L’OMELIA DEL VESCOVO ADRIANO AL PONTIFICALE DELL’ 11 GIUGNO 2020

Saldamente radicati in Cristo

Nella grande schiera dei martiri

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Nel ‘Te Deum’ cantiamo: “Ti loda, Signore, la candida schiera dei martiri…”. Quanti nomi in questa candida schiera, che continua a crescere anche oggi in tante parti del mondo. Sempre e dovunque l’Evangelo esige impegno e testimonianza, coerenza di vita e di fedeltà, magari in forme diverse, perché esso continui anche oggi a vivere, insieme con tutti i suoi insegnamenti e valori, soprattutto la certezza dell’amore del Signore per ogni uomo e la promessa di vita eterna che egli offre a quanti vivono in obbedienza alla sua parola e lo attendono con amore.

I santi Felice e Fortunato, Patroni della città e della diocesi di Chioggia, sono rappresentati come due soldati romani, che, richiesti di partecipare al culto degli dei pagani, si sono rifiutati, in coerenza con la loro fede in Cristo Signore. Era questo il modo con cui l’autorità romana cercava di combattere il numero sempre più crescente di militari che, pur prestando fedelmente il loro servizio all’impero, aderivano personalmente alla fede cristiana. La tradizione in realtà li qualifica meglio come due giovani fratelli vicentini, venuti per ragioni di lavoro ad Aquileia, il principale sbocco sull’Adriatico di tutta l’Italia settentrionale. Trovati in preghiera in un bosco vicino alla città, nel quale si erano isolati, dato l’imperversare della persecuzione di Diocleziano contro i cristiani, furono torturati e decapitati (303-305). Bisognerà attendere ancora qualche anno perché il culto cristiano, con l’editto di Milano di Costantino nel 313, ottenesse la libertà di essere praticato.

La fede di questi due giovani fratelli, saldamente ancorata in Cristo e nel suo Vangelo, aveva plasmato in loro dei credenti fortemente uniti a Cristo e alla sua ‘sana dottrina’, come ricorda l’apostolo Paolo al suo discepolo Timoteo, poi divenuto vescovo, capaci di affrontare sofferenze e morte, sull’esempio di Gesù loro Maestro e Signore.

Le poche notizie che abbiamo di Felice e Fortunato li collocano in un tempo che conserva tante testimonianze di martiri, descritte nei racconti delle loro ‘passioni’, racconti che ci permettono di immaginare e comprendere anche la ‘passione’ dei nostri Patroni Felice e Fortunato. Nominiamo alcuni testimoni martiri contemporanei dei nostri patroni: s. Agnese, s. Barbara, s. Biagio, s. Nicola, s. Lucia, s. Caterina d’Alessandria, i ss. Cosma e Damiano, s. Gennaro, s. Giorgio martire, i ss. Marcellino e Pietro, s. Vittore, s Alessandro, s. Vincenzo, s. Pancrazio… .

In queste ‘passioni’ leggiamo che in mezzo ai tormenti fisici e talora morali i martiri proclamavano la certezza che Cristo era con loro, parlava loro, li confortava. Questi martiri erano persone la cui fede non vacillava perché solidamente radicata nella fiducia nel Signore e alimentata dalla preghiera. La fiducia nel Signore e lo spirito di preghiera non si improvvisano, ma si accrescono con l’ascolto assiduo della sua parola, con la preghiera costante e con la pratica della vita sacramentale.

Per questa loro splendida, coraggiosa ed esemplare testimonianza di fede, i loro resti mortali furono raccolti e conservati, come quelli di tutta la schiera dei martiri che abbiamo ricordato, e talvolta furono persino contesi da città e popolazioni, che li volevano per conservarne la memoria e per invocarli come loro patroni e intercessori.

La nostra preghiera ai santi Patroni Felice e Fortunato, testimoni coerenti e coraggiosi del vangelo di Gesù, ottenga per la nostra Città e diocesi di Chioggia un rinnovamento alla luce del Vangelo, il superamento della tentazione di rinchiuderci in egoismi e liti di parte, di gruppi e di interessi privati. Ne abbiamo davvero bisogno.

Santi Patroni Felice e Fortunato, intercedete per la nostra Chiesa e Città a voi affidate perché rinasca in esse la volontà e la forza di impegno per il bene comune, per una migliore qualità del vivere civile, politico, sociale, la pratica della preghiera, la fede nel Signore, e ferma speranza nella sua promessa della vita eterna donata a quanti lo amano, lo pregano e lo attendono.

+ Adriano Tessarollo