PORTO VIRO

Chiamato ad un nuovo cammino

La parrocchia di San Bartolomeo accoglie don Alfonso Boscolo

Ingresso-Don-Alfonso
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La mattina di domenica 23 settembre è stata una particolare giornata di festa per la comunità parrocchiale di San Bartolomeo di Porto Viro. L’occasione è stata l’insediamento del nuovo parroco, don Alfonso Boscolo, originario proprio di Contarina, località in cui sorge la parrocchia.

Le bandierine sul sagrato e i grappoli di palloncini gialli erano la bella scenografia preparata dalla comunità, oltre a manifesti di benvenuto, sistemati agli ingressi della chiesa. Don Alfonso Boscolo è stato accolto dai suoi nuovi parrocchiani, assieme alle comunità di Ca’ Cappellino e Mea, le altre due parrocchie che costituiscono l’unità pastorale, e a quelle della Navicella e di San Michele Arcangelo dove è stato parroco fino alla settimana scorsa. Ad accompagnare il nuovo parroco anche i famigliari. La Messa di insediamento del nuovo parroco è stata presieduta dal vescovo Adriano Tessarollo e concelebrata, oltre che da don Alfonso, da don Giuseppe Cremonese co-parroco dell’Unità pastorale, don Angelo Vianello vicario foraneo, don Umberto Pavan già parroco di San Bartolomeo e don Giovanni Vianello.

La Messa è stata animata dai canti del coro parrocchiale supportato in alcuni momenti anche dai bambini. L’entrata dei due parroci nella chiesa gremita, preceduti dai piccoli del catechismo con i palloncini gialli, è stata accolta da un forte e prolungato applauso che ha accompagnato il loro passaggio fino alla sacrestia. Il canto di ingresso alla celebrazione eucaristica è stato significativo “Tu es sacerdos in aeternum!”. Subito dopo il vescovo Adriano ha presentato alla comunità il nuovo parroco moderatore illustrando brevemente quali siano i suoi compiti. Ha sottolineato inoltre come i due sacerdoti dell’Unità pastorale debbano guidare la comunità loro affidata mediante la predicazione della Parola di Dio, le attività di catechesi, di promozione evangelica e di carità, la formazione dei bambini, dei giovani e delle famiglie alla vita cristiana, l’assistenza pastorale degli ammalati e l’amministrazione dei sacramenti. Ha invitato infine i due sacerdoti a vedere la mitria, l’anello e il pastorale come doni simbolici, ma necessari a svolgere la missione non solo di vescovo, ma anche dei parroci uniti con lui. Il pastorale è il simbolo della missione di guida del gregge della Chiesa di Dio che a loro viene affidato; l’anello è il simbolo, come in una festa di nozze, di un’unione duratura e fedele ed esprime l’unione del sacerdote con la chiesa e con la comunità; la mitria è il simbolo dell’impegno ad accogliere la grazia di Dio per continuare l’impegnativo e profondo cammino verso la santità. Il Vescovo Adriano ha infine invitato don Alfonso e don Giuseppe ad un abbraccio fraterno come segno di comunione ecclesiale e di futura collaborazione nell’unità pastorale. Nell’omelia il presule, rifacendosi al testo evangelico di Marco, ha voluto ribadire la sequela a Gesù: servire ed accogliere per essere i primi nel cuore di Dio. Il primato sugli altri è nel servizio e chi serve non può essere che all’ultimo posto, “come il Figlio dell’uomo che è venuto per servire e non per essere servito, e dare la vita in riscatto per molti”. Per Cristo, infatti la croce è stata una scelta di servizio, un mettersi all’ultimo posto. Misura della sequela diventa per Gesù un bambino. Accogliere un bambino, che non ha potere di decidere né di disporre di sé, equivale ad accogliere Gesù stesso e quindi il Padre che lo ha mandato. Ha quindi esortato don Alfonso e don Giuseppe a vivere la nuova esperienza pastorale con il desiderio della comunione e della corresponsabilità per offrire alle comunità una testimonianza viva del Vangelo. Al termine della celebrazione, don Alfonso ha preso la parola. Con grande commozione ha ricordato un passo del Vangelo di Marco, le cui parole in quest’ultimo periodo sono diventate parte integrante del suo vivere quotidiano. “Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».

Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Questo testo evangelico sembra in primo luogo voler porre chiaramente un principio – l’obbedienza a Dio attraverso l’accoglienza di Cristo – che vale per tutti, anche per la madre di Cristo e per ciascuno di noi. Si tratta di ritrovarsi protesi al desiderio di compiere, come Gesù stesso, la volontà del Padre. Partendo da questa constatazione, don Alfonso ha accolto l’invito del Vescovo ad essere parroco di San Bartolomeo, chiesa che lo ha visto crescere nella fede, aiutato a capire la vocazione e nella quale ha ricevuto l’ordinazione. Don Alfonso si è definito parroco maturo negli anni, lacerato da alcune ferite nel cuore, ma comunque chiamato a vivere un ministero prezioso ed insostituibile di preghiera, ascolto e condivisione, permeato e reso ancor più significativo dalla condizione di accettazione del limite di sé nella fedeltà alla propria vocazione.

C’è tutta una dimensione di offerta e di preghiera che può ancora mettere a disposizione della Chiesa. Il suo ministero è la testimonianza di una vita vissuta con la gioia pacata di chi si sente ogni giorno chiamato da Dio; un ministero esercitato come espressione della vitalità e maternità della Chiesa.

Successivamente, a nome dell’intera comunità, un rappresentante del Consiglio pastorale di San Bartolomeo ha salutato il vescovo e don Alfonso. Al nuovo parroco si è rivolto esprimendo la gioia e l’emozione per il dono della sua presenza in una comunità pronta a riprendere il cammino con un nuovo compagno di viaggio, con una nuova guida che certamente nel suo ministero sarà sempre ispirato all’immagine del buon padre. Ha poi annunciato la disponibilità a condividere con entrambi i parroci il cammino pastorale della parrocchia in ogni aspetto (dalla liturgia, alla catechesi, alla pastorale per i giovani, per gli adulti e per chi è in condizione di bisogno) per edificare sempre più la Chiesa e annunciare il Regno di Dio. A don Alfonso è stato fatto dono di un libro ironico e spiritoso sull’essere parroco, con l’augurio che gli possa portare letizia nei primi momenti della nuova esperienza pastorale.

Dopo la Messa la festa è proseguita con un rinfresco, allestito nel nuovo Centro Parrocchiale dove tutti, parrocchiani nuovi e vecchi e familiari, si sono uniti in un momento di convivialità e di scambio di saluti.

Monica Bisco