I GIORNI

Risveglio

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I ragazzi giocano in piazza e nel campetto. Capita sempre nelle adiacenze della chiesa. Quando arrivi ne trovi 3 o 4 che calciano il pallone, oppure incroci un nugolo di bimbetti che si rincorrono e gridano e le mamme attorno che li guardano e chiacchierano a gruppetti. È l’immagine di una chiesa giovane, una chiesa che ricomincia: dal gioco, dal cerchio che salta e canta, dal segno di croce. Riprende il catechismo, si ritorna in parrocchia dopo la fatale assenza estiva, ci si ritrova nella compagnia degli amici e delle comari. Riprende a scorrere un nuovo annuncio, le persone si riassestano attorno alla Chiesa, luogo e comunità, amicizia e proposta. “Che vita è la vostra se non vivete in comunità?” dice Eliot; e aggiunge: “La Chiesa deve sempre edificare e sempre decadere, e sempre venire restaurata”, come una casa mai completata, un tempio colpito dal fulmine, un edificio scosso dal terremoto. Gli anni che corrono dissestano la nostra immagine di solidità, di abitazione stabile e garantita, e ridestano la voglia rinnovare i locali o almeno di imbiancare le pareti. Il vecchio castello, dopo il decadimento di guerre e tempeste, ripristina i luoghi dell’accoglienza.

Non resiste l’immagine di una Chiesa della pura continuità, della tradizione che trascorre di padre in figlio, delle abitudini passate di mano in mano. È piuttosto l’immagine del torrente, che ingrossa con le piogge e secca con il bel tempo, e scorre lentamente tra i sassi. Il campo arato rinasce per una nuova seminagione nei solchi spalancati. L’annuncio è una novità che rinfresca facce e cuori. L’amico che ha cominciato a balbettare un po’ di teologia esulta a raccontare la novità della scoperta del patrimonio liturgico. “Abbiamo un tesoro strabiliante di bellezza e verità, antica e nuova, e finiamo con l’annoiarci a Messa”, egli dice. Rinasce l’annuncio, come per la prima volta. Lo scopriamo sul volto dei fanciulli che ci guardano mentre parliamo di Dio creatore, di Gesù in mezzo alla gente, del prodigio del pane eucaristico: occhi illuminati e curiosità accesa. Le cose acquistano spessore, la vita riprende la corsa, il cuore torna a vibrare. Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese e anno dopo anno, l’annuncio prende forma nelle dimensioni di una comunità. Mentre cerchiamo il senso delle cose e lo scopo della vita, torniamo a guardare il Maestro che ci guarda e ci parla. Il percorso segnato dal calendario liturgico disegna il tracciato della vita.

 don Angelo