ULSS 3 - Distretto di Chioggia

La nuova cappella

Il cardinale Parolin ha consacrato la nuova chiesa dell’ospedale

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A consacrare la nuova chiesa dell’ospedale B. Vergine della Navicella di Chioggia dell’Ulss 3 è intervenuto, con una Santa Messa e con lo specifico rito della dedicazione il Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin.

La chiesa è stata inaugurata sabato 13 luglio: il Segretario di Stato Vaticano, il card. Parolin, ha compiuto il rito concelebrato dal vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo, dal vicario generale e da altri sacerdoti, alla presenza del direttore generale dell’Azienda sanitaria Giuseppe Dal Ben.

La realizzazione del nuovo spazio dedicato alle funzioni religiose si inserisce nel vasto e progressivo rinnovamento dell’Ospedale di Chioggia: è infatti nell’ambito del finanziamento regionale di due milioni di euro per la ristrutturazione dell’ala nord del monoblocco ospedaliero che la Direzione Generale ha proceduto, in accordo con la locale Diocesi, alla realizzazione della nuova cappella religiosa, spostandola dalla precedente ubicazione (al 4° piano dell’ala nord-ovest) al piano terra, nei locali prima occupati dalla sala gessi (ora collocata nel polo ambulatoriale di ortopedia inaugurato nell’agosto del 2017), ovvero lungo la centralissima “main street” dell’Ospedale.

“Si dà così attuazione ad una progettualità resa possibile grazie alla Regione Veneto – ha dichiarato il DG Giuseppe Dal Ben – dentro la quale si tengono presenti tutte le esigenze e tutte le funzioni, grazie alla collaborazione e sinergia instaurate in questi mesi con la Curia. Lo spostamento è stato determinato dalla duplice necessità di ricollocare la cappella religiosa dell’Ospedale in una zona di immediata visibilità e raggiungibilità per i fedeli e, nel contempo, di dare spazio e riassetto funzionale per la realizzazione della nuova Oncologia, che a sua volta verrà inaugurata a breve al quarto piano”.

“Immagino quante persone in questo luogo, in questa cappella – ha detto il card. Parolin – cercheranno un momento di conforto. Tutti noi sappiamo infatti che il tempo della malattia è tempo faticoso, di sconforto, oltre che di sofferenza. Questa chiesa sia per noi, e per tutti coloro che si troveranno a frequentare l’Ospedale di Chioggia, non solo un luogo di devozione, ma davvero un aiuto e un sostegno, che dia speranza. Ci aiuteranno, in questa ricerca di nuova linfa, le vetrate che riassumono i modi e le forme in cui si esprime la Misericordia della Chiesa, che dev’essere anche, qui più che altrove, luce e guida per la misericordia dei cristiani”.

La nuova cappella si sviluppa su di un’area di circa 130 metri quadrati e comprende, oltre all’aula per il culto, uno spazio sacrestia/studio per il sacerdote. La sua ricollocazione si inserisce nel maggior intervento di completamento e riqualificazione dei connettivi principali e dell’area dell’accoglienza dell’Ospedale della B. V. della Navicella; accanto ad essa sorgerà difatti un piccolo emporio-edicola, servizio attualmente assente, e i nuovi servizi igienici per l’utenza.

La presenza del nuovo luogo di culto potrà essere immediatamente percepita grazie alla scansione ritmica di piccoli setti in muratura che, nel segnare e sezionare le pareti laterali della cappella, fanno da cornice a mirabili vetrate artistiche che raffigurano le 14 Opere di Misericordia Corporali e Spirituali.

– Opere di Misericordia Corporali, a sinistra guardando l’altare: Dare da mangiare agli affamati; Dare da bere agli assetati; Vestire gli ignudi; Alloggiare i pellegrini; Visitare gli infermi; Visitare i carcerati; Seppellire i morti.

– Opere di Misericordia Spirituali: Consolare i dubbiosi; Insegnare agli ignoranti; Ammonire i peccatori; Consolare gli afflitti; Perdonare le offese; Sopportare le persone moleste; Pregare per i vivi e i morti.

Definite in stretto coordinamento con la Curia, tali vetrate – ideate e realizzate da Albano Poli – costituiscono non solo preziose opere d’arte di abbellimento del sito, ma anche un preciso espediente tecnico per garantire la giusta luminosità alla sala; una soluzione, peraltro, che accresce quell’atmosfera di raccoglimento e di meditazione che, inderogabilmente, deve caratterizzare questa tipologia di luoghi dedicati al culto. In considerazione delle particolari esigenze liturgiche e del numero di fedeli che presumibilmente si raduneranno nella chiesa, il progetto ha previsto la partizione dello spazio interno in tre navate, che assecondano la disposizione dell’impianto strutturale preesistente. I posti a sedere sono assicurati dalla presenza delle sei panchine centrali, nonché dalle sedute disposte ai due lati della sala.

L’altare, posto in testa alla navata centrale, si eleva da un rialzo di un gradino rispetto alla quota di calpestio della restante parte della cappella; le sue dimensioni sono state definite per consentire l’agevole posizionamento dell’ambone e degli altri arredi necessari alla liturgia. Alle spalle dell’altare, confinato da una parete dal profilo spezzato onde ricavare una quinta, si apre alla sua sinistra la porta di accesso all’area sagrestia/studio del sacerdote dotata di bagno dedicato, mentre sulla parete alla sinistra dell’altare è stato posizionato il tabernacolo.

Il cardinale è stato accolto con entusiasmo in mattinata all’ingresso dell’ospedale ed ha celebrato il rito con la partecipazione del personale medico e di altri fedeli. Nell’omelia (di cui riportiamo il testo integrale nella pagina FB di “Nuova Scintilla”) ha sottolineato l’importanza fondamentale della misericordia e il ruolo dei valori spirituali anche in ambito sanitario. Dopo la celebrazione il card. Parolin è stato ospite in Seminario, dove ha pranzato velocemente con il vescovo e i sacerdoti ospiti insieme al direttore dell’Uls e ad altri collaboratori, prima di recarsi a Vicenza per incontrare i confratelli di ordinazione sacerdotale. Nel corso del dialogo con i commensali ha ribadito la  sua gioia per l’opportunità offertagli, ricambiato da un sincero grazie da parte del direttore dell’Uls 3 e da tutti i presenti.

(nella foto il cardinale mentre consacra l’altare e il vescovo Adriano che consacra le croci).