La corsa di Pasqua

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La corsa di Pasqua

A Pasqua tutti corrono. Non come a Natale, quando si indugia in adorazione davanti al Bambino. La nascita di Gesù rende più grande lo stupore per l’impossibile che accade. Anche le vacanze natalizie planano sul sedentario, cullate da pastori e pecore, sul ritmo cadenzato dei cammelli dei Magi. Pasqua arriva ogni anno di corsa, dopo una Quaresima che pare appena iniziata e subito giunge al calvario e al sepolcro vuoto, tra lo sventolio dei venti di bora e lo scrosciare delle piogge di marzo. Corre la Maddalena dal sepolcro al cenacolo per annunciare la cosa nuova che sta accadendo; corrono Giovanni e Pietro a guardare dentro il sepolcro; corrono indietro due discepoli la sera dello stesso giorno, dopo aver riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Anche Gesù corre a Pasqua. Alla nascita stava fermo nella mangiatoia del presepio. Corre subito verso la Maddalena,  precede e insegue gli apostoli prima di salire al cielo dal Padre suo. Ha continuato a correre in ogni luogo del mondo, morendo e risorgendo in tutte le celebrazioni eucaristiche. Dopo Pasqua comincia la corsa di apostoli e discepoli in fuga da Gerusalemme a causa delle persecuzioni, o negli audaci viaggi missionari, per mare e per terra, sulle navi e lungo le strade romane. 

S’è fermata la corsa di Pasqua? A Pasqua corriamo dai parenti in campagna o dagli amici a Parigi, nelle ‘città d’arte’ o sulla neve delle ultime sciate. La corsa ha preso strade diverse, dietro altri interessi e attrattive, spegnendo l’annuncio di quel mattino a Gerusalemme? 

Il mondo si è spalancato ai quattro punti cardinali. Dalla Palestina alla Grecia, da Roma al nord Europa, dall’ovest del continente americano al sud dell’Africa e allo stillicidio dell’immensa Asia, le strade di Pasqua si aprono per direzioni che si intersecano: dall’Africa all’Italia, dall’Argentina al Vaticano, da Chioggia alla Papua Nuova Guinea e al Burundi, dall’Indonesia a Chioggia e via percorrendo. I viaggi dei missionari non seguono più le rotte dei navigatori o non intercettano i pericoli degli esploratori. Attraversano città con palazzoni a sghimbescio e immensi centri commerciali, luoghi di cultura e periferie, rotte di migranti e campi di profughi, territori desolati dalla guerra o afflitti da violenze e schiavitù. L’annuncio della Pasqua penetra nel mondo delle nuove tecnologie, attraversa il silenzio che isola da tutti e con tutti mette in relazione. Le nuove vie del Vangelo corrono via internet e whatsapp e streaming e ridestano il mattino con lampi di luce, accendono desideri sopiti e suscitano speranze. Corre l’annuncio della Pasqua con cristiani chiamati per nome e avviati alla missione tra vicini di casa e lavoro, amici e parenti, lontani e occasionali. Lo Spirito del Risorto soffia con nuovi venti, sgretolando antiche strutture e aprendo varchi insperati nel cuore degli uomini. 

 don Angelo

Nuova Scintilla n.13 – 1 aprile 2018