I GIORNI

Sospensione

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Si vive come sospesi al di sopra della realtà, camminando sul filo intricato delle tante cose da fare, una dopo l’altra, una dentro l’altra. È quello che accade in alcune circostanze eccezionali, come quando c’è in vista un esame importante, quando si prepara il matrimonio di un figlio, quando si è colpiti dal trauma di una malattia imprevista e violenta.

Circostanza eccezionale è pure un trasloco, con il suo travolgente marasma, ma può essere anche la nomina a un incarico prestigioso ma tutto da definire e da costruire.

Per quindici giorni, un mese, o per un tempo maggiore si rimane presi come nell’occhio del ciclone; avvolti nella nebbia, sciupati da un appesantimento del cuore. Lo schermo delle giornate viene occasionalmente attraversato dal bagliore di qualche notizia colta al volo in tv o in un titolo di giornale: un incidente, una violenza, un arrivo di migranti; si resta frastornati dal chiacchiericcio politico ed economico, strattonati dalle tirate della pubblicità. Infine la tempesta si placa e una lieve brezza riconduce a riva la barca.

Ti viene incontro il popolo di Dio, vivace nella celebrazione liturgica, attivo e accogliente nella colletta alimentare, attento e solerte nelle amicizie, e in buona parte ancora da scoprire nel ritmo del suo cammino. Senza tutte le persone che ti sono state accanto con mani e piedi e una marea di consigli, come avresti traslocato libri e masserizie, ripristinato l’abitazione, intrapreso un primo riordino? Finalmente si riaccende il ciclo delle letture, riaffiora la cadenza quotidiana dei giornali lasciati accumulare, si riannodano i rapporti consueti e quelli che si vanno aggiungendo, ritornano le incombenze necessarie, emerge qualche nuova proposta e occupazione. Riemergono alla luce oggetti e appunti che parevano scomparsi.

Si può vivere senza lo spazio di una comunità, senza lo spessore dell’amicizia, senza l’intensità dei rapporti? Si può vivere ai margini della Presenza grande a amica che avvolge le cose e le compenetra di significato? Come vive chi – per malattia, per assuefazione, per pigrizia, per quella superficialità che svilisce la vita, non avendo avuto la grazia di un incontro vero – rimane in superficie, si limita a soffiare sul pelo dell’acqua, e vive senza vivere? Il mondo è un libro che si apre ogni mattina, il vento che alza le vele, la vita che viene incontro con il suo carico di problemi e il suo orizzonte di bellezza. Il frammento di tempo donato ad ogni istante non sprofonda in una inutile apnea, ma ospita il Mistero che viene ad abitare la storia e la vita di ogni uomo.

 don Angelo Busetto