Modalità e procedimenti virtuosi

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SGUARDO PASTORALE

Modalità e procedimenti virtuosi

Anche la nostra Diocesi si è attrezzata in questi anni di strumenti adeguati per accompagnare i presbiteri e le comunità parrocchiali nella gestione dei beni ecclesiastici. È stato, infatti, costituito l’Ufficio tecnico, che in sinergia con la Commissione d’arte Sacra, gestisce la salvaguardia e la conservazione dei beni culturali, e segue l’intero comparto dell’edilizia di culto. I beni culturali sono quelli che, avendo più di settant’anni di vita, sono certificati come tali dalla Soprintendenza dello Stato; l’edilizia di culto fa riferimento a nuovi edifici o a beni di recente costruzione.

Quando in una parrocchia si ravvisa la necessità di porre mano a manutenzioni straordinarie è fondamentale che sia formulata dal Consiglio affari economici una precisa domanda al vescovo, corredata da un progetto minimale e da un possibile piano finanziario; venga in altre parole detto cosa si vuole fare e come si pensa di affrontare la spesa, dichiarando le proprie eventuali difficoltà economiche. Il vescovo, avvalendosi del Consiglio diocesano per gli affari economici e del Collegio dei Consultori, analizzerà la richiesta e affiderà all’Ufficio tecnico, assieme alla risposta positiva o negativa, il compito di avviare le procedure atte a verificare la congruità della proposta con le normative vigenti e la possibilità di ottenere dei finanziamenti, o al capitolo dei beni vincolati o a quello dell’edilizia di culto. La verifica è condivisa con gli organismi delle singole parrocchie allo scopo di stabilire ciò che può essere eseguito, quanto sarà finanziato e quanto graverà sull’impegno dei fedeli. Una volta concordato il piano d’intervento la parrocchia dovrà decidere se assumere in proprio la realizzazione del progetto o se intende avvalersi dell’ufficio tecnico della Curia sottoscrivendo un accordo che ne stabilisce i modi: la scelta del professionista che stila il progetto, la richiesta delle autorizzazioni civili ed ecclesiastiche, la presentazione delle ditte ammesse a presentare dei preventivi perché fornite dei necessari requisiti, i tempi e i modi di esecuzione dei lavori e loro soprintendenza. A questo punto si può procedere, fermo restando che il vescovo può intervenire in qualsiasi momento con i propri collaboratori per verificare il rispetto di quanto stabilito.

Due esigenze si ravvisano nell’esposizione di questo procedimento: la preparazione dei membri del Consiglio parrocchiale per gli affari economici e l’analisi sistematica dei rendiconti annuali. Su questi argomenti il capitolo sesto del Sussidio “Lievito di fraternità” offre delle indicazioni preziose. “Nei collaboratori per un Consiglio degli affari economici, più che la semplice conoscenza o la simpatia personale, vanno privilegiate le competenze, la sensibilità ecclesiale e la responsabilità per il bene della comunità”. “Può essere opportuno conferire loro un mandato, ad esempio durante una celebrazione domenicale, con cui dare il senso di un ministero che è a servizio di tutti”. “Il compito di proporre percorsi di formazione per quanti sono coinvolti nel Consiglio per gli affari economici può essere assunto a livello diocesano”. “È decisivo che gli stessi consulenti professionisti siano inseriti nella vita ecclesiale. Vanno inoltre periodicamente aggiornati sulle norme canoniche e sulle procedure proprie della disciplina ecclesiale”. Nell’ambito della Visita pastorale il nostro vescovo vuole che, durante la visita stessa o subito dopo, si faccia un incontro tra i consulenti diocesani e i membri del Consiglio parrocchiale per focalizzare bene natura e compiti di questo fondamentale organismo. E si arrivi, proprio attraverso questo incontro, a stabilire un metodo unico di registrazione e quindi di rendiconto economico per tutte le parrocchie e gli enti della Diocesi. Su questa seconda esigenza, il Sussidio afferma che è insostituibile “il compito di coordinamento, verifica e controllo dell’Ordinario diocesano che deve svolgere un servizio di raccolta e analisi sistematica dei rendiconti annuali: la loro redazione accurata e fedele è la prova più evidente di una gestione parrocchiale ordinata e corretta”. Nessuna richiesta è accogliibile se non sono state soddisfatte queste esigenze.

don Francesco Zenna

Da Nuova Scintilla n.43 – 12 novembre 2017