I GIORNI

I miracoli della vita

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Non è scontato sentire raccontare in predica i miracoli della vita e della santità. Questa volta, anche dall’ultima panca della chiesa si sente tuonare la voce del sacerdote, per il quale i miracoli non sono solo la guarigione del cieco o l’aggiunta improvvisa di un pezzo di gamba, ma anche la buona notizia inaspettata e la sorpresa di una presenza amica che ti resta vicina nelle difficoltà.

Dio accompagna il suo popolo fin dalla chiamata dei patriarchi, e passando attraverso vite scombinate porta avanti una storia buona. Con l’intelligenza della fede, il popolo eletto riconosce la sua azione e si inchina al rendimento di grazie.

Anche oggi il piccolo resto del popolo cristiano ritrova l’orma divina e ne avverte la voce nel ritmo delle cose che accadono. La lettura quotidiana del Vangelo sorprende per Gesù che cammina in strada, entra nelle case, viene tirato per la veste, solleva il braccio della bambina e la risuscita. Che differenza c’è tra i fatti che il Vangelo racconta, e quello che accade oggi? Anche una cena con i volontari di un gesto di carità apre a cogliere il volto di Cristo presente oggi.

Miracolo è un fatto attraverso cui Dio costringe l’uomo a badare a Lui: come nel pane eucaristico, che ricevi in mano o che distribuisci da ministro straordinario della comunione. Possiamo toccare il corpo di Gesù! Dio si rende nostro familiare. Lo racconta un’amica felicemente sposata e con tre figli grandi. Intercettata dal bisogno della mamma anziana, non più in grado di vivere da sola, molla lavoro e volontariato per dedicarsi a lei.

“Tutte le mattine – racconta – vado a prendere mia mamma, che dorme a casa sua perché ha paura di dormire fuori, e quando entro da lei ho la netta sensazione che mi aspetti. Guardandomi, senza parlare, mi dice: «Cara, sei arrivata per me?». Nonostante la fatica, con il tempo, questo suo sguardo di attesa è diventato lo sguardo del Signore che mi aspetta e mi dice: «Sei qui per me?».

Un giorno mia mamma, all’improvviso, mi ha chiesto: «Mi vuoi bene?». Io mi sono commossa e ho avuto la certezza che a farmi quella domanda fosse il Signore, di fronte al quale occorre ripetere “sì” in ogni istante.”.

E dunque, come ricorda puntualmente papa Francesco, la santità abita nella porta accanto e viene a chiamarci con il volto e la voce delle persone. Il santo è l’uomo vero, l’uomo che realizza la propria personalità aderendo e rispondendo in libertà al Dio creatore.

“Il bisogno di mia mamma – conclude la testimonianza – è diventato un bisogno mio. Il bisogno che Qualcuno mi aspetti.”.

 don Angelo