Grazie, don Mario!

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BORGO SAN GIOVANNI

La parrocchia ha salutato il pastore che l’ha guidata negli ultimi sette anni

Grazie, don Mario!

Domenica 17 settembre alle 10.30 la comunità di S. Giovanni Battista si è stretta intorno a don Mario Pinton, per salutarlo dopo sette anni di missione pastorale in parrocchia. La S. Messa, concelebrata dal vicario generale mons. Francesco Zenna e da mons. Umberto Pavan, è stata l’occasione per il ringraziamento filiale nei confronti di un padre che, ereditando una parrocchia saldamente governata per anni dal mai dimenticato don Angelo Busetto, ne ha saputo comprendere bisogni e attese con spirito di servizio, carità e attenzione non inferiori.

Alla Messa, partecipatissima, hanno presenziato anche numerosi ex parrocchiani del Buon Pastore, che con quelli di Borgo hanno voluto ringraziare il Signore per il dono di don Mario.

In apertura di celebrazione, a nome del Consiglio Pastorale Parrocchiale, il prof. Carmelo Genovese ha ringraziato le autorità civili e militari presenti, introducendo la cerimonia, accompagnata dai canti del coro diretto dal maestro Carlo Oro. Dopo la proclamazione del Vangelo, mons. Zenna ha letto all’inizio dell’omelia un messaggio dell’Arcivescovo De Antoni, impossibilitato a partecipare. La sua fraterna vicinanza ha trovato poi modo di individuare in una qualità riconosciuta di don Mario – la capacità di perdono – il filo conduttore tra la pericope evangelica del giorno (Mt 18, 21-35) e la cerimonia in atto. Ha quindi lasciato la parola al parroco che, in una sorta di bilancio di una già lunga vita di prete pronto a continuare, ha confessato di portare con sé, nella prossima nuova esperienza pastorale, memoria della ricchezza trovata nella comunità di S. Giovanni Battista, dell’impegno dei molti suoi gruppi, dell’incontro coi volti delle molte persone che generosamente si sono prestate alla costruzione della casa comune con le sue molte attività.

Dopo la Comunione, il prof. Roberto Vianello, a nome del Consiglio Pastorale, ha portato il saluto (che pubblichiamo di seguito in corsivo) e il dono della comunità parrocchiale a don Mario Pinton, ricordando i tratti salienti della sua missione di parroco. L’assessore Stecco, in rappresentanza del sindaco, ha da ultimo ringraziato don Mario per il ruolo svolto nel quartiere, consegnandogli una targa a ricordo. A cerimonia conclusa, oltre 240 parrocchiani ed ex parrocchiani hanno calorosamente condiviso il pranzo col loro caro Pastore.

Chi ha visto il giornalino parrocchiale della settimana scorsa, ci ha trovato un elenco delle molte opere di don Mario Pinton da quando è arrivato. Se ne menzionano più di venti, realizzate per la parrocchia e con la parrocchia. Un lavoro di cui siamo grati alla sua inesauribile intraprendenza. Lasciate che ne ricordi una sola, forse la più discussa: l’acquisto dell’organo. Una spesa economicamente rilevante, in tempi di magra, quali quelli da cui stiamo forse uscendo. Non so se nel farla don Mario abbia avuto in testa la risposta di Gesù a Betania, a chi rimproverava la donna di avergli unto il capo col costosissimo nardo, invece di dare quei soldi ai poveri: “I poveri li avete sempre con voi”. Gesù perdonava, anzi valorizzava quel gesto in suo onore, sapendo di andare verso la croce. Ora la musica, che proviene da quell’organo sotto le mani sapienti del Maestro Oro e dei giovani che lo affiancano, è certamente qualcosa che onora Gesù nella liturgia. Grazie, don Mario, per averci fatto “sprecare”, come direbbe qualcuno, quel denaro. Grazie per la possibilità di pregare Gesù con la bellezza di quella musica; grazie per la luce che brilla negli occhi dei giovani, che si sentono chiamati a farne qualcosa di sublime in nome di noi tutti.

Parlando di giovani, è poi inevitabile dire grazie a don Mario della sensibilità speciale dimostrata nei loro confronti. La sua attenzione per dar loro un luogo e una ragione di vicinanza alla Chiesa, vengono dalla più nobile e consolidata tradizione del messaggio evangelico: “lasciate che i piccoli vengano a me”. Dove potrebbero andare altrimenti, senza perdersi nel mondo? Quante pastasciutte la sera a casa di don Mario, quante grigliate nei suoi momenti di libertà, dedicati anch’essi agli agnelli del gregge! Grazie da parte loro e nostra.

Ma la paternità di don Mario nei confronti dei giovani è solo un aspetto della sua smisurata paternità, che tutti abbiamo sperimentato. Don Mario soccorre il bisogno con la cordialità e la generosità di un padre, che valorizza il buono e dimentica le criticità. Non nega uno sguardo amico, un consiglio, un incoraggiamento, una preghiera, una benedizione. Ci si sente compresi in sua compagnia e amati. Da padre, da pastore, ti fa sentire a casa nella famiglia in cui sa trasformare la parrocchia, a prescindere dalle tue appartenenze. Nella parrocchia, che per lui viene prima di tutto, ti spinge con semplicità alla costruzione della chiesa, a divenirne piccola – ma mai insignificante – pietra viva.

Per finire, credo dobbiamo ringraziare don Mario perché ci ha insegnato e insegna con la vita quello in cui crede.

E tra le cose in cui crede tutti abbiamo imparato a riconoscere l’umiltà. Una umiltà non esibita, ma vissuta ed esercitata. Tra i valori don Mario sa quali sono davvero utili per arrivare a Dio. Nell’uso dei beni materiali non ha nulla da imparare nemmeno da papa Francesco. Ma quello che con evidenza è frutto di una cosciente autodisciplina è l’umiltà della carità e del perdono. Io non ho mai visto don Mario rimanere risentito nei confronti di alcuno. L’ho visto invece cercare con umiltà il dialogo, la costruzione comune. Lo so capace di rinunciare a sé per andare a cercare, senza orgoglio, l’incontro con chi non la pensa come lui. Senza chiudersi, senza indignarsi. E questa è vera testimonianza di perdono, la cosa più difficile per chi si sforza di seguire Gesù.

Grazie al vescovo che lo ha scelto per noi sette anni fa. Grazie a don Mario per la testimonianza di fede, di paternità, di umiltà che non dimenticheremo.

Roberto Vianello

Da Nuova Scintilla n.36 – 24 settembre 2017