Lo Spirito che anima la Chiesa

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PAROLA DI DIO – Domenica di Pentecoste – Anno B

LETTURE: At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25;  Gv 15, 26-27; 16, 12-15 

Lo Spirito che anima la Chiesa

La solennità della Pentecoste che oggi celebriamo è il compimento della Pasqua. Il gesto dello spegnimento, al termine della celebrazione, del Cero pasquale che in tutte le azioni liturgiche ci ha ricordato la presenza viva del Risorto in mezzo a noi, ci dice che si conclude il tempo pasquale.

L’evento celebrato dalla festa di oggi non è narrato dal Vangelo ma dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11), in cui si racconta l’avvenimento “fisico” della Pentecoste.

Dopo 50 giorni dalla Risurrezione (‘pentecoste’ in greco significa “50° giorno”), proprio mentre gli Ebrei festeggiavano l’inizio della stagione del raccolto e sottolineavano la consegna delle tavole della Legge a Mosè sul monte Sinai, dove fu proclamata solennemente l’alleanza tra Dio e il suo popolo, gli Apostoli e Maria, riuniti in preghiera a Gerusalemme, nel Cenacolo, ricevettero lo Spirito Santo promesso da Gesù prima di ritornare definitivamente al Padre.

La Pentecoste, celebrando appunto il dono dello Spirito “che è Signore e dà la vita”, ci conduce a soffermarci sul ruolo dello Spirito nella nostra vita e nella vita della Chiesa.

La nuova manifestazione dello Spirito Santo rimanda, in maniera esplicita, alla manifestazione di Dio sul monte Sinai: i tuoni, il terremoto, il fuoco, il vento sono gli elementi che descrivono la solennità dell’evento e la presenza di Dio e vanno riletti in una chiave spirituale perché questa nuova Alleanza non è più fondata su una legge scritta sulla pietra, ma, appunto, sull’azione dello Spirito Santo mandato da Gesù per realizzare un’umanità nuova. Inizia, con la Pentecoste, il faticoso tempo della Chiesa ed ecco che, in essa, lo Spirito è tuono e terremoto perché scuote nel profondo, scardina le nostre presunte certezze, ci obbliga a superare i luoghi comuni sulla fede, per vincere ciò che ci lascia inerti a vivere la nostra vita cristiana senza entusiasmo, è fuoco che riscalda i nostri cuori e illumina i nostri passi ed è vento che orienta le vele perché possiamo raccogliere la sua spinta e attraversare il mare della vita.

Inoltre sono tre gli aspetti che ci aiutano a comprendere in maniera profonda cosa significhi essere Chiesa: lo Spirito rende i discepoli capaci di parlare a tutti; nello Spirito i diversi non entrano in conflitto, ma sono ricondotti all’unità; e, infine, lo Spirito accompagna la comunità dei discepoli ad una comprensione nell’oggi della Parola, permettendo così di annunciare all’uomo del nostro tempo il Cristo di sempre. 

Lo Spirito, che ha accompagnato la missione di Gesù, come inviato dal Padre, è quello che ha guidato gli apostoli nella loro missione ed è lo stesso Spirito che continua a incoraggiare e animare la missione della Chiesa e ciascuno di noi figli, così da poter portare a compimento con umiltà e coraggio il mandato del Signore Gesù. È grazie all’azione dello Spirito che anche noi diventiamo “esperti” nell’annuncio del Vangelo e, lasciandoci guidare dallo Spirito di Verità, veniamo attrezzati a vincere quelle paure che tante volte limitano la nostra testimonianza.

Dobbiamo, però, anche dire che lo Spirito Santo continua a essere per molti cristiani il grande sconosciuto. E, invece, è proprio Lui che ci dona la forza per vivere cristianamente e con audacia il nostro battesimo. Il popolo cristiano ha – per così dire – una certa familiarità con le due prime persone della Trinità, il Padre e il Figlio; meno con la terza: lo Spirito Santo. Al contrario la sua azione, pur essendo misteriosa e interiore, non per questo è meno reale e necessaria.

Propongo come riflessione l’osservazione di un Maestro spirituale della tradizione greca, Ignazio di Latakia: “Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo rimane nel passato, il vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione propaganda, il culto evocazione e l’agire dell’uomo una morale da schiavo. Ma con lo Spirito Santo, Cristo è qui, il vangelo è la missione trinitaria, l’autorità è un servizio liberatore, la missione una Pentecoste, la liturgia memoriale e anticipazione, l’azione dell’uomo diventa divina”.

Lo Spirito che è “datore di vita” e che “ci ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rm 8,2), ci faccia sperimentare ogni giorno la novità e la bellezza della vera fede nel Cristo Risorto.  

 don Danilo Marin