L’incontro tra il vescovo Adrianoe le persone delle nostre comunità

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VISITA PASTORALE ALL’U.P. DELLA NAVICELLA E DI BRONDOLO

L’incontro tra il vescovo Adrianoe le persone delle nostre comunità

Quando una visita non corrisponde a un dovere, ma è l’incontro di persone che desiderano vedersi, conoscersi meglio, ed incoraggiarsi a proseguire, come è stata la visita pastorale che il vescovo ha tenuto nella nostra Unità pastorale della Navicella e di Brondolo dal 15 al 24 novembre, allora si desidera ricordare i momenti salienti, le esperienze vissute, gli incontri particolari, fermandoli anche nello scritto. Così sono nate queste testimonianze che alcuni parrocchiani ci hanno consegnato e che noi desideriamo condividere.

Ab

Catechismo con il vescovo

Un’ora di catechismo assieme al vescovo per tutti i bambini e ragazzi dell’Unità Pastorale. Mercoledì 22 novembre, ore 17.00. Ritrovo: piazzale della chiesa. Tre brani di Vangelo rappresentati dai bambini in tre distinte scene. Prima scena sulla gradinata antistante la chiesa: il giovane ricco; entrati in chiesa, seconda scena: Zaccheo; terza scena davanti all’altare: la moltiplicazione dei pani. Al termine di ogni tappa, di ogni breve racconto, è stata posta dai ragazzi al vescovo una domanda che lo provocava a rispondere a partire dalla sua personale esperienza. Le domande: Che cosa è stato disposto a lasciare lei per seguire Gesù? Su quale “albero” si è arrampicato per realizzare i suoi sogni, la sua vocazione? Che cosa possiamo condividere noi con i nostri fratelli? Immaginate una chiesa stracolma dalla presenza di bambini seduti attorno al Pastore; i loro genitori curiosi, costretti, quasi come Zaccheo, a rimanere appiccicati alle pareti un po’ nascosti dalla folla ma, attentissimi alle parole del vescovo che, con molta semplicità, rispondeva alle domande: “Su quale albero mi sono dovuto arrampicare? Primo, mio padre, vedendo lui come viveva, mi ha introdotto alla vita, al senso dell’esistenza, facendo nascere in me le domande fondamentali: che cos’è importante nella mia vita? Cosa mi propongo? Che cosa voglio raggiungere? Come un bambino sulle spalle del papà, ho cominciato a vedere oltre. Poi, il secondo albero: ho avuto un parroco che è stato quarantacinque anni nella mia parrocchia, era un uomo grande di statura, anche lui mi ha aiutato a fare un altro passo in avanti, era un uomo di una carità grandissima, chi andava da lui era sempre aiutato. Tutto questo mi ha aperto un altro orizzonte, fino a chiedermi cosa posso fare nella vita? Il terzo albero: la Parola di Dio. Un po’ l’ho scelto io, un po’ mi è stato indicato dal mio vescovo di Vicenza. Dal Vangelo anch’io ho cominciato a guardare la vita in maniera nuova, a guardare come guardava Gesù. Poi come prete, il vescovo mi ha chiesto di dedicarmi a studiare la Bibbia per poi insegnarla. Come capite, quest’albero si è fatto sempre più grande. Si capisce la vita come chiamata, come vocazione, cioè chiamata a guardare la vita come Gesù la vede. E devo dire che, come per Zaccheo, la salvezza è entrata nel mio cuore. Questa è la vocazione: chiamato a parlare come Gesù alla luce delle testimonianze di persone e scoprendo la volontà del Signore nella sua Parola”. Doveva essere semplicemente un’oretta di catechismo assieme, invece è stato un momento d’incontro con Gesù. Alla fine sembrava proprio di vedere Gesù che invitava la folla a seguirlo, e così a incontrarlo ogni domenica alla messa.

gv

Con i giovani e gli scout

Un sabato diverso per noi  Scout, che rimarrà  impresso nei nostri cuori come momento di unità  parrocchiale, di conoscenza, di  condivisione e crescita dove, grazie all’incontro con il vescovo ci siamo potuti “raccontare” come ad un familiare  che non vedevamo da tempo. Una bella occasione che, assieme agli altri giovani dell’U.P.,  Anna, Silvia, Ilaria, Arianna e Lorenzo hanno saputo cogliere al volo: hanno raccontato il loro “essere scout” in AGESCI (dove quella C fa la differenza). Attraverso le loro parole, i loro occhi gioiosi, i loro gesti, la loro spontaneità, la loro emozione è  emerso quanto sia stato importante iniziare questa esperienza educativa fin da piccoli magari un po’ costretti dai genitori oppure da grandicelli attratti dalla testimonianza di qualche amico. Poi arriva il momento del proprio Sì, la “promessa” personale e questo ti cambia la vita, perché  essere scout è uno stile di vita, cambia il tuo modo di pensare, fare, mettersi in servizio,relazionarsi, collaborare, rispettare l’altro e l’ambiente, diventa parte della quotidianità, in famiglia, a scuola. Personalmente è stato emozionante vedere come questi giovani si sono messi in gioco davanti al vescovo e agli altri amici.

 Sabrina                                            

Abbiamo accolto il vescovo Adriano come “uno dei nostri” un sabato sera nella sala giochi del patronato. Una lunga tavolata e la solita pizza. Ci siamo riuniti intorno a lui e con grande libertà abbiamo portato le nostre esperienze: raccontando quali sono i nostri cammini, gli avvenimenti che hanno segnato la nostra vita, le domande che continuamente fanno sussultare il nostro cuore e ci fanno seguire quella Luce.

Il vescovo Adriano ci ha fatto capire quanto è importante seguire quella Luce, anche quando è molto lontana e fioca, anche se a volte ci sono degli alti e bassi, quando cadiamo e ci perdiamo nella “foresta”. Questo perché nessuno ha la strada già aperta, chiara e pronta da percorrere; ma bisogna meditare, camminare insieme, e crescere.

È così allora che quelle “quattro mura” della nostra chiesa diventano Casa, Famiglia, nata non solo dalla nostra volontà di stare insieme, ma guidati da Qualcuno di più grande che ci ama.

Giorgia

Domenica esemplare dei cresimandi

Come tutti gli anni nella nostra parrocchia le classi di catechismo, per sezione, organizzano un pranzo di domenica, dopo la messa con i genitori, chiamata la “domenica esemplare”. Quest’anno la  domenica esemplare dei cresimandi cadeva proprio durante la visita pastorale del vescovo, il 19 novembre. Pensavo che la presenza del vescovo avrebbe frenato l’allegria e la sana confusione dei ragazzi/e, ma mons. Adriano, girando per i tavoli , ha saputo rendere il pranzo un normale pranzo di famiglia. Grazie al nostro vescovo che ci ha donato la sua presenza veramente paterna, grazie ai nostri sacerdoti, ai genitori, agli animatori dei ragazzi, a tutti quelli che si sono prestati per rendere questa domenica una vera domenica esemplare.

Patrizia

Con le persone impegnate nell’Annuncio

Ravvivare significa letteralmente far tornare in vita, restituire vitalità a una persona o a una cosa. Questi, e altri i temi affrontati, in occasione della Visita Pastorale, nella serata di lunedì 20 novembre, presso le opere parrocchiali della Madonna della Navicella; un appuntamento rivolto proprio a tutte le persone impegnate nell’Annuncio: ministri straordinari della Comunione, catechisti, capi scout, animatori giovanili e chi si dedica in vario modo alle opere di carità e alla liturgia. Ma allora qual è stata la scintilla che ha acceso il desiderio di prendere parte alla missione della Chiesa? Quali le difficoltà? E com’è possibile mettersi in discussione giorno dopo giorno per migliorare se stessi e mantenere viva la fiamma che brucia dentro di sé? Domande a cui non si è potuto altro che rispondere con la propria vita, interrogando il passato: un incontro, una chiamata, un evento inaspettato, un lutto. Domande da cui è emerso come il desiderio, a volte, non possa essere seguito che da un sì, senza la pretesa di ottenere un risultato “subito”. Domande che hanno dimostrato come, spesso, lo Spirito arrivi a “incatenarci” per portarci dove non avremmo mai pensato di arrivare. Dopotutto, la fede – come sottolineato, alla fine, da monsignor Adriano citando un filosofo – è una “scommessa” che ci vede impegnati in prima persona, anche se poveri di mezzi e segnati dai nostri limiti..

Daniele

Una sera con il Pastore

Don Alfonso, durante un incontro, ci ha comunicato il desiderio del vescovo Adriano di incontrare gruppi di famiglie. Incontrare il vescovo durante una visita pastorale inizialmente può sembrare un atto formale, fonte di “preoccupazione” e, soprattutto, come presentare l’esperienza di quelle famiglie che fanno un cammino di amicizia e di fede nella comunità, come, nel nostro caso, le famiglie del “Faro”? Tutto è stato dissolto dalla presenza stessa del vescovo che si è posto in quella serata in un atteggiamento di ascolto e di condivisione. Il calore della compagnia e l’animo aperto del vescovo Adriano hanno immediatamente sciolto ogni atteggiamento formale, improntando l’incontro su binari di immediata e sincera franchezza nell’ascoltare e nel confortare. È stata una bellissima serata. Le risate, il condividere cose semplici col pastore e soprattutto il senso concreto e tangibile di fare ed essere Chiesa, ha reso l’incontro un’esperienza di vita che le famiglie del Faro ricorderanno nel loro

cammino. Il vescovo ci ha incontrato come faceva Gesù con la sua gente: ascoltando esperienze, domande, ed indicando la via senza giudicare, ma con atteggiamento di “misericordia”.

Armanda e Luciano

Molti sono i modi in cui Dio si fa presente, e ci sorprende.

Mercoledì  scorso, durante la visita pastorale nella nostra parrocchia il vescovo Adriano ha incontrato il gruppo di famiglie della fraternità di Comunione e Liberazione  a cui, per il mio percorso e formazione di fede, aderisco da diversi anni. L’incontro era stato motivo di qualche “sana” preoccupazione, soprattutto di noi donne, preoccupate sul da farsi;  non  nascondo   l’emozione  iniziale in quanto non avevo mai condiviso una cena   con il vescovo e, soprattutto, perché, seduto a quella tavola imbandita, per me, rappresentava Gesù assieme ai suoi discepoli. La cena è proseguita benissimo, ed è stata motivo per scoprire un vescovo Pastore, un Padre attento all’ascolto delle nostre testimonianze e nel darci consigli, simpatico, ironico e molto sensibile alle problematiche della vita. Ci ha definito una Chiesa domestica, per sottolineare che l’esperienza cristiana va ben oltre il luogo di culto, ed esortandoci ad applicare ciò che ci viene insegnato, nella nostra quotidianità, all’interno delle nostre famiglie, nelle opere e nei servizi svolti nella parrocchia per la comunità. Grazie al vescovo Adriano e ai nostri sacerdoti per  l’opportunità di questa esperienza che mi aiuta a continuare con entusiasmo a vivere la mia esperienza di fede e il mio servizio  in parrocchia.

Paola

Un Incontro indimenticabile

“Se non saprete farvi come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”. Questa è l’espressione evangelica che ben descrive l’atteggiamento del vescovo Adriano, di fronte a più di duecento bambini della scuola dell’infanzia Madonna della Navicella e primaria Padre Emilio Venturini. Accolto da un’esplosione di vita accompagnato dalle parole del canto “Lo scriverò nel vento” e da un saluto confidenziale di un ragazzino, si è fatto piccolo con i piccoli ascoltando le loro domande. Momento straordinario il pranzo con gli alunni della scuola primaria. Amico tra amici, passando di tavolo in tavolo e consumando il pranzo in allegra compagnia, presenti la superiora generale, il parroco e tutti gli insegnanti. Al pomeriggio incontro con i genitori degli alunni che hanno apprezzato la parola del Pastore che li ha incoraggiati a investire sul patrimonio educativo.

Sr. Onorina