“Che è mai questo?”

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IN MARGINE ALLA giornata mondiale dei malati di lebbra

Il grazie degli “Amici dei Lebbrosi”

“Che è mai questo?”

Domenica 28 gennaio, l’evangelista Marco annota che tutti furono presi da timore (per l’intervento di Gesù), tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo?”. Tali parole le ho sentite riecheggiare parecchie volte all’interno della chiesa di San Martino a Sottomarina, mentre prestavo servizio al “banchetto del miele” per i malati di lebbra. Ebbene, anch’io sono stata “presa dal timore”, dalla meraviglia, dallo stupore dinanzi ad un’opera di Dio. “Che è mai questo?” mi domandavo. Questo: cioè l’adesione, la collaborazione, condivisione, sensibilità, generosità delle persone nei confronti dei malati di lebbra, di una malattia curabile, le cui cause principali continuano ad essere proprio la povertà e l’assenza di servizi socio sanitari. Malattia che, se non diagnosticata in tempo, anche se guarita, lascia segni di forte disabilità che portano all’emarginazione e quindi alla povertà e all’isolamento. Come ogni anno titubante, incerta, ansiosa, poco fiduciosa, con la testa piena di perplessità che sfociano nelle solite domande: “Come sarà quest’anno? Come andrà, con i tempi che corrono…?”. E poi mi ritrovo a chiedermi “Che è mai questo?”.

Sì, Dio opera meraviglie, Dio c’è e provvede ai suoi figli, poveri, malati, emarginati, disabili, lebbrosi insomma, per indifferenza, vecchie paure, egoismo, ignoranza di molti. Dio provvede, ma ha bisogno di mani e cuori aperti, disponibili all’incontro con l’altro, all’informazione, alla sensibilizzazione, generosi per combattere chiusure, pigrizia ed egoismo. E noi ne abbiamo incontrati tanti di cuori secondo Dio, aperti, caritatevoli, generosi e disponibili non solo per donare l’offerta, ma anche per aiutarci nei banchetti dislocati nelle varie chiese, proporre il miele ai loro fratelli com-parrocchiani (perdonatemi il nuovo vocabolo!). Cuori che ci hanno accolti in chiesa e che dall’Altare hanno esortato l’assemblea ad esercitare un gesto di carità, che avrà la sua ricompensa nel Regno dei Cieli dove tutto è scritto, fissato. “Che è mai questo?” Signore, che meraviglie sai fare! Sicuramente oltre le nostre aspettative. Noi così piccoli, meschini, paurosi, con poca fede, ci sentiamo sostenuti dalla tua fedeltà. Eccoci qua, Signore, a ringraziarti ancora una volta per le meraviglie che ci hai mostrato e che ci fanno esclamare “Chi è mai Questo?”. Grazie a coloro che ci hanno sostenuto con il loro contributo, a coloro che hanno reso disponibile la buona riuscita della 65ª GML donando il loro tempo ai banchetti, a coloro che continuano silenziosamente ad aiutare e a sostenere i progetti AIFO per i lebbrosi e grazie per ogni personale, minima, ma preziosa, offerta. Sono tutti gesti che valgono molto e danno gioia alla vita. “La Carità non è denaro! È un atto d’amore, è un dono di sé che ti sublima e paga il tuo sforzo e la tua rinuncia con la gioia!” (Raoul Follereau). Grazie a tutti e un carissimo saluto, augurandoci un buon cammino verso la Pasqua di Risurrezione.

Luisa Costa

Gruppo Amici dei Lebbrosi – Socia AIFO

Nuova Scintilla n9 – 4 marzo 2018