovo e padre abate fino al 26 febbraio, giovedì dopo le Ceneri quando emisi i voti temporanei nelle sue mani. Per 10 anni ho rinnovato annualmente i voti durante il canto del Vespro davanti al mio priore. La stabilità alla città, il lavoro monastico-pastorale di confessore e guida spirituale, la responsabilità dell’adorazione eucaristica pomeridiana mi hanno fatto diventare nel tempo parte del cuore pulsante della città, pur conservando la mia “solitudine abitata” da Dio e dai fratelli. Il vescovo Adriano ha caldeggiato perché compissi il gesto della professione solenne ed ecco che le mura della nostra Cattedrale nella domenica 2 febbraio 2014 hanno rivissuto dopo secoli il rito antico della professione solenne di un monaco-eremita e la consacrazione di una vergine nella persona di Alessandra Agatea. Otto anni fa la svolta nella proposta del mio Padre abate-vescovo Adriano di vivere l’estate a Sottomarina e l’inverno a Chioggia. 4 mesi e 8 mesi. Un’esperienza bella e forte e da me subito accolta volentieri. Ciosoto–marinante!  La svolta della malattia di don Pierangelo ha fatto suonare un nuovo campanello con la possibilità si spostare l’Eremo “in toto” a Sottomarina a beneficio non solo dell’Unità pastorale San Martino-Madonna di Lourdes ma di tutto il Vicariato. Marinante ma senza dimenticare Chioggia! La malattia di don Piero ha lasciato sospeso il rito della benedizione, programmato nella festa del Battesimo di Gesù e che si compie ora, il 6 luglio alle 20.45, nella memoria di Santa Maria Goretti, mentre lui dal Paradiso ci sorride. Una nuova pagina si scrive con lo sguardo indietro per benedire e ringraziare … e uno avanti per ravvivare la fede e la speranza in “quel Dio che fedele al suo amore mai viene meno alle sue promesse ed è in Gesù, l’eternamente giovane. (parole di don Pierangelo spesso ripetute nelle sue riflessioni ai ragazzi e giovani). Ci auguriamo buon cammino … tutti insieme, con il nuovo parroco don Michele Mariotto, con i confratelli del vicariato, con tutti i cristiani e i fratelli e sorelle in umanità. In comunione di preghiera.

  1. Cesare monaco-eremita diocesano di città

 

IL RESTAURO DEL TETTO DELLA CHIESA

Nell’occasione viene inaugurato anche il restauro totale del tetto della chiesa reso possibile solo dopo il passaggio alla fase due che stiamo vivendo in questo tempo della pandemia dovuta al Covid-19. Lavoro che non poteva più essere rimandato, dato lo stato attuale della copertura che si è rivelato ancor più grave una volta scoperchiato il tutto. Manutenzione dopo più di trent’anni eseguita dalla ditta Carta di Padova, specializzata nel restauro di tali strutture e seguita minuziosamente dall’architetto Arianna Laurenti, sorella di don Pierangelo. Anche qui dobbiamo dire che don Pierangelo, pur malato seriamente, ha voluto in modo deciso che il lavoro fosse eseguito in tempi rapidi. Metteremo a breve su un pannello interno del soffitto questa scritta: “A don Pierangelo Laurenti, parroco della nostra Unità pastorale San Martino–Madonna di Lourdes dedichiamo il restauro del tetto della chiesa, certi che dal cielo continua a proteggerci, conversando con i Santi e parlando a Gesù e a Maria di tutti noi”.