Un punto fermo

zenna-francesco
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SGUARDO PASTORALE

Un punto fermo

È bello scrivere sull’onda delle emozioni. Ed è stato davvero emozionante ritrovarmi presso il Monastero delle Clarisse a Contarina per animare il ritiro spirituale delle Religiose della Diocesi. Emozionante per aver dettato le meditazioni davanti a Gesù Eucaristia, visto che lì è esposto all’adorazione per tutta la giornata. Emozionante iniziare e riprendere la mattinata con l’invocazione allo Spirito e un canto Eucaristico proposti dalle sorelle Adoratrici. Emozionante vedere più di quaranta Suore, provenienti dalle diverse Case presenti nel nostro territorio, tornare a manifestar loro solidarietà e vicinanza. Emozionante trattare il tema della Trasfigurazione sopra questo monte di radicalità evangelica, di fedeltà e obbedienza al carisma, di apertura sincera all’ascolto umile e operoso.

È stato anche un momento di fraternità, resa concreta dall’accoglienza, propiziata dai doni di alcuni benefattori e suggellata da una stretta di mano nel grande parlatorio, un po’ insufficiente per la circostanza. È stato soprattutto un momento di grazia, perché tutte le presenti torneranno a casa confermando le loro comunità e i fedeli che il Monastero continua ad esistere ed è un punto fermo per la vita della nostra Chiesa locale. Non è il numero che conta, visto che si è dimezzato per la volontaria uscita della precedente abbadessa con altre sorelle, ma lo spirito con cui continuano a interpretare l’importante vocazione delle “mani alzate verso il cielo”, come quelle di Mosè durante la battaglia degli Israeliti contro Amalek. 

Mani alzate ma anche sguardo profondo, ascolto sincero, cuore aperto nei confronti della realtà sociale ed ecclesiale del territorio, senza esclusioni o favoritismi, col solo desiderio di essere un po’ come la nube del Tabor, che fa risuonare e permette di ascoltare la voce di Dio. Povere tra i poveri, sempre pronte comunque a condividere la Provvidenza, hanno un’altra indigenza cui sopperire, la dimenticanza del Signore e l’indifferenza religiosa, che atrofizzano gli spiriti e rendono amara la vita sempre più complessa e problematica. 

Punto fermo, mi sento di affermare, anche nei confronti di un rozzo tentativo di delegittimarle da parte delle sorelle che sono uscite, di una serie di sospetti fatti veicolare su di loro da alcune fedeli, devote dei narcisismi e del sensazionale più che del Signore; punto fermo soprattutto per chi ne riconosce la semplicità e la gioiosa presenza, che speriamo possa essere accostata da giovani e adulti, dai ragazzi del cammino di Iniziazione cristiana e dalle loro famiglie, dai sacerdoti e, com’è avvenuto oggi, dalle consorelle di altri Istituti ma accomunate dalla stessa chiamata alla speciale consacrazione. 

L’ultima Istruzione della Congregazione per la Vita Consacrata definisce la vita contemplativa “Cuore orante nella Chiesa e per la Chiesa” e al n. 159 recita: “La comunità del monastero di monache, posta come città sul monte e lucerna sul lucerniere, pur nella semplicità della sua vita, raffigura visibilmente la meta verso cui cammina l’intera comunità ecclesiale che, ardente nell’azione e dedita alla contemplazione, avanza sulle strade del tempo con lo sguardo fisso alla futura ricapitolazione di tutto in Cristo”. E questa ricapitolazione è davvero l’unico punto fermo del comune percorso, verifica costante dell’autenticità della nostra tensione.

don Francesco Zenna

 

Nuova Scintilla n.21 – 27 maggio 2018